Sofar Sounds Brescia Settembre 2016
by tuttorock
3 Ottobre 2016
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Arriva una email, è Sofar Brescia, ti scrivono per indicarti, il giorno precedente, il luogo esatto del concerto segreto. Non ci sono i nomi degli artisti che si esibiranno, può essere chiunque, conosciuti? Sconosciuti? Lo si può scoprire solo iscrivendosi e lasciandosi invitare all’evento. Chi non partecipa, oltre ad aver perso un’occasione per una serata che promette di essere sempre diversa dalle altre, sempre nuova, sempre emozionante, avrà perso anche un’occasione per una coccola. Sì, perché un concerto Sofar è un momento per rilassarsi sorseggiando un bel bicchiere di vino, in compagnia di tanti appassionati di musica.
Alla data di settembre gli artisti che si sono esibiti erano in tre, ogni artista ha cantato cinque suoi pezzi e in ordine sono stati:
1- Old Fashioned Lover Boy
Burn Burn
Carry On
Oh my love
Your Song
Bowling Green
2- Marta Rosa
Lullaby Firefly
Myself
Magic Island
From the pines
3- Maru
Denti da latte
Pueblo
Ninì
Ventiquattromarzo
Giorgia.
Tre artisti completamente diversi tra loro, e tutti e tre altrettanto validi, la spiccata ironia e autoironia di Maru, il graffiante Old Fashioned Lover Boy e la disarmante dolcezza di Marta Rosa che abbiamo avuto il piacere di intervistare.
Ciao Marta Rosa (Marta Del Grandi), sai cosa penso? Che oltre ad avere una bellissima voce hai il coraggio di osare. Che il tuo cd non risulta mai banale, che è giusto che tu provi con le varie sperimentazioni e che secondo me somigli molto a feist ma molto più brava. penso? Che oltre ad avere una bellissima voce hai il coraggio di osare. Che il tuo cd non risulta mai banale, che è giusto che tu provi con le varie sperimentazioni e che secondo me somigli molto a feist ma molto più brava.
-Ti ringrazio molto. È difficile veder capito e apprezzato il coraggio di osare, a cui non posso fare a meno! Sfidarmi con cose nuove è costantemente necessario. Per questo non sono mai riuscita a collocarmi in un genere musicale definito, il che rende le cose un po’ difficile a livello di marketing, ma voglio perseguire questa via.
Perché sei andata a vivere in belgio?
-Sono arrivata in Belgio nel 2012 per un Erasmus (di canto jazz) che doveva durare 6 mesi ma non è ancora finito (eheheh)
Insomma ho deciso di concludere lì il diploma. Ho vissuto per 4 mesi in Nepal nel 2014, 6 mesi in Cina nel 2015, poi tornata in Belgio ho deciso di rimanere perchè nel frattempo avevo costruito un rapporto stupendo con tre musicisti e amici meravigiosi che sono parte della mia band.
Vivere a Ghent (vivo infatti nelle Fiandre) mi ha dato la possibilità di sviluppare un mio percorso musicale personale, libero, “crossover”, con influenze molto diverse e senza dovermi etichettarmi come “cantante jazz” o “vocalist pop” o “cantautrice indie”. Insomma negli ultimi 4 anni ho fatto un po di tutto, collaborato con musicisti molto diversi tra loro, e ho cercato di entrare in contatto con chi sono veramente io e di lasciar parlare la “me” più profonda. La Marta Rosa.
Ho trovato un ambiente molto stimulante e da subito sono riuscita a crearmi molte possibilità per suonare con musicisti molto bravi e suonare live. Al Conservatorio ho potuto frequentare lezioni sia con insegnanti di jazz sia di pop e questo è stato molto interessante e ha aperto la mia visione sulla musica è sulle infinite possibilità si essere se stessi nella musica.
Musicalmente, a livello di strutture trovi differnze rispetto all’Italia?
-Come strutture, sicuramente penso che in Belgio ci sia molto supporto per gli artisti emergenti, molti più concorsi, borse di studio, un network di label, managers, venues, bookers piuttosto organico che lavora in modo compatto con gli artisti. Certo, il paese è molto più piccolo dell’Italia. Ma l’Olanda è vicina e piuttosto accessibile ad artisti di base in Belgio.
Hai già girato in giro per l’Europa portando la tua musica, il pubblico come risponde a chi non è un artista ancora “famoso”?
-In Europa ho girato in Belgio, Olanda, Germania e Svizzera e ho sempre avuto esperienze molto positive. Il pubblico è sempre stato sorprendente in quanto entusiasta. Per fortuna c’è un sacco di gente che vuole lasciarsi stupire, come la gente del Sofar Brescia.
A tal proposito ti chiedo cosa pensi della serata tenuta al Sofar di Brescia?
–Mi è piaciuto tantissimo, sono riuscita a creare una connessione molto naturale col pubblico e questo mi fa sempre sentire molto bene. Il team è stato meravigioso e ho davvero apprezzato Old Fashioned Lover Boy e Maru, che non conoscevo. Queste serate sono una ricchezza da coltivare e far crescere.
Hai uno stile diverso dal solito, fantasioso, trai ispirazione da qualche artista in particolare?
-Ultimo papiro: le ispirazioni. Ci sono sicuramente artisti e prevalentemente artiste che mi ispirano molto. Non posso non citare Björk, sarebbe ingiusto. Emiliana Torrini, la mia cantautrice preferita. Sidsel Endresen, che mi ha fatto scoprire le infinite vie della voce. St. Vincent, Anthony Hegarty, Caetano Veloso, Angel Olsen, i Nirvana…recente scoperta che mi ha stesa: Mitski. Sono stata molto colpita dal lavoro di una scultrice Colombiana di nome Doris Salcedo. Il lavoro di artisti che usano mezzi diversi dal mio sono molto interessanti per me.
