GAMBARDELLAS – Intervista alla band
Ciao ragazzi, facciamo un passo indietro, come avete deciso di lanciarvi nella carriera musicale, e quali erano i vostri ascolti giovanili?
Ciao! Wow, qui si fa un bel salto nel passato! Da che ricordo la musica ha sempre fatto parte della mia vita e questo vale anche per Grethel e Glenda. Tutti noi abbiamo iniziato da piccolissimi a suonare il pianoforte e una volta arrivati all’età dell’adolescenza abbiamo scoperto band più alternative di quelle che ascoltavano i nostri genitori. Di lì il passo per Glenda di suonare la chitarra, io la batteria e Grethel di specializzarsi nel canto. Il resto del percorso è stato piuttosto standard: le prime band, le prime canzoni composte fino alla decisione di trasformare questa passione in una professione. Gli ascolti sono sempre stati vari, da ragazzini siamo sicuramente stati molto influenzati dall’alternative rock 90: Nirvana, Tori Amos, Nine inch nails, QOTSA, PJ Harvey per citarne alcuni.
Belli i video ed avete un grande impatto sul palco, quanta importanza riveste per voi la parte immagine/video e lo stare on stage?
L’immagine è sempre una componente importante per noi: è il biglietto da visita, la confezione nella quale si propone la nostra musica. Abbiamo sempre cercato di essere il più personali possibile e di trasporre la nostra visione artistica anche nelle nostre foto e nostri video. Siamo in oltre sempre stati fortunati di poter lavorare con dei veri e propri professionisti su questo aspetto: Zoe Vincenti per le foto, Marco Misheff per i video e Silvia Ortombina allo styling. E’ una squadra molto forte e consolidata con cui amiamo collaborare e creare.
Dei vostri tour di apertura a tanti grandi gruppi che ricordo portate?
Poter aprire a grandi artisti è sempre un’esperienza fantastica. In primo luogo si ha la possibilità di suonare su palchi enormi davanti ad un mare di persone e questo rappresenta, per una band emergente come noi, un’ottima occasione di portare la nostra musica a un vasto numero di persone in un’unica volta. In secondo luogo aver la possibilità di vedere da vicino come band di successo funzionino dentro e fuori dal palcoscenico è un’occasione unica per imparare il mestiere, scoprire qualche “trucco” ed ispirarsi.
Brani come Smile sono più scanzonati e luminosi, altri, la maggior parte, scuri e potenti, in effetti risento molto sound dei miei amati QOTSA.
Sicuramente i QOSTA sono un nostro riferimento e siamo onorati di questo accostamento, stiamo però sempre più cercando di portare avanti un sound unico e personale.
Che evoluzione ha avuto il vostro suono nel tempo?
Il nostro primo disco “Sloppy Sounds” era frutto dalla mia personale collaborazione con il co-produttore Fabio Dalè ed i brani più scanzonati erano presenti su quel disco. I Gambardellas allora erano semplicemente un progetto “one man band”: non c’era ancora la ricerca di un sound definito, volevo semplicemente dare vita a brani che avevo composto nell’arco di una decina d’anni. Con l’ingresso di Glenda e Grethel abbiamo voluto definire maggiormente il sound e spingere l’acceleratore verso qualcosa di maggiore impatto. I suoni si sono fatti più “spessi”, chitarre e riff ben calibrati e nelle nuove produzioni anche la componente di synth ed elettronica ha assunto un maggior peso.
Il processo creativo come si svolge, avete ruoli definiti o fate tutto in gruppo?
Siamo una band a tutti gli effetti, componiamo e decidiamo tutto in tre. Le composizioni nascono principalmente da jam che facciamo in sala prove. Per le ultime composizioni però ci siamo avvalsi molto della tecnologia: registrare e comporre direttamente su un laptop ci ha permesso di espandere la nostra visione e sperimentare cose che non avremmo fatto direttamente sui nostri strumenti.
Suonare all’estero, che per una band italiana non è mai semplice, come è stato?
Una esperienza rinvigorente ed esaltante. Sebbene abbiamo avuto anche molte esperienze positive in Italia, non si può negare che nel resto d’Europa l’attenzione verso la musica nuova sia molto più accentuata. Noi ci siamo mossi prevalentemente nell’est Europa e abbiamo sempre avuto una risposta incredibile dal pubblico.
Concordo che Won’t give up? è una bomba, a quando il full lenght annunciato?
Grazie mille, ci fa davvero piacere! Stiamo parlando proprio in questi giorni della prossima pubblicazione: ci sono ancora alcune cose da definire ma dovrebbe uscire entro la fine del 2017.
Cosa vi piace ascoltare al momento?
Cerchiamo di focalizzarci solo su musica nuova. Io personalmente ho il mio profilo Spotify sempre sintonizzato sulla playlist “Release Radar” con tutte le nuove uscite della settimana. Ci sono così tante nuove band in gamba oggi e spesso non gli si dà sufficiente risalto. Alcuni artisti nuovi che mi hanno colpito nell’ultimo periodo sono stati: K.Flay, MISSIO e Barns Courtney. Tra quelli più conosciuti: Kills, Royal Blood e Cold War Kids.
Progetti futuri? Tour in corso giusto?
Questa estate avremo qualche data, le prime saranno il 7 luglio al Let’s Go Summer Fest (GE) e il 29 luglio al Nistoc festival (BS) anche se il tour vero e proprio partirà questo autunno. Abbiamo diversi progetti in atto e tornare a suonare in Europa è uno di questi.
MAURIZIO DONINI
www.gambardellas.eu
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CEO & Founder di TuttoRock - Supervisore Informatico, Redattore della sezione Europa in un quotidiano, Opinionist in vari blog, dopo varie esperienze in numerose webzine musicali, stanco dei recinti mentali e di genere, ho deciso di fondare un luogo ove riunire Musica, Arte, Cultura, Idee.