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Ghigo, l’intervista

Ghigo, l’intervista

hai cominciato la carriera facendo da supporter ai Clash a Bologna nel 1979, insieme a Raf, nella vostra Reggae-Punk Band dei Cafè Caracas.
Tutto questo dopo aver abbandonato gli studi e senza aver dato gli ultimi esami per la laurea in Biologia.
Un biologo mancato… e mi permetto di dire…per nostra fortuna! Altrimenti oggi non avremmo qui con noi il chitarrista più famoso e Rock d’Italia, con la R più maiuscola possibile.

    Eppure Ghigo, eri lontano da casa, ma a quanto pare eri molto sicuro di te, o la mia impressione è errata?

Hai ragione…sono sempre stato una “Capa Tosta” ed avevo le idee ben chiare su cosa volevo fare nella vita.

  • Come l’avevano presa i tuoi quando hai deciso di mollare gli studi?
  • Poveri Genitori….hanno fatto buon viso a cattivo gioco…pensa che, per me, avrebbero voluto una carriera in divisa.
  • Tanto poi si sono dovuti ricredere…
  • Avranno detto…. Uff! è andata bene!…scherzo! Devo dire che mi hanno sempre aiutato, anche se le mie decisioni erano molto differenti da quello che avrebbero voluto per me.
  • Cosa ascoltavi all’epoca, quali erano i gruppi o i pezzi che ti davano quella voglia di provarci?
  • La mia musica primordiale è sempre stata il Rock…il viaggio primario della mia vita.
  • Quale è stata la città che ti ha fatto crescere di più a livello musicale?
  • Sicuramente il periodo passato in Inghilterra ha profondamente segnato la mia esistenza. E’ difficile spiegare a parole quello che era Londra in quel periodo di Punk Explosion.
  • Chiusa la breve parentesi Cafè Caracas, vuoi formare un nuova band, più adatta alle tue esigenze e al tuo annuncio risponde un personaggio che ormai conosciamo bene tutti: Gianni Maroccolo…e poco dopo arriveranno anche Francesco Calamai e Antonio Aiazzi e dopo Piero Pelù. Un’avventura, quella dei Litfiba che dura ormai da trent’anni…come ti ha cambiato essere il chitarrista rock più famoso d’Italia?
  • Ahahah…io non misi l’annuncio, ma Gianni mi chiamo’ pensando che fosse il mio (in realta’ lo aveva messo un altro Federico…F.Fiumani/Diaframma) ma visto che ci conoscevamo decidemmo di formare ugualmente una Band. Mah…in realtà non sono molto cambiato….anzi ! Faccio fondamentalmente solo quello che mi piace e sono contento che quello che faccio piaccia anche ad altri.
  • C’è mai stato un momento in cui hai pensato di voler mollare tutto?
  • Si…durante la separazione del ’99, ma il pensiero è durato veramente pochi attimi…poi la mia testa dura ha ripreso il sopravvento.
  • Vuoi raccontarci un aneddoto di quelle giornate di prove chiusi nella cantina di via Dei Bardi 32?
  • Ci vorrebbe un libro intero per raccontare tutti gli aneddoti…prima o poi li raccontero’.
  • Hai mai ripensato a come sarebbe andata se fossi diventato un biologo?
  • Sinceramente no…mi è sempre piaciuta la biologia ma la musica e’ sempre stata la mia passione principale e mi sono sempre visto con la chitarra in mano e non con l’occhio dentro un microscopio.
  • Dei pezzi da te composti quale è quello che ami maggiormente?
  • Chiaramente tutti!
  • Hai girato praticamente tutto il mondo grazie alla musica, quale è il posto più significativo per la tua crescita personale?
  • Tutti…ogni posto dove sono stato ha sempre contribuito alla mia crescita.
  • Dopo quasi 35 anni è cambiato il tuo modo di ascoltare musica? Ti rifai ancora ai tuoi primi LP o apprezzi anche il nuovo che avanza?
  • Apprezzo sempre la nuova musica, senza mai dimenticare, chiaramente, le origini…Il problema, al giorno d’oggi, è che è sempre più difficile riuscire a trovare qualcosa da apprezzare.
  • Sembri non essere cambiato, ti ho visto all’opera in tutti i tuoi ultimi concerti e devo dire che tutte le volte mi fai fare un viaggio emozionante nel tempo. Tu e i Litfiba siete stati il mio primo concerto e rimarrai sempre nel cuore. All’ultimo concerto di Milano un nonno aveva sulle spalle una bimba di 6 ed erano quasi sotto palco e al loro fianco la madre della bimba, sono 3 generazioni di fan, tu da sopra il palco come ci vedi cambiati?
  • Ahahaha…entro poco ci sarà anche la quarta generazione e poi si passerà alla quinta…per la sesta mi sto’ attrezzando.
  • Io invece noto che quando suoni e ti abbassi leggermente indietro hai sempre un sorrisetto soddisfatto, ti diverti molto nei live vero?
  • Si, sempre ! penso che divertirsi a suonare sia basilare…se non ti diverti te sul palco non puoi pretendere di coinvolgere e far divertire il pubblico. In questo non si bara!

Nel 1990 usciva Ragazzo, testo in cui si immedesimavano tantissimi di noi, come sono cambiate le problematiche di chi è senza lavoro e soprattutto noti che i giovani di oggi sono un po’ più fragili di allora?
A me sembra che le problematiche siano sempre le solite …purtroppo!… la gioventù di oggi e’ sicuramente più fragile…gli sbocchi per realizzarsi nella vita sono sempre meno e sempre più difficili.

  • Qualche settimana fa ho visto un film in cui una cantautrice metteva in vendita online il proprio cd ad 1$, che era quanto la casa discografica voleva darle come guadagno, quale è la tua opinione sui download digitali?
  • Accidenti….se il PPD ( prezzo di vendita al negoziante ) e’ ancora circa 10 euro vuol dire che le davano il 10%….pensa che la % che guadagnavamo con il nostro primo contratto era del 5,5%.

Cosa devo dire dei download? Se non ci fossero la musica godrebbe una salute migliore.

  • Cosa ne pensi dell’ EXPO?
  • Io non c’e l’ho con l’EXPO, che in ogni caso, a mio avviso, è un’ottima iniziativa, ma ce l’ho con il marcio che c’è sotto…In classico stile Italiano.
  • Secondo te perché il rock italiano non riesce più ad emergere e a farla da padrone… nelle classifiche ci sono solo certe canzonette?
  • L’Italia è sempre stata un paese Pop…. Così è e così sarà.

Ti ringrazio tanto, ora che vado a casa farò ascoltare un po’ di Litfiba ai miei bambini, devono abituarsi alla buona musica.
Ciao a tutti e grazie a Voi.

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Daniele “Diki” Di chiara