THE BLOW MONKEYS – Live @ Bravo Caffè Bologna (22-4-2015)

Un’apertura in pieno stile brit-pop con Coming up for air ci catapulta subito ai ruggenti anni ’80, ci si scalda per bene , la sala piena come non mai è pronta ad accogliere il ritorno sulle scene di questo super gruppo. Wicked ways piomba come un’ascia di guerra, ritmo e melodia si fondo, Bruce inizia a sciogliersi, il sax di Neville è sempre  cool e vederlo suonare è uno spettacolo. Sulla  lussureggiante Ok! Have it your way si balla e si canta, i suoi luccichii turgidamente esibiti nel cantato fanno muovere anche le sedie. Ancora brit pop leggero e fresco con The sound of your laughter, e ci si tuffa in impietosi giri di sax con la torrida Said too much, momento molto intenso del live questo. Suoni più acidi con Wait, un bel funk che risplende nella meravigliosa cornice del Bravo. Toccante e quasi commovente nella sua carezzevole melodia Coming of Grace, poi, come un fulmine a ciel sereno, dopo avere scaldato per bene la platea, un Howard oramai padrone del palco, cala l’asso di briscola, la celeberrima  It Doesn’t Have to Be This Way. Sempre bellissima, magicamente perfetta, ci sono solo braccia alzate e ricordi di pavimenti illuminati e laser da discoteca, ma sono evergreen che non tramontano mai e l’entusiasmo da curva sud ne sono la ferrea testimonianza. La cover della super-classica Everybody’s talkin è ben fatta e manda letteralmente in visibilio i fans. Come far mancare la super-hit Digging Your Scene? Indimenticato pezzo che ha fatto ballare e sognare una generazione, ma sempre una melodia che non tramonta mai.  E via con cascate di funk-pop nelle righe di The guessing game, di Celebrate-The day after you, di Choice?  Tante le braccia alzate e le mani che battono il tempo assieme, la ritmica del duo Anker-Kiley è sempre ordinata e presente, Howard è adorabile nelle sue movenze, malgrado la mole imponente riesce ad atteggiarsi in maniera elegante e “piaciona”, Henry si sposta dal sax alla tastiera a secondo della bisogna. Richiamati a gran voce sul palco ecco scendere la serafica  Heaven Is A Place I’m Moving To, l’assolo di sax si miscela alla voce suadente e morbida, ci godiamo la sempre piacevole Shadow boxing per approdare alla superfunk Superfly, siamo allo Studio 54? No, ma potrebbe essere.  Ancora ridiscesi ed ancora ributtati sul palco, escono una gradevole On the beach e la disco di platino con la O.S.T. di Dirty Dancing, You don’t own me, un finale in grande spolvero per un splendida serata in un magnifico scenario.

Passano gli anni, aumentano le rughe ed i chili addosso in qualche caso, ma non viene meno la voglia di suonare e cantare, abbiamo perso il conto di quante volte sono stati tirati fuori gli smartphone con Shazam attivato, la frase ricorrente era “Ma è loro?”. Una band che per anni è vissuta nella parte alta delle charts anglo-americane con lanci nella Top 5 UK, comunque questa sera ci ha regalato tanta buona musica.

MAURIZIO DONINI
photoset by Nino Saetti 
Voto 8/10