MONKEY ONECANOBEY – Moco
L’hobby di ascoltare e provare a scrivere di musica, riserva sicuramente sorprese come quelle di prestare orecchio, talvolta a prodotti noiosi ma anche – chiamiamoli – piacevoli imprevisti. I Monkey OneCanObey (duo proveniente dalla provincia perugina) a mio sindacabile giudizio, riescono sicuramente a proporsi come una realtà musicale che pur facendo capo ad un rock atmosferico ove convergono psichedelia e blues nel senso più ampio del termine, divulgando il proprio verbo attraverso una propulsione giovanile in grado di distinguersi per carattere e ricerca sonora. Un modo di approcciarsi alla musica quello di Sav e Phil (Saverio Lombardelli e Filippo Baiocco i nomi di battesimo!), che mostra senza mezzi termini influenze che trovano nutrimento alla sorgente dei propri ascolti fatti di suoni veraci, un tessuto ritmico sordido e last but not least un istinto melodico a far da fissante al tutto.
È giusto evidenziare che nonostante a suonare su MOCO siano solo in due, ascoltando il disco, sembra di trovarsi di fronte ad una vera band! Ad occuparsi delle vocals e della chitarra è Sav mentre Phil detta lavorando di fino su quella tecnica vocale che porta alla fuoriuscita di suoni percussivi attraverso la beatbox. Una fascinazione per il mondo del cinema che parte dal monicker (chi non ricorda il Maestro Jedi Obi-Wan Kenobi di Star Wars) e continua con il curatissimo video per una slow ballad graffiante come “Philled Lungs” in cui la dichiarata alterazione interiore lascia sempre il posto a alla possibilità di un nuovo inizio (The freedom is gone and could not believe again – So I know gonna fill my lungs: La libertà è svanita e non potrei credere di nuovo – Perciò so di andare a riempire i miei polmoni). Spetta a “Grinning in your face”, spostare l’ago della bilancia verso sonorità avvolgenti che hanno la capacità di rapire per via anche di quella riuscita combinazione di blues and soul che in questo caso viene ad essere espresso con convinzione ed intensità pressoché uniche, per cui basta anche un ascolto per divenirne parte integrante. La vampa di “Route66” da ancor più spazio espressivo agli appassionati vocalizzi che possono anche dar modo di celebrare insieme Chris Robinson dei Black Crowes e Caleb Followill dei Kings of Leon, mentre con “I Know” ad emergere qui in maniera più consistente è una rarefatta calura desertica che precede la posata “Traintears” ove il cristallino arpeggio che ne esalta un’innata amarezza, facendola soltanto apparire, fuori contesto. Con “Lose Your Mind” (chi ricorda il beat iniziale ricorda della “Gioca Jouer” di Cecchetto?) torniamo a calpestare terreni paludosi e sofferenti che con l’introduttiva “Evolution Playstation” erano stati accennati ad inizio disco e che mai avrebbero fatto immaginare un’imprevista ed onorevole quanto personale riproposizione di quel gioiello variopinto dei Depeche Mode quale era, è (e sarà?) l’electro anthem “Personal Jesus”.
Musica che magari si sarebbe potuta arricchire con qualche competente e ruvido assolo e che pur nei suoi palesi richiami al passato. profuma di sudore puro generato da visionarietà ed emozioni che in circa mezz’ora, profonde una geniale mistura di magia e suoni idonei a far trasmigrare non solo gli amanti del genere, in un limbo di inedita risonanza emozionale.
CLAUDIO CARPENTIERI
Voto: 8/10
Tracklist:
- Evolution Playstatio
- Philled Lungs
- Grinning in your Face
- Route66
- I Know
- Traintears
- Personal Jesus (Depeche Mode tribute)
Etichetta: Jap Records;
Formato: Cd/digital ;
Release date: 4 ottobre 2017;
The Band:
Sav: vocals & guitars
Phil: beatbox
Credits:
Produced by JAP records/Monkey OneCanObey
with the great help of Leonardo Mariani and EZu.
Recorded, mixed and mastered by Federico Brizi
at JAP Perù Studios (PG)
Music and Lyrics by Monkey OneCanObey
(Except for Personal Jesus, an amazing song by Depeche Mode©)
Photo Uliana Piro
Communication madD.
Artwork by Filippo Paparelli.
Monkey Logo by Ob Queberry
Contatti:
https://www.facebook.com/japrecordsdiy/
https://twitter.com/hashtag/monkeyonecanobey
INFO E BOOKING: andrea@japrecords.it
PRESS: info@lunatik.it
Nasco Ia Ferrara nel 1966 ma dopo alcuni anni per questioni di lavoro il mio papà si trasferisce a Roma dove attualmente vivo. Cresciuto come in molti della mia generazione con lo Zecchino D’Oro dell’indimenticato Mago Zurlì (in pancia però già scalciavo al ritmo di (I Can’t Get No) Satisfaction) muovendo i primi passi verso un ascolto di massa con trasmissioni come Discoring (ispirato al Top of the Pops inglese) e successivamente mi mostravo affascinato all’iperspazio dell’innovativo Mister Fantasy(condotto da Carlo Massarini). I primi amori? Dire Straits, The Police, Deep Purple e Supertramp. Ma nel mio bel mobile ove ancora oggi continuo a custodire ed a collezionare Lp e Cd l’eterogeneità regna sovrana e c’è sempre stato spazio per tutti! Al fianco di un disco di Dylan è facile trovare un album dei Duran Duran, come subito dopo i Van Halen trovare inaspettatamente i Visage, ma anche trovare come “vicini di casa” Linkin Park e Nirvana. Sì, la musica è bella perché varia e Tuttorock incarna al meglio un luogo magico dove la disuniformità del mondo delle sette note, non può non attrarre chi alla musica non ha mai posto confini. Keep the faith…