PAOLA DONZELLA – Intervista alla cantante
Buongiorno Paola, oggi sarai in viaggio verso Genova per il concerto di stasera, emozionata?
Certo, come ogni volta che si parte per fare un concerto c’è sempre una certa emozione e adrenalina!
Dalla fine con gli Elisir ne sei uscita più forte e decisa e quest’album ne è la prova, è stato difficile per te dover ricominciare da solista?
Ricominciare con un progetto solista non è stato per nulla facile, dopo un’esperienza di dieci anni con un gruppo con cui si crea “una famiglia” , all’improvviso ti trovi a dover gestire molti aspetti da sola. Ho lavorato a stretto contatto con un produttore Flavio Ibba e insieme abbiamo deciso di dare vita ad un progetto italo-francese, in fondo il francese è la lingua che maggiormente mi rappresenta a livello artistico.
Parlaci del tuo album, cosa vuoi raccontarci con “Confine”?
Ho deciso di chiamare l’album Confine perché al suo interno ci sono 6 canzoni in italiano e 6 in francese più una in duetto con belle du Berry dei Paris Combo. Ho immaginato uno spazio dove queste due lingue e culture potessero convivere in armonia, un confine tra l’Italia e la Francia, tra le mie due anime. E’ un disco con molte contaminazioni e soprattutto con un grande utilizzo dell’elettronica, una grande produzione con musicisti italiani di spessore che hanno impreziosito il lavoro.
Per questa tua opera hai avuto collaboratori di tutto rispetto come Paolo Fresu e Fabrizio Bosso, possiamo definire questo periodo come una parte importante della tua crescita musicale?
Assolutamente sì, fin da ragazzina ho avuto la fortuna di poter collaborare con grandi musicisti e seguire i loro live mi ha sempre insegnato molto, non solo da un punto di vista artistico ma anche umano e di gestione di questo mestiere così affascinante ma anche difficile. Ho davvero avuto molti “maestri di palco e di vita”.
–Non si può dire certo che sia una scelta molto usuale qui in Italia essere amanti di uno stile come il tuo, quando hai scoperto di avere quest’anima “jazz/swing”?
E’ stato qualcosa di molto naturale, fin da piccola amavo lo swing e il jazz e la lingua francese, quando a 18 anni sono andata a vivere in Francia ho capito che quello era il terreno fertile per la mia crescita musicale. Ho conosciuto la musica Django Reinhardt e la canzone d’autore francese ed è nata una scintilla.
Il 5 marzo sarai al Memo di Milano,uno dei ristoranti che ospita spesso concerti molto importanti nel panorama del jazz e del blues, e io ci sarò per Tuttorock.net, ti senti a tuo agio a Milano musicalmente parlando? Come risponde la città ai nuovi suoni e ai nuovi talenti come te?
Vorrei poter rispondere che Milano reagisce bene ma da qualche anno purtroppo la città ha perso quella curiosità di un tempo e sono pochi i locali che ospitano scelte musicali di Confine un po’ come la mia.
Credo che in generale sia un problema legato all’Italia perché all’estero ci sono molte più realtà e spazi che accolgono giovani artisti. In ogni caso ogni volta che mi esibisco a Milano sono sempre molto emozionata, ogni anno faccio un concerto nella mia città, gli ultimi tre sono stati al Blue Note, quest’anno ho scelto il Memo. Esibirmi davanti al pubblico di affezionati che mi hanno vista crescere negli anni è davvero molto stimolante.
Che tipo di rapporto hai con Parigi, la città che forse meglio rappresenta il tuo stile e la tua muscia?
Paris sera toujours Paris….eh sì è davvero la mia città, luogo ricco di contaminazioni, luoghi, persone, stili e culture che si mescolano insieme. Amo parigi, cerco di andarci più che posso. Lo scorso week-end ho fatto dei concerti lì e sono stati un grande successo.
Hai già qualche idea per il dopo “Confine” o ti stai dedicando solo al tour in questo periodo?
Ho molte idee…..Nuove canzoni e ci sono tante cose in cantiere anche in Francia.
Sei madrelingua francese, come hai vissuto i fatti tristi di Parigi di qualche settimana fa?
Con molta tristezza, mi trovavo negli Stati Uniti quando si sono verificati gli ultimi episodi di gennaio. I francesi dimostrano di essere un paese che di fronte alle tragedie come queste ha una grande capacità di reagire con forza e unione. Sono un paese culturalmente e socialmente molto avanti.
DANIELE DI CHIARA
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Si avvicina al mondo della fotografia in età ormai adulta, scoprendo un mondo fantastico,fatto di immagini. Unisce ben presto la fotografia alla sua più grande passione che è la musica, ed il gioco è fatto. Ora scrive per la rivista online "tuttorock.com", per la quale recensisce album, concerti e ne intervista i protagonisti. Da poco vincitore del concorso fotografico "Musica", indetto dal Museo Nazionale Della Fotografia di Brescia, piazzandosi al primo e al terzo posto.