Intervista a CAMILLA FASCINA – NEL suo VIDEO L’ULTIMO ABBRACCIO DI LINDSAY KEMP A …
Ciao a tutti, sono davvero felice di poter fare una bella chiacchierata con voi di Tuttorock. Sono Camilla, amo la musica, amo suonare la chitarra e il pianoforte e scrivere canzoni e testi, soprattutto i testi in treno. Adoro scrivere in treno perché mi sento avvolta in una macchina magica, e perché lo stimolo visivo del paesaggio in movimento che scappa sfocato fuori dal finestrino mi fa entrare in una dimensione bellissima, coccola, incantevole. In treno spengo il telefono e voglio solo carta e penna, e se ho finito la carta scrivo sui fazzoletti. Inoltre amo profondamente David Bowie, un genio, creativo, poliedrico, camaleontico. Bowie rappresenta per me una fonte infinita di ispirazione. David Bowie è un visionario, un’araba fenice che si reincarna in continuazione e in continuazione mi stupisce. Leggendo la sua biografia mi pare di entrare nella macchina del tempo e di vivere quegli anni, magici. Per questo ho deciso di provare a rivisitare le sue canzoni
Parlaci del tuo ultimo lavoro. L’esperienza con Lindsay Kemp, a teatro, per girare il videoclip di Time (cover di David Bowie), video che ho presentato in anteprima a Londra il 7 gennaio 2016 in apertura al concerto di Morgan al Drury Club (Covent Garden – London)
Il mio ultimo lavoro è il videoclip di “Time” girato assieme al grandissimo Lindsay Kemp”. Mio Diario del 17 dicembre: Era il 17 dicembre 2015 quando andai da Lindsay a girare il video
Lindsay è una delizia. Superbamente meticoloso, ci chiedeva di ripetere le sue scene all’infinito, fino alla perfezione, salvo poi guardarci con occhi di fanciullo, dicendo mitemente, scusatemi, lo so, sono proprio una Diva!
Lindsay Kemp è un gigante umile e pieno di amore, così grande e così umano allo stesso tempo. Ci accoglie in ciabatte e maglione in quel grande e maestoso teatro di Livorno, l’emozione è tanta. Questo gigante ora è qui per insegnarmi, per accompagnarmi e proprio qui, ora, davanti a me, comincia a trasformarsi.
Ci accompagna nei camerini, inizia a mettere il trucco bianco sul viso, un’ora e mezza di devota passione per farsi da sé un trucco perfetto, con lo stesso amore di quando si prepara ad un suo spettacolo. I suoi occhi si trasformano già nel personaggio del triste Pierrot mentre si disegna la lacrima nera sotto all’occhio, e si ammira, indugia sul rossetto rosso, sulle labbra, poi mette il mascara e dice “quante volte ho fatto questa operazione? forse mille? forse di più?” poi, finito il trucco, indossa il suo costume e getta le ciabatte.
Ora si è trasformato in Diva. Ora è la Diva.
E mentre mi insegna come fare le pirouettes mi dice di tenere la testa alta “because we could be heroes just for one day” e ancora “ you have to perform as if it was the last time you do it” – Canta e balla e dai tutto te stesso come se ogni volta fosse l’ultima volta che lo fai.
All’improvviso mi rendo conto che le assi di legno vibrano della sua presenza, e che con la sua voce profonda come una caverna diceva quelle stesse parole così potenti a David Bowie, e a Kate Bush, ed improvvisamente sul palco si è creato un cerchio magico del tempo, una corda che ha legato gli anni e le generazioni. Il maestro è qui ora, pronto a farmi rivivere la sua storia. A farmi piangere di fronte alla profondità di ogni suo sguardo, all’intensità di ogni suo gesto.
Il tempo, “Time” è il tema del video che stiamo girando e Lindsay con meticolosità chiede di rifare le riprese ogni volta da capo. Non si taglia il pezzo per riprenderne solo una parte, si fa tutto da capo ogni volta perché il suo pathos nasce cresce e muore per tutto l’arco della canzone, non lo puoi tagliare.
E alla fine di ogni singolo take, gli scende una lacrima, perché lui lo fa davvero, ogni volta, come se fosse l’ultima volta su quel palco. La drammaticità e l’intensità della sua performance colpisce dritta alla pancia. Ancora adesso, a riguardare quelle riprese, non riesco a rimanere fredda e lucida. Piango, e mi accorgo che invece di montare il video sto riguardando per la decima volta lui.
“Time is waiting in the wings, his script is you and me, boy” – il tempo ci aspetta dietro le quinte, il suo copione siamo io e te, ragazzo.
Lindsay per il video ha scelto una candela che rappresenta il tempo. Lindsay entra nel tempo che scorre e piange alla fine della canzone pensando alla candela che si consuma per tutti noi, indistintamente.
I suoi occhi sono di un’intensità unica quando li spalanca terrorizzati, mentre si trasformano in due vetri attraverso i quali vediamo la sua anima.