Grazie Marta Rosa per l’intervista e un ringraziamento va agli organizzatori del Sofar Sound di Brescia tra cui Laura Bellavia per l’emozionante serata.
Alla data di settembre gli artisti che si sono esibiti erano in tre, ogni artista ha cantato cinque suoi pezzi e in ordine sono stati:
1- Old Fashioned Lover Boy
Burn Burn
Carry On
Oh my love
Your Song
Bowling Green
2- Marta Rosa
Lullaby Firefly
Myself
Magic Island
From the pines
3- Maru
Denti da latte
Pueblo
Ninì
Ventiquattromarzo
Giorgia.
Tre artisti completamente diversi tra loro, e tutti e tre altrettanto validi, la spiccata ironia e autoironia di Maru, il graffiante Old Fashioned Lover Boy e la disarmante dolcezza di Marta Rosa che abbiamo avuto il piacere di intervistare.
Ciao Marta Rosa (Marta Del Grandi), sai cosa penso? Che oltre ad avere una bellissima voce hai il coraggio di osare. Che il tuo cd non risulta mai banale, che è giusto che tu provi con le varie sperimentazioni e che secondo me somigli molto a feist ma molto più brava. penso? Che oltre ad avere una bellissima voce hai il coraggio di osare. Che il tuo cd non risulta mai banale, che è giusto che tu provi con le varie sperimentazioni e che secondo me somigli molto a feist ma molto più brava.
-Ti ringrazio molto. È difficile veder capito e apprezzato il coraggio di osare, a cui non posso fare a meno! Sfidarmi con cose nuove è costantemente necessario. Per questo non sono mai riuscita a collocarmi in un genere musicale definito, il che rende le cose un po’ difficile a livello di marketing, ma voglio perseguire questa via.
Perché sei andata a vivere in belgio?
-Sono arrivata in Belgio nel 2012 per un Erasmus (di canto jazz) che doveva durare 6 mesi ma non è ancora finito (eheheh)
Insomma ho deciso di concludere lì il diploma. Ho vissuto per 4 mesi in Nepal nel 2014, 6 mesi in Cina nel 2015, poi tornata in Belgio ho deciso di rimanere perchè nel frattempo avevo costruito un rapporto stupendo con tre musicisti e amici meravigiosi che sono parte della mia band.
Vivere a Ghent (vivo infatti nelle Fiandre) mi ha dato la possibilità di sviluppare un mio percorso musicale personale, libero, “crossover”, con influenze molto diverse e senza dovermi etichettarmi come “cantante jazz” o “vocalist pop” o “cantautrice indie”. Insomma negli ultimi 4 anni ho fatto un po di tutto, collaborato con musicisti molto diversi tra loro, e ho cercato di entrare in contatto con chi sono veramente io e di lasciar parlare la “me” più profonda. La Marta Rosa.
Ho trovato un ambiente molto stimulante e da subito sono riuscita a crearmi molte possibilità per suonare con musicisti molto bravi e suonare live. Al Conservatorio ho potuto frequentare lezioni sia con insegnanti di jazz sia di pop e questo è stato molto interessante e ha aperto la mia visione sulla musica è sulle infinite possibilità si essere se stessi nella musica.
Musicalmente, a livello di strutture trovi differnze rispetto all’Italia?
-Come strutture, sicuramente penso che in Belgio ci sia molto supporto per gli artisti emergenti, molti più concorsi, borse di studio, un network di label, managers, venues, bookers piuttosto organico che lavora in modo compatto con gli artisti. Certo, il paese è molto più piccolo dell’Italia. Ma l’Olanda è vicina e piuttosto accessibile ad artisti di base in Belgio.
Hai già girato in giro per l’Europa portando la tua musica, il pubblico come risponde a chi non è un artista ancora “famoso”?
-In Europa ho girato in Belgio, Olanda, Germania e Svizzera e ho sempre avuto esperienze molto positive. Il pubblico è sempre stato sorprendente in quanto entusiasta. Per fortuna c’è un sacco di gente che vuole lasciarsi stupire, come la gente del Sofar Brescia.
A tal proposito ti chiedo cosa pensi della serata tenuta al Sofar di Brescia?
–Mi è piaciuto tantissimo, sono riuscita a creare una connessione molto naturale col pubblico e questo mi fa sempre sentire molto bene. Il team è stato meravigioso e ho davvero apprezzato Old Fashioned Lover Boy e Maru, che non conoscevo. Queste serate sono una ricchezza da coltivare e far crescere.
Hai uno stile diverso dal solito, fantasioso, trai ispirazione da qualche artista in particolare?
-Ultimo papiro: le ispirazioni. Ci sono sicuramente artisti e prevalentemente artiste che mi ispirano molto. Non posso non citare Björk, sarebbe ingiusto. Emiliana Torrini, la mia cantautrice preferita. Sidsel Endresen, che mi ha fatto scoprire le infinite vie della voce. St. Vincent, Anthony Hegarty, Caetano Veloso, Angel Olsen, i Nirvana…recente scoperta che mi ha stesa: Mitski. Sono stata molto colpita dal lavoro di una scultrice Colombiana di nome Doris Salcedo. Il lavoro di artisti che usano mezzi diversi dal mio sono molto interessanti per me.
Grazie Marta Rosa per l’intervista e un ringraziamento va agli organizzatori del Sofar Sound di Brescia tra cui Laura Bellavia per l’emozionante serata.
Foto, intervista e articolo a cura di Daniele “DiKi” Di Chiara