Psychiatric “Alcatraz” – Live @ Pala Panini, Modena 17-5-2018
by tuttorock
24 Maggio 2018
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Avevo già visto le spettacolo precedente, Psychiatric Circus, mi era piaciuto il modo con il quale avevano trattato gli argomenti. Il tutto si svolgeva all’interno di un’ospedale psichiatrico, appena visto che presentavano il nuovo progetto mi sono detto, perché no…
L’idea di base è quella di definire un contesto e su quello raccontare una storia che ci mostri una realtà che noi non riusciamo ad immaginare perché la vediamo solo da fuori, spezzata da momenti che sono divertenti, tristi, che fanno riflettere e ogni tanto strapparci un sorriso o a strapparci un.. “Ohoooo!!”.. vedendo gli artisti che si esibiscono.
Il contesto è Alcatraz, mi sono presentato all’ingresso e subito l’aria era quella di un carcere, tutti in fila e allineati, un secondino ci ha squadrato dall’alto verso il basso e per tutti aveva una cattiveria da dire e ad ognuno il proprio biglietto, avanzi di galera, ergastolani e infami (quelli delle prime file). Appena entrati, ci siamo ritrovati ammassati come il cortile nell’ora d’aria, loschi individui passavano tra il pubblico a fare battute e altro… non voglio rovinarvi la sorpresa.
Decisamente ero preparato ma anche così le sorprese non sono mancate, lo spettacolo è vietato ai minori di 14 anni. La nostra pausa di gruppo è finita quando è stato il momento di entrare. L’entrata è un labirinto buio e stretto, e anche qui vi lascio, appunto, all’oscuro.
Non voglio raccontarvi lo spettacolo nel dettaglio, vi toglierei la sorpresa, però qualcosa posso dirvelo e magari andrete voi a scoprire il resto.
Dove eravamo… Ah! già… siamo passati all’interno del labirinto e siamo dentro.
Per chi non lo avesse mai visto, lo spettacolo si svolge sotto un classico tendone da circo, troviamo attori e artisti che vivono e lavorano nel mondo circense, tutto perfettamente miscelato per regalarci un racconto a tratti divertente, a tratti triste.
Le figure chiave dello spettacolo sono il Direttore il cui unico scopo è applicare la legge, una sua visione assolutistica, la Psicologa che vuole aiutare i carcerati a trovare una nuova strada, il Clown che ci racconta la sua storia e non ultimo, l’attore, ha il compito di rendere tutto meno duro. Le figure di contorno, della storia ma non dello spettacolo, sono i secondini e i carcerati, noi del pubblico compresi.
Tutti i detenuti all’interno di un carcere diventano numeri e nulla di più, non hanno più diritti ma solo doveri che altri decidono per loro senza possibilità di rinuncia e questo è il compito del direttore, fare osservare le sue regole, se sei un detenuto l’unica cosa che devi fare è fare ciò che ti viene detto, puoi sognare la libertà in tutti i modi che vuoi ma devi raggiungerla e come puoi immagine non è sempre facile e non è sempre possibile.
Così Daniel, il clown, detenuto 4806, ci mostra il suo mondo attraverso date e fatti raccontate da lui in persona.
Fino a qui ho parlato della storia, andiamo ai fatti ed ai contenuti, lo spettacolo.
Inizia con musica e ritmo, un senso di liberazione per dare a tutti una speranza, e via, si parte con acrobazie sui pattini da far girare la testa, acrobati che volano appesi a ogni genere di aste e corde, numeri stupendi con artisti straordinari, non lo dico tanto per dire, ci vuole dedizione e preparazione se ciò che vedi sembra essere così facile da fare, faccio l’esempio di Erik Niemen che con il sua capriola partendo e tornando sul filo teso ci ha lasciati tutti a bocca aperta, oppure Sharin Monni dentro la sua sfera trasparente appesa in aria, ha danzato per noi, e ancora Jennifer Medini con le sue acrobazie e così tutti gli altri artisti capaci di stupirci con maestria e semplicità.
Con loro faccio un plauso a chi ha ha raccontato la storia, un bravissimo Davide Pedrini nel ruolo del direttore magistrale nel tenere il palco e bravissimo nella sua chiacchierata con la morte, la stupenda Emanuela Sabatelli nel personaggio della psicologa che porta dolcezza e umanità in questo mondo dove non ci sono spazi personali e per finire un inchino a Alberto Gamberini che ci ha regalato i momenti più di divertenti dello spettacolo e Daniel Capitanescu nei panni del Clown.
Devo poi ringraziare Sandy per la disponibilità, organizzazione e per averci raccontato come nasce uno spettacolo come questo, come sia possibile in nove mesi pensare e realizzare un nuovo progetto mentre si viaggia per tutta Italia e si è sempre alla ricerca di nuovi artisti e nuovi ospiti per regalare a noi, semplici spettatori una serata da porter raccontare.
Ci sono nuovi progetti, ci sono nuovi personaggi e nuove collaborazioni in arrivo come la partecipazione di alle date del 7 e 14 giugno di Paolo Ruffini il quale, dopo aver visto lo spettacolo, ha espresso il desiderio di farne parte e così sarà.
Insomma, spettacolo da vedere, ascoltare e sentire dentro, ogni instante regala qualcosa che ti porti a casa e sei contento di condividere, persone fantastiche e disponibili e vogliose di farci conoscere il loro mondo e e i loro sogni. Incredibile la dedizione e il rispetto che queste persone hanno per il proprio lavoro.
