SICK TAMBURO – Intervista a GIAN MARIA ACCUSANI, cantante, chitarrista e fondatore …
8 Agosto 2019
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In occasione dell’uscita del quinto album dei Sick Tamburo, abbiamo parlato con Gian Maria Accusani, cantante, chitarrista e fondatore della band insieme a Elisabetta Imelio. Ciò che segue è il resoconto della chiacchierata telefonica con Gian Maria.
Ciao e benvenuto tra le pagine di Tuttorock, inizierei subito parlando della storia della band, i Sick Tamburo, nati dalle ceneri dei Prozac+.
Ciao, grazie a te per l’intervista, diciamo che i Sick Tamburo non sono proprio nati dalle ceneri dei Prozac+, direi che è un progetto diverso che vive in effetti da ben 10 anni e questo nuovo album è il quinto. Diciamo che è nato un po’ per scherzo, eravamo in un momento di pausa con i Prozac+, anche se non eravamo sciolti come gruppo, diciamo che non eravamo sciolti ufficialmente ma ufficiosamente si perché non avevamo nessuna intenzione in quel periodo di continuare. I Sick Tamburo sono nati da un’idea di Elisabetta (Imelio, nda), con cui avevo condiviso gli anni con i Prozac+, mi voleva coinvolgere in un altro progetto, voleva che scrivessimo qualcosa di diverso, io al momento non ne avevo molta voglia, ma lei mi ha convinto, abbiamo iniziato a scrivere musica più ritmata e inizialmente le parti vocali erano di Elisabetta. Ci siamo accorti poi che questo scherzo stava diventando una passione e in effetti eccoci ancora dopo 10 anni e con 5 dischi.
Anche stavolta però le parti vocali sono le tue, la voce di Elisabetta non c’è come oramai da molti album album ad oggi, come mai?
Nel primo disco cantava lei, nel secondo diciamo un 60% e un 40% tra voce femminile e maschile e dal terzo le parti vocali sono eseguite da me. Ma più precisamente nel secondo l’alternarsi delle voci è stata una scelta artistica, ci piaceva così, ma poi Elisabetta si è ammalata e mi sono preso carico io di tutte le parti vocali, in modo che lei abbia meno sforzi. Anche dal vivo a volte siamo in cinque e altre volte in quattro, cerchiamo di lasciarla libera di dedicarsi alle cure di cui ha bisogno. Ma non è solo questo, noi quando suoniamo dal vivo sappiamo all’ultimo momento in quanti saremo sul palco, se quattro e cinque e a volte anche in sei perché anche se io e Elisabetta abbiamo fondato il gruppo, ci riteniamo sempre una famiglia con tutti i ragazzi che hanno contribuiti alla musica dei Sick Tamburo e a seconda dei vari impegni ognuno può salire sul palco e suonare con noi.
Perché dal vivo e spesso nelle foto nascondete il volto con un passamontagna?
Sinceramente perché quando sono nati i Sick Tamburo, facevamo ancora parte dei Prozac+, perché come ti dicevo prima ufficialmente non ci eravamo sciolti, anche se in realtà si nel senso che non volevamo continuare a scrivere e così per non farci riconoscere suonavamo dal vivo con un passamontagna proprio per non far vedere che eravamo due dei Prozac+, anche perché altrimenti non sapevamo cosa poteva succedere. Poi andando avanti in molti iniziarono a capire che dietro c’eravamo noi e abbiamo continuato ad esibirci così e questo ci ha aiutato anche a chiarire definitivamente le cose, sciogliendo definitivamente i Prozac+ e continuando l’avventura con i Sick Tamburo. Diciamo che alla fine era diventato il cosiddetto ‘segreto di Pulcinella’, perché la gente aveva iniziato a capire, sentiva le voci uguali e lo stile, anche se la musica è differente, ma lo stile è molto simile. Anche a noi è piaciuta molto quell’idea che abbiamo deciso di mascherarci sempre ad ogni nostro concerto, è un’immagine forte. Poi ci sono gli effetti positivi e negativi, quello positivo è che ti esponi di meno perché hai il volto coperto, mentre la parte negativa è che metti un filtro che ti separa dal pubblico, ma oramai sono dieci anni che ci esibiamo così e lo faremo fin che ne avremo voglia, perché in effetti non si sa mai, si potrebbe anche cambiare idea.
