“Abbiamo rappresentato l’immagine di una nuova tradizione culturale partenopea …
In questi ultimi anni si sta verificando una riscoperta incredibile del prog e tanti giovani si stanno avvicinando per la prima volta a dischi e gruppi appartenenti a quel genere. Che ne pensi di questa nuova “fioritura”?
Mi fai una domanda difficile. Il prog sta vivendo una nuova stagione soprattutto dal punto di vista culturale che non da quello economico. Risulta ancora difficile far suonare i gruppi prog, ci sono pochissimi posti in Italia dove accade. Ad esempio il Giardino di Lugagnano, vicino Verona, alcuni club nel torinese, e qualche festival qua e là. Ora ci sarebbe stato un festival il 17 di Agosto a Schio, dove avremmo dovuto suonare noi, il Banco ed altri ma purtroppo è saltato. Quindi dal punto di vista economico per il prog si spende di più e si guadagna di meno. In Giappone da questo punto di vista c’è invece un rilancio incredibile con grandi festival dedicati. In Italia purtroppo no, e in particolar modo a Napoli dove il rock progressivo è quasi “bandito” non essendoci neppure chi prova a promuoverlo.
Su TuttoRock c’è una rubrica, che curo personalmente, dal titolo “ConsigliPerGliAscolti”, dove vengono consigliati degli album ai nostri lettori. Hai qualche disco appartenente alla scena del Neapolitan Power che ti sentiresti di nominare?
Ti posso consigliare alcune chicche come “Rosso Napoletano” di Tony Esposito, oppure “Aria”, il primo album di Alan Sorrenti. O ancora il disco di Luciano Cilio (dal titolo “Dialoghi del presente” ndr.) che non conosce quasi nessuno, un disco progressive molto legato alla musica contemporanea. Purtroppo si suicidò a 33 anni, ma era un musicista molto seguito nell’ambito della musica sperimentale, al nord lo stimavano in tanti appartenenti a quel filone mentre a Napoli nessuno se lo filava. Perciò ti dicevo di come sia difficile certe volte portare avanti alcuni discorsi artistici qui a Napoli. Le amministrazioni, in particolare chi si occupa della cultura, non possono ignorare chi esprime dei contenuti di qualità e trasmette dei messaggi importanti. Rispetto all’arte in senso stretto e alla poesia, dove ad esempio vengono promossi i pittori e i poeti che hanno veramente lasciato il segno nella storia, nella musica si ha invece una visione decisamente più penosa. Si guarda a chi riempie le piazze, con la finalità magari di essere poi ricordati in sede elettorale per aver appunto organizzato questo o quell’altro concerto.
Progetti per il futuro?
Come Osanna abbiamo in uscita entro quest’anno un docufilm su di noi e un nuovo disco. E poi visto che il 26 Ottobre compierò 70 anni, ci sarà una mostra d’arte dedicata dal titolo “I miei anni ‘70”, alludendo sia al decennio che all’età anagrafica.
Allora quello sarà un ottimo motivo per farci un’altra chiacchierata. Intanto grazie di tutto Lino, è stato un vero piacere, alla prossima!
Certamente, a presto!
Intervista a cura di Francesco Vaccaro
Studente di Ingegneria delle Telecomunicazioni presso l'università La Sapienza di Roma, da sempre animato dalla passione per la musica. Nel 2012 entra nel mondo dell'informazione musicale dove lavora alla nascita e all'affermazione del portale Warning Rock. Dal 2016 entra a far parte di TuttoRock del quale ne è attualmente il Direttore Editoriale, con all'attivo innumerevoli articoli tra recensioni, live-report, interviste e varie rubriche. Nel 2018, insieme al socio e amico Cristian Orlandi, crea Undone Project, rassegna di musica sperimentale che rappresenta in pieno la sua concezione artistica. Una musica libera, senza barriere né etichette, infiammata dall'amore di chi la crea e dalle emozioni di chi la ascolta.