Avrei voluto raccontarvi di più ma ci dovete andare di persona, aspetto di vedere sui social, senza esagerare con le foto, la vostra serata e le vostre impressioni.
L’idea di base è quella di definire un contesto e su quello raccontare una storia che ci mostri una realtà che noi non riusciamo ad immaginare perché la vediamo solo da fuori, spezzata da momenti che sono divertenti, tristi, che fanno riflettere e ogni tanto strapparci un sorriso o a strapparci un.. “Ohoooo!!”.. vedendo gli artisti che si esibiscono.
Il contesto è Alcatraz, mi sono presentato all’ingresso e subito l’aria era quella di un carcere, tutti in fila e allineati, un secondino ci ha squadrato dall’alto verso il basso e per tutti aveva una cattiveria da dire e ad ognuno il proprio biglietto, avanzi di galera, ergastolani e infami (quelli delle prime file). Appena entrati, ci siamo ritrovati ammassati come il cortile nell’ora d’aria, loschi individui passavano tra il pubblico a fare battute e altro… non voglio rovinarvi la sorpresa.
Decisamente ero preparato ma anche così le sorprese non sono mancate, lo spettacolo è vietato ai minori di 14 anni. La nostra pausa di gruppo è finita quando è stato il momento di entrare. L’entrata è un labirinto buio e stretto, e anche qui vi lascio, appunto, all’oscuro.
Non voglio raccontarvi lo spettacolo nel dettaglio, vi toglierei la sorpresa, però qualcosa posso dirvelo e magari andrete voi a scoprire il resto.
Dove eravamo… Ah! già… siamo passati all’interno del labirinto e siamo dentro.
Per chi non lo avesse mai visto, lo spettacolo si svolge sotto un classico tendone da circo, troviamo attori e artisti che vivono e lavorano nel mondo circense, tutto perfettamente miscelato per regalarci un racconto a tratti divertente, a tratti triste.
Le figure chiave dello spettacolo sono il Direttore il cui unico scopo è applicare la legge, una sua visione assolutistica, la Psicologa che vuole aiutare i carcerati a trovare una nuova strada, il Clown che ci racconta la sua storia e non ultimo, l’attore, ha il compito di rendere tutto meno duro. Le figure di contorno, della storia ma non dello spettacolo, sono i secondini e i carcerati, noi del pubblico compresi.
Tutti i detenuti all’interno di un carcere diventano numeri e nulla di più, non hanno più diritti ma solo doveri che altri decidono per loro senza possibilità di rinuncia e questo è il compito del direttore, fare osservare le sue regole, se sei un detenuto l’unica cosa che devi fare è fare ciò che ti viene detto, puoi sognare la libertà in tutti i modi che vuoi ma devi raggiungerla e come puoi immagine non è sempre facile e non è sempre possibile.
Così Daniel, il clown, detenuto 4806, ci mostra il suo mondo attraverso date e fatti raccontate da lui in persona.
Fino a qui ho parlato della storia, andiamo ai fatti ed ai contenuti, lo spettacolo.
Inizia con musica e ritmo, un senso di liberazione per dare a tutti una speranza, e via, si parte con acrobazie sui pattini da far girare la testa, acrobati che volano appesi a ogni genere di aste e corde, numeri stupendi con artisti straordinari, non lo dico tanto per dire, ci vuole dedizione e preparazione se ciò che vedi sembra essere così facile da fare, faccio l’esempio di Erik Niemen che con il sua capriola partendo e tornando sul filo teso ci ha lasciati tutti a bocca aperta, oppure Sharin Monni dentro la sua sfera trasparente appesa in aria, ha danzato per noi, e ancora Jennifer Medini con le sue acrobazie e così tutti gli altri artisti capaci di stupirci con maestria e semplicità.
Con loro faccio un plauso a chi ha ha raccontato la storia, un bravissimo Davide Pedrini nel ruolo del direttore magistrale nel tenere il palco e bravissimo nella sua chiacchierata con la morte, la stupenda Emanuela Sabatelli nel personaggio della psicologa che porta dolcezza e umanità in questo mondo dove non ci sono spazi personali e per finire un inchino a Alberto Gamberini che ci ha regalato i momenti più di divertenti dello spettacolo e Daniel Capitanescu nei panni del Clown.
Devo poi ringraziare Sandy per la disponibilità, organizzazione e per averci raccontato come nasce uno spettacolo come questo, come sia possibile in nove mesi pensare e realizzare un nuovo progetto mentre si viaggia per tutta Italia e si è sempre alla ricerca di nuovi artisti e nuovi ospiti per regalare a noi, semplici spettatori una serata da porter raccontare.
Ci sono nuovi progetti, ci sono nuovi personaggi e nuove collaborazioni in arrivo come la partecipazione di alle date del 7 e 14 giugno di Paolo Ruffini il quale, dopo aver visto lo spettacolo, ha espresso il desiderio di farne parte e così sarà.
Insomma, spettacolo da vedere, ascoltare e sentire dentro, ogni instante regala qualcosa che ti porti a casa e sei contento di condividere, persone fantastiche e disponibili e vogliose di farci conoscere il loro mondo e e i loro sogni. Incredibile la dedizione e il rispetto che queste persone hanno per il proprio lavoro.
Avrei voluto raccontarvi di più ma ci dovete andare di persona, aspetto di vedere sui social, senza esagerare con le foto, la vostra serata e le vostre impressioni.
ROBERTO BECCARI
Credits: si ringrazia Psychiatric Circus per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.
http://www.psychiatricircus.it
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