CORDE OBLIQUE – Intervista a Riccardo Prencipe dopo il tour in Cina
9 Gennaio 2016
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I Corde Oblique nascono nel 2005 dalla ceneri dei Lupercalia ed hanno all’attivo cinque album pubblicati da label internazionali del calibro di World Serpent Distribution, Equilibrium Music, ARK records/Masterpiece, Prikosnovenie. Sono appena rientrati da una lunga tournée in Cina, dove hanno portato le musiche eteree del chitarrista-compositore Riccardo Prencipe – accompagnato dalla voce di Annalisa Madonna – che con un sound ethereal folk progressive compone e suona brani con tematicamente connesse al patrimonio storico artistico italiano. Abbiamo avuto il piacere di intervistare Riccardo.
Sono tanti anni che calcate i palchi, finora all’estero aveva fatto tour solo in Europa giusto?
Più che tour abbiamo suonato in molte città europee, abbiamo partecipato a diversi festival a Lipsia, Colonia, Berlino, Parigi, Clisson, Valona e siamo stati anche in Belgio e Olanda.
Qual è stato il vostro background musicale che vi ha portato a comporre musica nel filone cosiddetto ethereal folk rock?
Spesso ci si trova a far parte di un filone musicale un po’ per caso, quando iniziai a scrivere musica non sapevo che esistesse un filone, né sapevo che veniva chiamata così, inviai una demo tape in Inghilterra e la casa discografica World Serpent ci mise sotto contratto, era il 1999.
Ritenete che la catalogazione in cui vi hanno messo sia corretta?
Dipende dal brano, ma infondo non mi interessa più di tanto. Se quel tipo di pubblico vuole ascoltarci ne siamo lieti, siamo anche stati invitati diverse volte alla casa del Jazz a Roma, siamo inoltre spesso recensiti su siti progressive, va bene così. Diceva Marcel Duchamp: “Ci vorranno 50 o 100 anni per trovare il tuo vero pubblico, ma è solo lui ciò che conta”.
Voce e chitarra, il rapporto con l’elettronica come lo vivete?
Iin realtà nel nostro ensemble ruotano decine di voci e strumentisti, in ogni disco ci sono più di 10 ospiti, che spesso cambiano, è una sorta di bottega aperta. Ho voluto questo progetto per poter collaborare con le voci e i musicisti con cui sento maggior feeling. L’elettronica la utilizziamo per incidere i nostri strumenti in studio. Se intendi “musica elettronica” non la ascolto molto, ma quando mi imbatto in musicisti bravi mi piace ogni genere.
Andare su palchi, tenere concerti, che sensazioni provate? Fare live lo amate?
Il momento live è un po’ come quando metti alla prova quello che hai imparato in teoria. L’equivalente potrebbe essere una partita di calcio per un calciatore che si è allenato a lungo, o un torneo per un judoka… è in quel momento che la realtà viene fuori, ed è anche un ottimo termometro per valutare i nostri pregi e i nostri difetti.
Come è arrivata l’occasione e cosa vi ha portato a scegliere un percorso impegnativo come la Cina?
Siamo stati contattati da un’agenzia di concerti di Pechino, evidentemente le vendite in terra cinese erano andate bene, infatti ad ognuno dei nove concerti che abbiamo fatto c’era gente che ci conosceva.
La vostra musica può richiamarsi alle composizioni classiche di quel paese per certi versi, siete d’accordo?
A dire il vero non ci ho mai pensato, e nessuno ce lo ha mai fatto notare, ci farò attenzione.
La risposta del pubblico alla vostra proposta come è stata?
Come ho accennato pocanzi ad ogni concerto c’era una sorta di “zoccolo duro” di fans che ci conoscevano, alcuni in modo piuttosto approfondito. Molti cantavano i nostri brani assieme a noi, e alcuni hanno portato i dischi da casa per farseli autografare. Inoltre anche chi non ci conosceva ha reagito bene, tutti i dischi che avevamo sono stati esauriti, siamo estremamente soddisfatti.
Come avete trovato il paese Cina?
Grandi contrasti e tanta diversità. Tante cose da imparare, in primis il concetto di relativismo culturale. Se qualcosa per noi è strano non è detto che debba esserlo per tutti, chi l’ha detto che mangiare un conigli sia “corretto” e mangiare uno scorpione no. Ogni popolo considera il proprio punto di vista giusto e questo è causa di presunzione, guerre e incomprensioni, stessa cosa accade nel microcosmo degli esseri umani. Il nostro punto di vista sopra quello degli altri. Se imparassimo a metterlo da parte staremmo tutti molto meglio probabilmente.
Passare da Napoli a Shangai quali differenze avete notato?
Non abbiamo suonato solo a Shanghai, ma in nove grandi ciittà: Changsha, Nanjing, Xiamen, Canton, Chengdu, Tianjin, Beijing (Pechino), Suzhou, Shanghai. Tantissime differenze, la Cina rispetto a noi è una sorta di guanto rivoltato.
Dalla pizza alla cucina cinese, la sopravvivenza è stata dura?
Diciamo che viaggiando vedo a Napoli non mangiamo più pizza rispetto ad altre parti di Italia o del mondo, ovviamente si tratta di una pizza diversa dalle altre. La cucina cinese è raffinata e buonissima, nulla a che vedere con i nostri ristoranti cinesi occidentali. Mangiano molte cose piccanti, anatra, pesce, pollo, il riso viene utilizzato come pane, in bianco.
Al momento cosa ti piace ascoltare?
Genesis, Pink Floyd, Blonde Redhead, Sigur Ros , molti ensembles di Musica medievale, Shostakovich, Prokoviev e tanto altro…
Grazie della gentile disponibilità Riccardo, e complimenti per la vostra musica.