Parliamo ora dell’album, mi ha incuriosito il titolo “Paura e L’Amore”, la e è qui come congiunzione, non come verbo, quindi la paura non è l’amore, ma la paura e l’amore li mettete nello stesso piano. So che la domanda è un po’ contorta, ma questo titolo mi ha fatto pensare, cosa mi dici a riguardo?
Allora, provo a spiegarti ma ho capito benissimo e anche tu hai capito la differenza. Noi da quando siamo nati parliamo di paura, delle paure che uno ha nel corso della vita, da quando nasci fino alla fine dei tuoi giorni. La prima paura è quando nasci, ci si stacca dalla madre, dal cordone ombelicale, la chiamerei la ‘paura originale’, poi nel corso della vita ci portiamo dietro un’infinità di paure che creano in noi forti disagi, ma noi abbiamo un’arma per sollevarci da queste paure o di conviverle con meno disperazione e quest’arma è l’amore che ci aiuta nel corso della vita. Quindi perché “Paura e L’Amore”, perché l’amore vince sulla paura e ci aiuta molto a conviverci.
Anche i brani hanno titoli particolari, sono piccole storie? Faccio un esempio, “Il Più Ricco Del Cimitero”.
Ti posso dire che i brani sono tutti collegati tra loro e il filo conduttore è l’amore e la paure, ma sono anche tante piccole storie a sé che possono convivere da sole. Sono storie reali vissute in prima persona o almeno molto vicine a noi ci sono i disagi della vita ma anche l’amore che ci aiuta sempre. Attori di queste storie sono dei personaggi anche reali, strani ma reali che fanno parte della nostra storia, potrebbero sembrare persone strane, ma sono normalissime, tutti siamo normalissimi visto che viviamo tutti nello stesso Universo, ognuno con le sue diversità logicamente. Sono personaggi che hanno una ‘normalità diversa’ o una ‘diversa normalità’, a me piace definirli così.
Quali sono le differenza di quest’ultimo album se paragonato agli altri quattro e, se c’è, quello che secondo te rappresenta di più i Sick Tamburo.
Sicuramente quest’ultimo album è quello più eterogeneo che abbiamo fatto, ci sono tutte le sfaccettature dei Sick Tamburo attraverso i nostri 10 anni di attività, ma senza cambiare genere musicale, abbiamo focalizzato tutte le nostre diversità in un album scorrevole e fluido e poi è il nostro ultimo album, di solito l’ultimo album è sempre il più importante perché di fotografa come sei in quel momento. Poi il primo album è molto importante per noi proprio perché è il primo album. Ma posso aggiungere che gli ultimi tre album sono molto importanti perché formano un trittico dove il filo conduttore è lo stesso.
Toglimi un’altra curiosità, perché “Sick Tamburo”? “Tamburo Malato”?
Te la tolgo subito, quando Elisabetta mi voleva coinvolgere in una nuova band, io avevo in cantina un altro progetto, un progetto di percussioni industriali, io nasco come batterista, e avevo dato un nome a questo progetto, Sick Tamburo appunto, proprio perché sono percussioni industriali, dal suono malato. L’idea era quella di coinvolgere più batteristi e percussionisti per suonare bidoni, tamburi, ecc. Il progetto poi non è mai partito e quando abbiamo iniziato con la nuova band, Elisabetta era dell’idea di dare alla band il nome del mio progetto. L’idea mi piaceva e ho cambiato il nome a quel progetto chiamandolo Hardcore Tamburo.
E’ un progetto che prima o poi riuscirai a dar vita?
Non lo so, ma ho dei pezzi pronti, può darsi quindi, ma non ho ancora deciso.
Lascio a te chiudere l’intervista a tuo piacimento, per i vostri fan e i nostri lettori, un messaggio per entrare nel mondo dei Sick Tamburo.
Sicuramente di ascoltare il disco, ma il mio vero consiglio è di venirci a vedere dal vivo, perché c’è quel tassello in più che conta molto, un tassello di un certo valore.
FABIO LOFFREDO
Discografia:
Sick Tamburo – 2009
A.I.U.T.O. – 2011
Senza Vergogna – 2014
Un Giorno Nuovo – 2017
Paura e L’Amore – 2019
Members:
Gian Maria Accusani: Chitarra e voce
Elisabetta Imelio: Basso e voce
String Face: Basso
Doctor Eye: Batteria
https://www.facebook.com/pages/category/Performing-Arts/Sick-Tamburo-52564921680/
https://www.instagram.com/sicktamburo
Ciao e benvenuto tra le pagine di Tuttorock, inizierei subito parlando della storia della band, i Sick Tamburo, nati dalle ceneri dei Prozac+.
