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DIROTTA SU CUBA – Intervista a Simona Bencini e Stefano De Donato

DIROTTA SU CUBA – Intervista a Simona Bencini e Stefano De Donato

Simona Bencini, iniziamo in maniera diversa parlando del tuo passato nel calcio con una tournée africana?
Ah Ah, il tutto iniziò nel 1997 con i Dirotta Su Cuba, volevamo sposare una causa e scegliemmo Amref con il progetto ‘Acqua? Sì grazie.” E per tuttala durata del tour raccogliemmo fondi per costruire 2 pozzi d’acqua nel Kenya, che in seguito poi io sono andata a visitare.
 
Ma tu giocavi? In che ruolo?
Ahh Ah, io stavo in difesa perché sono una che corre veloce. Lì ho conosciuto Mario Riso ed abbiamo fatto questa esperienza, che è stata bellissima, e già allora parlava di questo progetto che aveva in mente che è diventato poi i Rezophonic.

Tornando a noi, cari Dirotta Su Cuba, questa réunion si aveva da fare per fortuna con questo bellissimo disco.
In realtà è già un poco che ci siamo rimessi assieme, dal 2012, abbiamo fatto le ultime 3 date ad Umbria Jazz, alla fine ci siamo guardati negli occhi vedendo come era venuta bene la cosa, come era stato bello risentire questi brani che non sentivamo da 25 anni.
 
Ripercorrendo un attimo le tappe, avete avuto un grande successo poi uno stop per godersi i tanti milioni guadagnati.
(Risate a fiotti) Sì, di quasi 10 anni,  no non ci siamo arricchiti credici. Abbiamo avuto proprio una mala gestione come diceva Simona in un’altra intervista,  ci ripensavo stamattina, ci hanno proprio spremuto. Qualcuno ha approfittato di noi, qualcun altro aveva poco esperienza, ad esempio uno ci diceva ieri che aveva cercato un video senza trovarlo, una canzone come Gelosia non ha un video. Noi poi avevamo un contrattino di quelli dove non c’era niente, quando siamo esplosi il contratto era ancora in vigore, non avevano idea di un festival, non pensavano al Festival di Lugano, ma al Festivalbar. Noi eravamo un progetto troppo anglofono,  per loro esterofilo, ma succede sempre così per i primi di un genere. Invece ci siamo trovati catapultati a fare 6 date al Festivalbar dove non c’entravamo niente.
 
Voi avete creato un sound unico, appena si sente una vostra canzone si capisce che è dei Dirotta Su Cuba.
E poi in italiano, non è da sottovalutare. Non c’è mai stata in noi l’intenzione di essere anglofili come stile, a noi piaceva quella musica, abbiamo Simona che canta il soul coniugandolo con i testi in italiano.

Cantate i vostri grandi successi, ma a distanza di tanti anni, avete cambiato i colori, gli arrangiamenti?
Sicuramente, nel tribute al primo album ci sono stati cambiamenti, abbiamo fatto tagli e riarrangiamenti. Il primo album dei Dirotta è uscito quando eravamo troppo giovani per capire quello che stavamo facendo, comunque ha cambiato qualcosa, certi tipi di accordi, certi arrangiamenti, avevamo reintrodotto i fiati che in Italia non si sentivano dagli anni ’70. Andare quindi a rimettere le  mani su quei pezzi non è stato facilissimo, la canzone è rimasta quella, ma con piccoli cambiamenti.  Stasera facciamo una canzone nuova che è già cambiata varie volte nel corso del tour, poi ogni nostro live viene diverso, dipende dai posti, dal pubblico. 
 
Avete avuto anche tante illustri collaborazioni in questo nuovo disco.
Incontravamo tanti amici musicisti che ci dicevano “Sai sono cresciuto con i Dirotta Su Cuba”, allora gli abbiamo detto, “Bene, allora ricambiaci il favore e vieni a suonare nel nostro disco!” (risate).  Ci sono state delle punte di entusiasmo perfino eccessive, ci sono state persone che erano veramente felici di partecipare. Li abbiamo cercati poi proprio che potessero stare nel nostro disco con una scelta mirata.
 
Progetti futuri?
Volume 2, con tanti inediti. Tanti concerti, e spero tanti all’estero.
 
MAURIZIO DONINI
 
 
Membri:
Simona Bencini
Stefano De Donato
Rossano Gentili
 
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