Giuliano Vozella – Learn To Live
La grande attenzione rivolta da tuttorock.net verso musica di una certa qualità, mi porta ad ascoltare nuovamente un cantante che avevo avuto il piacere di conoscere artisticamente alcuni anni fa con “Ordinary Miles”. Un disco variopinto che si muoveva su di un percorso folk attingendo dal rock senza dimenticare un certo orgoglio popolare che ha sempre distinto certi autori pugliesi, esibendo con tanto modo una voglia di far musica che più che puntare sulla novità, mettesse in chiaro un carattere qualitativo che vorremmo ascoltare più spesso. Una varietà stilistica non convenzionale che mette in mostra il particolare viaggio musicale di cui Vozella si rende curioso protagonista, in cui prendono forma gli ascolti dedicati a cantautori britannici come Ben Howard e Lucy Rose ma anche all’America di John Mayer, infarcendo il tutto con quella chitarra jazz i cui studi lo hanno portato a laurearsi con lode proprio in quel genere.
In quest’ultima fatica i suoni si fanno più insinuanti ed elaborati, l’impeto ed il clamore sono percepibili al tatto ed il climax si mostra raggiunto laddove il songwriting si mostra scorrevole e libero quando indipendente da un’incisività strumentale che portata all’eccesso, avrebbe potuto indebolire la consistenza dei brani. Alla base vi sono sonorità elaborate e fluide che in efficace equilibrio di atmosfera, non favoriscono la preminenza di uno strumento sull’ altro, garantendo una forma d’arte persuasiva ed in grado di fondere con padronanza i diversi spunti culturali. Una forma di pop ben levigata che prende la doverosa distanza da suoni melensi ed inconsistenti, pur se non sempre alla portata di tutti i palati. Canzoni in cui affiorano la delicatezza di Ani DiFranco ma anche la sobrietà di Ed Sheeran, pur se il ricco percorso del musicista pugliese fonde l’impronta folk degli esordi con il jazz-swing che poco concede alla spettacolarità ma molto alla sostanza.
Non desta alcuna sorpresa l’orientamento jazz di “Just Now” o l’avvolgente “Even the Rain” o l’incedere di “Day Surgery” in grado di conquistare all’istante ed ancor di più nei tratti più velati, il cui sentito testo permette a tutti di entrare in un particolare periodo della vita dell’autore. Nell’ordine si susseguono canzoni che sono un’esauriente antologia della vita di tutti i giorni, ove un quotidiano fatto di storie da cui non si può che imparare (“Juggling Time” e “Over”), lascia il giusto spazio di espressione anche alla ricerca di equilibrio interiore (“Balanced Life”) senza negare neanche una toccante dedica personale (“On Your Chair”).
Un ascolto consigliato a delle menti aperte e disposte a mettere in discussione una già vasta conoscenza musicale che sempre in continua evoluzione, possa nutrirsi della freschezza esecutiva dei brani di LEARN TO LIVE, una inaspettata boccata di ossigeno per le orecchie di molti e che comincia a farmi credere sul serio che la prova numero tre di un artista sia davvero una sorta di resa dei conti, in questo caso ben riuscita.
CLAUDIO CARPENTIERI
Tracklist:
- Just Now
- Even The Rain
- Juggling Time
- Day Surgery
- The Groove
- Over
- Balanced Life
- The Meaning of the Waves
- On your Chair
- The Sun
Etichetta: Playbrown Group
Distribuzione: IRD S.r.l.
Registrato, mixato e masterizzato al Four Walls Studio (Giovinazzo, BA, Italy)
Ingegnere del suono: Alessandro Grasso.
Tutte le canzoni sono state composte, scritte e arrangiate da Giuliano Vozella.
Band:
Giuliano Vozella – Voci e Chitarre (acustiche ed elettriche)
Alex Grasso – Basso Elettrico, Rhodes e Hammond
Michele Ciccimarra – Batteria
Vincenzo Guerra – Batteria e Percussioni
Stefano De Vivo – Electronica e Sound Design
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Nasco Ia Ferrara nel 1966 ma dopo alcuni anni per questioni di lavoro il mio papà si trasferisce a Roma dove attualmente vivo. Cresciuto come in molti della mia generazione con lo Zecchino D’Oro dell’indimenticato Mago Zurlì (in pancia però già scalciavo al ritmo di (I Can’t Get No) Satisfaction) muovendo i primi passi verso un ascolto di massa con trasmissioni come Discoring (ispirato al Top of the Pops inglese) e successivamente mi mostravo affascinato all’iperspazio dell’innovativo Mister Fantasy(condotto da Carlo Massarini). I primi amori? Dire Straits, The Police, Deep Purple e Supertramp. Ma nel mio bel mobile ove ancora oggi continuo a custodire ed a collezionare Lp e Cd l’eterogeneità regna sovrana e c’è sempre stato spazio per tutti! Al fianco di un disco di Dylan è facile trovare un album dei Duran Duran, come subito dopo i Van Halen trovare inaspettatamente i Visage, ma anche trovare come “vicini di casa” Linkin Park e Nirvana. Sì, la musica è bella perché varia e Tuttorock incarna al meglio un luogo magico dove la disuniformità del mondo delle sette note, non può non attrarre chi alla musica non ha mai posto confini. Keep the faith…