Ciao, grazie a te per l’intervista, diciamo che i Sick Tamburo non sono proprio nati dalle ceneri dei Prozac+, direi che è un progetto diverso che vive in effetti da ben 10 anni e questo nuovo album è il quinto. Diciamo che è nato un po’ per scherzo, eravamo in un momento di pausa con i Prozac+, anche se non eravamo sciolti come gruppo, diciamo che non eravamo sciolti ufficialmente ma ufficiosamente si perché non avevamo nessuna intenzione in quel periodo di continuare. I Sick Tamburo sono nati da un’idea di Elisabetta (Imelio, nda), con cui avevo condiviso gli anni con i Prozac+, mi voleva coinvolgere in un altro progetto, voleva che scrivessimo qualcosa di diverso, io al momento non ne avevo molta voglia, ma lei mi ha convinto, abbiamo iniziato a scrivere musica più ritmata e inizialmente le parti vocali erano di Elisabetta. Ci siamo accorti poi che questo scherzo stava diventando una passione e in effetti eccoci ancora dopo 10 anni e con 5 dischi.
Anche stavolta però le parti vocali sono le tue, la voce di Elisabetta non c’è come oramai da molti album album ad oggi, come mai?
Nel primo disco cantava lei, nel secondo diciamo un 60% e un 40% tra voce femminile e maschile e dal terzo le parti vocali sono eseguite da me. Ma più precisamente nel secondo l’alternarsi delle voci è stata una scelta artistica, ci piaceva così, ma poi Elisabetta si è ammalata e mi sono preso carico io di tutte le parti vocali, in modo che lei abbia meno sforzi. Anche dal vivo a volte siamo in cinque e altre volte in quattro, cerchiamo di lasciarla libera di dedicarsi alle cure di cui ha bisogno. Ma non è solo questo, noi quando suoniamo dal vivo sappiamo all’ultimo momento in quanti saremo sul palco, se quattro e cinque e a volte anche in sei perché anche se io e Elisabetta abbiamo fondato il gruppo, ci riteniamo sempre una famiglia con tutti i ragazzi che hanno contribuiti alla musica dei Sick Tamburo e a seconda dei vari impegni ognuno può salire sul palco e suonare con noi.
Perché dal vivo e spesso nelle foto nascondete il volto con un passamontagna?
Sinceramente perché quando sono nati i Sick Tamburo, facevamo ancora parte dei Prozac+, perché come ti dicevo prima ufficialmente non ci eravamo sciolti, anche se in realtà si nel senso che non volevamo continuare a scrivere e così per non farci riconoscere suonavamo dal vivo con un passamontagna proprio per non far vedere che eravamo due dei Prozac+, anche perché altrimenti non sapevamo cosa poteva succedere. Poi andando avanti in molti iniziarono a capire che dietro c’eravamo noi e abbiamo continuato ad esibirci così e questo ci ha aiutato anche a chiarire definitivamente le cose, sciogliendo definitivamente i Prozac+ e continuando l’avventura con i Sick Tamburo. Diciamo che alla fine era diventato il cosiddetto ‘segreto di Pulcinella’, perché la gente aveva iniziato a capire, sentiva le voci uguali e lo stile, anche se la musica è differente, ma lo stile è molto simile. Anche a noi è piaciuta molto quell’idea che abbiamo deciso di mascherarci sempre ad ogni nostro concerto, è un’immagine forte. Poi ci sono gli effetti positivi e negativi, quello positivo è che ti esponi di meno perché hai il volto coperto, mentre la parte negativa è che metti un filtro che ti separa dal pubblico, ma oramai sono dieci anni che ci esibiamo così e lo faremo fin che ne avremo voglia, perché in effetti non si sa mai, si potrebbe anche cambiare idea.
Parliamo ora dell’album, mi ha incuriosito il titolo “Paura e L’Amore”, la e è qui come congiunzione, non come verbo, quindi la paura non è l’amore, ma la paura e l’amore li mettete nello stesso piano. So che la domanda è un po’ contorta, ma questo titolo mi ha fatto pensare, cosa mi dici a riguardo?