MAURIZIO DONINI
Sono tanti anni che calcate i palchi, finora all’estero aveva fatto tour solo in Europa giusto?
Più che tour abbiamo suonato in molte città europee, abbiamo partecipato a diversi festival a Lipsia, Colonia, Berlino, Parigi, Clisson, Valona e siamo stati anche in Belgio e Olanda.
Qual è stato il vostro background musicale che vi ha portato a comporre musica nel filone cosiddetto ethereal folk rock?
Spesso ci si trova a far parte di un filone musicale un po’ per caso, quando iniziai a scrivere musica non sapevo che esistesse un filone, né sapevo che veniva chiamata così, inviai una demo tape in Inghilterra e la casa discografica World Serpent ci mise sotto contratto, era il 1999.
Ritenete che la catalogazione in cui vi hanno messo sia corretta?
Dipende dal brano, ma infondo non mi interessa più di tanto. Se quel tipo di pubblico vuole ascoltarci ne siamo lieti, siamo anche stati invitati diverse volte alla casa del Jazz a Roma, siamo inoltre spesso recensiti su siti progressive, va bene così. Diceva Marcel Duchamp: “Ci vorranno 50 o 100 anni per trovare il tuo vero pubblico, ma è solo lui ciò che conta”.
Voce e chitarra, il rapporto con l’elettronica come lo vivete?
Iin realtà nel nostro ensemble ruotano decine di voci e strumentisti, in ogni disco ci sono più di 10 ospiti, che spesso cambiano, è una sorta di bottega aperta. Ho voluto questo progetto per poter collaborare con le voci e i musicisti con cui sento maggior feeling. L’elettronica la utilizziamo per incidere i nostri strumenti in studio. Se intendi “musica elettronica” non la ascolto molto, ma quando mi imbatto in musicisti bravi mi piace ogni genere.
Andare su palchi, tenere concerti, che sensazioni provate? Fare live lo amate?
Il momento live è un po’ come quando metti alla prova quello che hai imparato in teoria. L’equivalente potrebbe essere una partita di calcio per un calciatore che si è allenato a lungo, o un torneo per un judoka… è in quel momento che la realtà viene fuori, ed è anche un ottimo termometro per valutare i nostri pregi e i nostri difetti.
Come è arrivata l’occasione e cosa vi ha portato a scegliere un percorso impegnativo come la Cina?
Siamo stati contattati da un’agenzia di concerti di Pechino, evidentemente le vendite in terra cinese erano andate bene, infatti ad ognuno dei nove concerti che abbiamo fatto c’era gente che ci conosceva.
La vostra musica può richiamarsi alle composizioni classiche di quel paese per certi versi, siete d’accordo?
A dire il vero non ci ho mai pensato, e nessuno ce lo ha mai fatto notare, ci farò attenzione.
La risposta del pubblico alla vostra proposta come è stata?
Come ho accennato pocanzi ad ogni concerto c’era una sorta di “zoccolo duro” di fans che ci conoscevano, alcuni in modo piuttosto approfondito. Molti cantavano i nostri brani assieme a noi, e alcuni hanno portato i dischi da casa per farseli autografare. Inoltre anche chi non ci conosceva ha reagito bene, tutti i dischi che avevamo sono stati esauriti, siamo estremamente soddisfatti.
Come avete trovato il paese Cina?
Grandi contrasti e tanta diversità. Tante cose da imparare, in primis il concetto di relativismo culturale. Se qualcosa per noi è strano non è detto che debba esserlo per tutti, chi l’ha detto che mangiare un conigli sia “corretto” e mangiare uno scorpione no. Ogni popolo considera il proprio punto di vista giusto e questo è causa di presunzione, guerre e incomprensioni, stessa cosa accade nel microcosmo degli esseri umani. Il nostro punto di vista sopra quello degli altri. Se imparassimo a metterlo da parte staremmo tutti molto meglio probabilmente.
Passare da Napoli a Shangai quali differenze avete notato?
Non abbiamo suonato solo a Shanghai, ma in nove grandi ciittà: Changsha, Nanjing, Xiamen, Canton, Chengdu, Tianjin, Beijing (Pechino), Suzhou, Shanghai. Tantissime differenze, la Cina rispetto a noi è una sorta di guanto rivoltato.
Dalla pizza alla cucina cinese, la sopravvivenza è stata dura?
Diciamo che viaggiando vedo a Napoli non mangiamo più pizza rispetto ad altre parti di Italia o del mondo, ovviamente si tratta di una pizza diversa dalle altre. La cucina cinese è raffinata e buonissima, nulla a che vedere con i nostri ristoranti cinesi occidentali. Mangiano molte cose piccanti, anatra, pesce, pollo, il riso viene utilizzato come pane, in bianco.
Al momento cosa ti piace ascoltare?
Genesis, Pink Floyd, Blonde Redhead, Sigur Ros , molti ensembles di Musica medievale, Shostakovich, Prokoviev e tanto altro…
Grazie della gentile disponibilità Riccardo, e complimenti per la vostra musica.
MAURIZIO DONINI
sito web ufficiale: www.cordeoblique.com
Pagina Facebook artista: www.facebook.com/cordeoblique
pagina Youtube: https://www.youtube.com/user/cordeoblique
Maurizio Donini
CEO & Founder di TuttoRock - Supervisore Informatico, Redattore della sezione Europa in un quotidiano, Opinionist in vari blog, dopo varie esperienze in numerose webzine musicali, stanco dei recinti mentali e di genere, ho deciso di fondare un luogo ove riunire Musica, Arte, Cultura, Idee.