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RUTS DC + Mars Valentine & The Hallucinations Covo Club, Bologna 31-12-2016  

RUTS DC + Mars Valentine & The Hallucinations Covo Club, Bologna 31-12-2016  

Niente trenini su pezzi di samba, niente cappellini colorati e fischietti: al Covo Club anche l’ultimo dell’anno quello che conta è il rock’n’roll. E il 31 dicembre appena trascorso il rock’n’roll ha trionfato con due concerti che ogni sincero fan del genere avrebbe fatto meglio a non perdere.

Alle 23.45 sale sul palco una formazione nuova nella forma, ma non nella sostanza: Mars Valentine & The Hallucinations, un combo di noti musicisti bolognesi capitanati da Mars Valentine, voce e chitarra (Tribal Noise, Hong Kong 99, The Valentines gli snodi principali del suo percorso musicale) e tre quinti de The Boozers, band nota fra i cultori del garage rock più ruvido e sanguigno. Un set di nove brani adrenalinici interrotti brevemente dal canonico brindisi di mezzanotte col pubblico. Una scaletta pensata ad hoc per la serata fatta di pezzi oscuri, b-sides, se non acetati – che probabilmente in tutta la penisola potrebbero riconoscere in dieci – perfetta per ribadire il concetto musicale in ballo questa notte e preparare a dovere gli astanti per il concerto dei Ruts DC.
Cosa dire dei Ruts DC a chi questo nome non dice nulla? Citare forse il loro brano più noto “Babylon’s Burning“, anno 1979, quando ancora si chiamavano solo The Ruts, prima della prematura scomparsa del cantante Malcolm Owen, oppure ricordare che sono stati fra i primi, insieme ai Clash, a celebrare il matrimonio fra punk/rock e reggae… Per chi li conosce non c’è molto da aggiungere: un nome, una garanzia. Nuovo recente disco dal titolo esplicativo “Music Must Destroy” che concede poco o  nulla alla nostalgia, se non nell’attitudine, quella giusta. Votato come migliore disco punk del 2016 dalla rivista Vive Le Rock, vede anche la partecipazione in uno dei singoli e nel  relativo video di Henry Rollins (uno che passò da fan a frontman della band che adorava, i Black Flag, nel tempo di un battito di ciglia!). 

Dave Ruffy alla batteria e Segs Jennings al basso, i sopravvissuti della formazione originale, ai quali si è aggiunta la chitarra di Leigh Heggarty, sono in grande forma e il concerto procede in un giusto crescendo che regala tante soddisfazioni, tra brani minori e pezzi pù noti, vecchi e nuovi. Superlativa la title track del nuovo disco: un vero mantra punk; inaspettata la cover della cover di Brand New Cadillac dei fratelli d’arme Clash. Last but not least: stile da vendere anche nel look.

Piccola riflessione finale: era giustamente impensabile nel 1977 e dintorni osannare un gruppo dall’età media di 60 anni. Ancor prima gli Who volevano morire prima di invecchiare. I Nirvana sono stati gli ultimi a infiammare poco più che ventenni la loro generazione a livello planetario. Non c’entra il talento, che a guardar bene in giro ce n’è tanto… ma il discorso si fa troppo lungo, mi permetto solo di aggiungere che evidentemente qualche ingranaggio si è inceppato. In attesa che venga riparato, ben vengano i Ruts DC e quelli come loro a ricordarci che la musica può e deve distruggere, per poi ricostruire.

Angela Zocco