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ROCK THE NIGHT con DANGER ZONE, HELLION e DEAD AFTER WEEKEND – Live @ Enjoy Club, Vi …

ROCK THE NIGHT con DANGER ZONE, HELLION e DEAD AFTER WEEKEND – Live @ Enjoy Club, Vi …

E’ una bella storia che continua quella dei Danger Zone, le “rockstar” della porta accanto, che si dedicano un’ultima serata all’Enjoy Club di Vicenza a spegnere le candeline su una torta che recita 35 anni di carriera, un traguardo sontuoso ma anche una tappa intermedia. Già perché… “the best is yet to come”, visto che questo live giunge in un momento piuttosto inusuale, ovvero a metà delle sessioni di registrazione e missaggio del nuovissimo album, previsto per l’anno imminente.

La prima sorpresa della serata è però l’apertura, affidata al puro divertimento hard-rock con l’acceleratore spianato a tavoletta dei padovani “Dead after Weekend”, che esibiscono orgogliosamente in vetrina il loro nuovo pimpante hit-single “Don’t Tread on Me”. Si percepisce inequivocabilmente che la band sa catturare tutta l’energia del pubblico, grazie ai loro chorus trascinanti (uno su tutti, la fucilata heavy di “Troublemaker”)… il tutto naturalmente condito dall’immancabile vena ironica che è diventata un po’ il marchio di fabbrica dello scalpitante quartetto.

Tocca poi ad un’altra band che si sta facendo rapidamente conoscere negli ambienti hard’n’heavy, ovvero gli “Hellion”, gruppo tributo ai mitici W.A.S.P, guidato dalla carismatica figura della frontman Marzia Fontana, che rivela una impressionante somiglianza a Blackie Lawless sia nella timbrica vocale che nei tratti del viso (oltre all’inesauribile grinta!). Il gruppo nasce delle ceneri dei celeberrimi Glamstar e riesce nel difficilissimo compito di restituire tutta la potenza della band originale, (sul palco vengono portati il celebre microfono con teschi e manubri, lo skull con la coppa di sangue e la motosega di Chainsaw Charlie), al ritmo degli intramontabili cavalli di battaglia “I wanna be Somebody”, “Wild Child” e “Sleeping in the Fire”, con una performance che lascia a bocca aperta per la voce graffiante, tagliente ma al tempo stesso sensuale di Marzia, ormai legittimamente soprannominata “Female-Blackie”, per il modo assolutamente spontaneo e naturale con cui riesce a riprodurre le sconvolgenti prestazioni del combo losangeliano.

Manca poco al “Top of the Bill”, probabilmente l’ultima occasione per gustarsi la ormai collaudata scaletta della tournèe di “Closer to Heaven” prima dei nuovi brani, ed i 6 membri dei Danger Zone consumano come di consueto il loro personale rituale di avvicinamento allo show. Matteo e Danilo sono gli “happy guys” del gruppo e si divertono con battute ed aneddoti da rockstar burlone, Giacomo raccoglie la concentrazione in una propria sfera onirica, Pier si rifugia nel supporto della propria compagna, Paolo si aggira intorno al palco come un lupo in gabbia, disponibile ma grintoso, e Roberto veste i panni del perfetto gentleman e docente, attento ad ogni minimo dettaglio. Si percepisce nettamente che i membri della band sono uniti tra di loro con una specie di filo invisibile, l’armonia e la compattezza che regna all’interno dei Danger Zone restituisce un invidiabile senso di famiglia equilibrata e stabile.

… e via! Giunge finalmente l’ora di dare vita all’atteso live, con la band che snocciola con apparente scioltezza uno ad uno i grandi classici della loro carriera, spaziando tra tutti gli album ma con un occhio di riguardo all’ultimo scintillante Lp “Closer to Heaven”. “Human Contact” si rivela come sempre una delle tracks più incisive dal vivo, con il Giga che lancia un appello al reciproco dialogo ed interscambio, in un’epoca dominata da un esasperato individualismo; “Fire Fire” assume in sede live un’aura solenne, alimentata dalle preziose cure di Pier Mazzini che la fanno assurgere ad un ruolo assolutamente centrale all’interno dello show. Il vibrante duo “I to I” e “Undying” svela l’anima più heavy e selvaggia della band e manda letteralmente in visibilio la platea, mentre la struggente ballad “Here where I belong” rappresenta un momento di avvolgente tensione e partecipazione emotiva; il pubblico non risparmia neanche una goccia di energia al potente mid-tempo di “All for You”, e viene totalmente rapito dal brano che ha dato il via al grande sogno, l’ormai cult “Line of Fire”, introdotta dall’inconfondibile tapping del Priori. La conclusione non poteva che essere affidata al robusto rock trascinante di “T’night”, sfrontatissimo hard-rock anni ’80 che è ciò che riesce meglio alla band, ultimo atto nel quale il Giga si regala il consueto botta e risposta con il suo amatissimo pubblico.

Attendiamo ora fiduciosi news del nuovo lavoro, che dalle prime indiscrezioni appare ricco di novità soprattutto in fase di songwriting, una realizzazione che avrà il compito di consolidare la credibilità internazionale del gruppo, dopo le entusiastiche recensioni a livello europeo raccolte da “Closer to Heaven”.

IVAN FACCIN