Allora, provo a spiegarti ma ho capito benissimo e anche tu hai capito la differenza. Noi da quando siamo nati parliamo di paura, delle paure che uno ha nel corso della vita, da quando nasci fino alla fine dei tuoi giorni. La prima paura è quando nasci, ci si stacca dalla madre, dal cordone ombelicale, la chiamerei la ‘paura originale’, poi nel corso della vita ci portiamo dietro un’infinità di paure che creano in noi forti disagi, ma noi abbiamo un’arma per sollevarci da queste paure o di conviverle con meno disperazione e quest’arma è l’amore che ci aiuta nel corso della vita. Quindi perché “Paura e L’Amore”, perché l’amore vince sulla paura e ci aiuta molto a conviverci.
Anche i brani hanno titoli particolari, sono piccole storie? Faccio un esempio, “Il Più Ricco Del Cimitero”.
Ti posso dire che i brani sono tutti collegati tra loro e il filo conduttore è l’amore e la paure, ma sono anche tante piccole storie a sé che possono convivere da sole. Sono storie reali vissute in prima persona o almeno molto vicine a noi ci sono i disagi della vita ma anche l’amore che ci aiuta sempre. Attori di queste storie sono dei personaggi anche reali, strani ma reali che fanno parte della nostra storia, potrebbero sembrare persone strane, ma sono normalissime, tutti siamo normalissimi visto che viviamo tutti nello stesso Universo, ognuno con le sue diversità logicamente. Sono personaggi che hanno una ‘normalità diversa’ o una ‘diversa normalità’, a me piace definirli così.
Quali sono le differenza di quest’ultimo album se paragonato agli altri quattro e, se c’è, quello che secondo te rappresenta di più i Sick Tamburo.
Sicuramente quest’ultimo album è quello più eterogeneo che abbiamo fatto, ci sono tutte le sfaccettature dei Sick Tamburo attraverso i nostri 10 anni di attività, ma senza cambiare genere musicale, abbiamo focalizzato tutte le nostre diversità in un album scorrevole e fluido e poi è il nostro ultimo album, di solito l’ultimo album è sempre il più importante perché di fotografa come sei in quel momento. Poi il primo album è molto importante per noi proprio perché è il primo album. Ma posso aggiungere che gli ultimi tre album sono molto importanti perché formano un trittico dove il filo conduttore è lo stesso.
Toglimi un’altra curiosità, perché “Sick Tamburo”? “Tamburo Malato”?
Te la tolgo subito, quando Elisabetta mi voleva coinvolgere in una nuova band, io avevo in cantina un altro progetto, un progetto di percussioni industriali, io nasco come batterista, e avevo dato un nome a questo progetto, Sick Tamburo appunto, proprio perché sono percussioni industriali, dal suono malato. L’idea era quella di coinvolgere più batteristi e percussionisti per suonare bidoni, tamburi, ecc. Il progetto poi non è mai partito e quando abbiamo iniziato con la nuova band, Elisabetta era dell’idea di dare alla band il nome del mio progetto. L’idea mi piaceva e ho cambiato il nome a quel progetto chiamandolo Hardcore Tamburo.
E’ un progetto che prima o poi riuscirai a dar vita?
Non lo so, ma ho dei pezzi pronti, può darsi quindi, ma non ho ancora deciso.
Lascio a te chiudere l’intervista a tuo piacimento, per i vostri fan e i nostri lettori, un messaggio per entrare nel mondo dei Sick Tamburo.
Sicuramente di ascoltare il disco, ma il mio vero consiglio è di venirci a vedere dal vivo, perché c’è quel tassello in più che conta molto, un tassello di un certo valore.
FABIO LOFFREDO
Discografia:
Sick Tamburo – 2009
A.I.U.T.O. – 2011
Senza Vergogna – 2014
Un Giorno Nuovo – 2017
Paura e L’Amore – 2019
Members:
Gian Maria Accusani: Chitarra e voce
Elisabetta Imelio: Basso e voce
String Face: Basso
Doctor Eye: Batteria
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https://www.instagram.com/sicktamburo
Fabio Loffredo
Appassionato di musica sin da piccolo, ho cercato di esplorare vari generi musicali, ma è il metal, l'hard rock ed il rock progressivo, i generi musicali che più mi appassionano da molti anni. Chitarrista mancato, l'ho appesa al chiodo molto tempo fa. Ho mosso i primi passi nello scrivere di musica ad inizio anni 90, scrivendo per riviste come Flash (3 anni) e Metal Shock (ben 15 anni), qualche apparizione su MusikBox e poi il web, siti come Extramusic, Paperlate, Sdangher, Brutal Crush e Artists & Bands. I capelli mi si sono imbiancati, ma la passione per la musica è rimasta per me inalterata nel tempo, anzi molti mi dicono che non ho più speranze!!!!