Milano Rocks – 30 Seconds to Mars + Mike Shinoda – Indipendente Concerti / Liv …
Giornata conclusiva per la prima edizione del Milano Rocksall’Area Expo di Rho, che ha visto alternarsi sul palco Imagine Dragons(purtroppo sotto un diluvio universale), National& Franz Ferdinand, ed infine, nell’ultimo atto, Thirty Seconds to Marse Mike Shinoda.
Stavolta è un clima perfetto quello che accoglie le migliaia di persone accorse per l’ultima data del Post Traumatic Tourdi Mike Shinoda, iniziato dall’Asia e passato da Milano proprio su richiesta dei fan, tramite sondaggio on line. È passato un anno da quell’ultimo show dei Linkin Park in Italia, a Monza, e adesso Mike, dopo i momenti bui succeduti alla scomparsa di Chester Bennington, ha voglia di andare avanti a fare musica, di divertirsi senza portarsi dietro sensi di colpa.
Infatti, la scaletta è un giusto mix di brani, dall’inizialeRemember the namerisalente all’epoca dei Fort Minor, ai nuovi brani solisti di Mike del Post Traumatic EP, e ovviamente ad una selezione di pezzi dei LP, spesso eseguiti in un mash-up originale e convincente. Mike si conferma uno showman a tutto tondo, rapper, vocalist, polistrumentista, trascinatore, energico, ma anche commosso e commovente nel ricordo di Chester. “YOU HELD US TOGETHER” è la frase che mostrano tanti cartelli dei fan in prima fila, e davvero il merito di avere tenuto insieme le fila di quella famiglia che è la Linkin Park community nel mondo, spetta tutto a Mike. Il resto lo fa il pubblico, chiamato a cantare fra le lacrime le parti di Chester in In the End, ma anche pronto a rimare su tutti i brani, vecchi e nuovi, del repertorio di Shinoda. È proprio un fan, addirittura, a salire sul palco per imbracciare la chitarra e suonare in Roads Untraveled,con il benestare di Mike, che non può fare a meno di stupirsi per aver accettato senza nemmeno pensarci la proposta ricevuta al meet and greet, scoprendo così un valido axe-man.
Un grande grazie per averci permesso di rivivere ancora queste emozioni, da parte di tutti i fan!
Presto è la volta dei re della serata, i fratelli Leto, le due anime residue dei Thirty Seconds to Mars, dopo l’uscita dal gruppo del chitarrista Tomo Miličević pochi mesi fa, in un clima pacifico ma senza troppe spiegazioni. Chi aveva qualche dubbio, anche per questo, sulla riuscita del concerto, ha dovuto ricredersi: iniziamo subito col dire che i 30STM hanno dominato la scena per 90 minuti – forse un po’ pochino per degli headliner, ma ad altissima intensità. Il Monolith Touraccompagna l’uscita di America, quinto album della band, con brani che deviano lo stile dei 30STM verso una svolta elettropop, con pochi momenti veramente rock e molte hit radiofoniche, “singoloni” che si incollano in testa dopo un solo ascolto. |
Presto è la volta dei re della serata, i fratelli Leto, le due anime residue dei Thirty Seconds to Mars, dopo l’uscita dal gruppo del chitarrista Tomo Miličević pochi mesi fa, in un clima pacifico ma senza troppe spiegazioni. Chi aveva qualche dubbio, anche per questo, sulla riuscita del concerto, ha dovuto ricredersi: iniziamo subito col dire che i 30STM hanno dominato la scena per 90 minuti – forse un po’ pochino per degli headliner, ma ad altissima intensità. Il Monolith Touraccompagna l’uscita di America, quinto album della band, con brani che deviano lo stile dei 30STM verso una svolta elettropop, con pochi momenti veramente rock e molte hit radiofoniche, “singoloni” che si incollano in testa dopo un solo ascolto.