E poi improvvisamente ride, perché si è accorto che ha una caramella in bocca, la sputa per terra e, consapevole di aver fatto una marachella dice, con occhi da fanciullo “I am sorry, I know I am a diva” – scusatemi, lo so, sono proprio una diva!
E poi blocca immediatamente le riprese e le fa riprendere da capo innumerevoli volte, ricercando la perfezione. Dice che non ha guardato l’orologio con l’intensità giusta nel momento giusto della canzone, e allora “stop! Please, stop the music! from the beginning!”.
E chiede di ripetere e di ripetere la scena e con umiltà dice “ be patient…but you know I am a diva”…. Il suo motto, è una delizia.
Nel video di Time, bellissima canzone e molto suggestiva, partecipa il grande Lindsay Kemp, maestro del grandissimo David Bowie scomparso di recente. Questa esperienza cosa ti ha lasciato?
Qualcuno diceva “Siamo come nani sulle spalle di giganti, così che possiamo vedere più cose di loro e più lontane, non certo per l’altezza del nostro corpo, ma perché siamo sollevati e portati in alto dalla statura dei giganti.” A teatro con Lindsay mi sentivo proprio così, presa per mano da un gigante con cui ho condiviso la passione e l’amore per un altro gigante, quel Duca bianco che, ne sono sicura, ritornerà come Lazarus.
Sei stata la prima voce femminile ad interpretare le canzoni di David Bowie all’interno del “Bowie Bash”. Quindi Bowie è un filo conduttore nella tua carriera. Puoi descrivere le tue emozioni in merito a questo tributo molto importante?
Il 6 gennaio 2015 sono arrivata a Londra con la valigia piena di sogni ed entusiasmo, pronta per cantare al 18° Bowie Bash in apertura a Morgan il giorno seguente, cioè il 7 gennaio 2016. Abbiamo festeggiato il compleanno del Duca a Londra, nella sua terra, con la sua musica, ogni passo sembrava tingersi di una magia particolare, abbiamo suonato e cantato le sue canzoni a squarciagola prima e dopo il concerto con Morgan, siamo volati alla Dolby Digital a Soho Square, nel centro di Covent Garden, per la première del suo disco nuovo, un lavoro stupendo che dopo la notizia della morte di Bowie prende tutto un altro senso. Proprio alla Dolby Digital ho conosciuto le persone speciali delo staff che cura il sito di David Bowie,e sono venuti a vedere il mio concerto al Drury Club, hanno assistito alla proiezione del mio videoclip con Lindsay, tutto era magicamente surreale. E poi qualche giorno dopo è arrivata la notizia della morte di Bowie. Mi è letteralmente mancato un punto fisso e una tristezza incredibile mi è crollata addosso. Ed è proprio in quei momenti che a volte ci basta una frase, nel mio caso le parole di un amico, che mi ha detto: “Camilla, gli artisti non muoiono mai. Ricordatelo sempre.” E così mi sono gettata a capofitto di nuovo dentro all’anima di Bowie, cioè dentro alle sue canzoni che narrano la sua storia. Ascoltarle è ascoltate un po’ della sua vita: le canzoni incise su pietra che è tutta una discografia infinita che aspetta solo di essere ristudiata e riassaporata. Ritrovarsi a leggere i testi, e a piangere e che dire, riascoltando Blackstar ora sembra che Bowie lo sapesse già cosa sarebbe successo. Quella benda sugli occhi, l’aria apocalittica, la minaccia di una fine imminente ma anche di una resurrezione, Lazarus e … la candela di Blackstar. Quella stessa candela che Lindsay ha scelto per il nostro video di “Time” e se ora ci penso mi vengono i brividi. Sono coincidenze, o sono segni, connessioni che uniscono le grandi anime di questi due giganti.
Camilla quali sono i tuoi progetti futuri?
Ora sono in studio a registrare due EP di miei brani inediti, sia in italiano che in inglese. Entrambi gli Ep (genere pop-rock elettronico) saranno pronti a fine febbraio.
E nel frattempo sto registrando anche un EP berlinese con due musicisti tedeschi, i “Fewjar”. L’anno scorso ho vissuto 6 mesi a Berlino ed è proprio lì che è nata la collaborazione con loro.
Inoltre sono in partenza per Chicago, trascorrerò là 5 mesi per fare ricerca e per arricchire il mio bagaglio musicale di più spunti possibile.
Amici di Tuttorock che dire!??
Complimenti Camilla e infinite grazie per questa chiacchierata!
MONICA ATZEI
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Insegnante, classe 1975, medioevista ed immersa nella musica sin da bambina. Si occupa per Tuttorock soprattutto di interviste, sue le rubriche "MommyMetalStories" e "Tuttorock_HappyBirthday". Scrive per altri magazine e blog; collabora come ufficio stampa di band, locali, booking e con una label.