Shannon e Jared Letosalgono sul palco fra le note di Monolith, ed inizialmente Jared si nasconde un po’ nei meandri del palco, avvolto dal fumo, lasciando intravedere solo la sua sagoma sullo sfondo rosso della scenografia minimale. Via via che le prime canzoni scorrono, fra i cori del pubblico, il vocalist si fa più presente, prendendosi il centro dei riflettori e scaldando l’atmosfera da vero protagonista istrionico quale è. Baterebbe già solo il look del cantante/attore a far girare la testa (la combinazione di pantaloni zebrati rosa e camicia con maniche a sbuffo è esilarante, eppure lui riesce a sembrare credibile anche con i calzini arcobaleno), ma quel che conta di più è che la bravura vocale è rimasta immutata. Infatti, a farsi beffe dei vari critici, la voce di Jared riesce a tenere non solo nei pezzi più recenti, e onestamente più semplici, ma fa vibrare la platea anche in brani storici ad alta complessità come From Yesterdayo The Kill. Gli effetti speciali non mancano, ma al di là delle decine di enormi palloni gonfiabili colorati che vengono sparati sul pubblico, e di una esplosione di coriandoli bianchi a chiudere il concerto, tutto il resto è farina del sacco dei Leto. Coinvolgere il pubblico infatti è la loro arma migliore, inducendolo ad acquattarsi, saltare in aria, battagliare con i cori, ma soprattutto a salire sul palco con loro, a più riprese, per cantare e scatenarsi nel ballo. Bravissimo nello scovare i fan più particolari, Jared fa salire sul palco ragazzi travestiti da unicorno, ragazzi in intimo femminile, Wonder Woman in armatura bronzea, e chi più ne ha più ne metta, fino ad un bambino che dà lezioni di ballo allo stesso Jared.
Marpione come non mai, Jared flirta con il pubblico fra movimenti d’anca, sapienti strizzate d’occhio, dichiarando eterno amore ai fan italiani, la prima “seconda casa” della band già a partire dal 2006, nonché ovviamente pubblico migliore di sempre. Anche Shannon, oltre a percuotere le pelli, si prende il centro dell’attenzione alzandosi a cantare, di tricolore vestito, per la ballata Remedy. Fra i momenti più belli del live ci sono anche Do or die, per l’appunto eseguita da Jared sbandierando il tricolore e correndo per il palco e sulla passerella, e il bagno di folla in cui si immerge Jared, trattenuto solo in parte dalla security.
Il gran finale è tutto per Closer to the Edge, in cui i cori si estendono all’infinito, e una buona metà dei fan nel pit si riversa sul palco, ad attorniare Shannon alla batteria e creare una scenografia umana alla chiusura del concerto.
Fate is coming, that I know
Time is running, got to go
a cura di Irene Dogliotti
Photo reportage a cura di Elena Arzani ©
Tutte le immagini sono protette dalla Legge in materia di copyright, ne è pertanto vietato ogni utilizzo, senza previo consenso scritto dell’autore.
Ringraziamo Indipendente Concerti, Live Nation Italia per l’occasione riservataci e tutto lo staff di Milano Rocks per la gentilissima collaborazione.
SETLIST MIKE SHINODA
Remember the Name
When They Come for Me
Roads Untraveled
Ghosts
Castle of Glass
Sorry for Now
Crossing a Line
Waiting for the End / Where’d You Go
In the End
Heavy
Numb
About You
Over Again / Papercut
Make It Up as I Go
Good Goodbye / Bleed It Out
Running from My Shadow
SETLIST THIRTY SECONDS TO MARS
Monolith
Up in the Air
Kings and Queens
This Is War
Dangerous Night
From Yesterday
Do or Die
Love Is Madness
Hail to the Victor
City of Angels
Rescue Me
Hurricane
Remedy
Live Like a Dream
The Kill (Bury Me)
Walk on Water
Closer to the Edge
Elena Arzani è Docente presso la University of the Arts London di Londra. Fotografa e Consulente in marketing, comunicazione e social media management, segue artisti e progetti del settore culturale e moda e musica. Master di Laurea in Design Studies, presso il Central Saint Martin's di Londra, ha completato la sua formazione tecnica al Sotheby's Institute of Arts di NY ed alla 24Ore Business Schoold di Roma. Tra le sue collaborazioni, illustri aziende ed iconiche personalità della cultura contemporanea, da Giorgio Armani, Tina Turner, Aubrey Powell, a Guerlain, Fondazione Prada, e molti altri. Elena Arzani, Art Director di Tuttorock - elena.arzani@tuttorock.com