FLORENCE AND THE MACHINE “High as Hope tour” – Live @ Unipol Arena, Casa …
20 Marzo 2019
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Florence Welch ex Florence Robot ora solo Florence, è assodato, è una strega! Una dolce, intima, meravigliosa strega che può incantare ed affascinare platee come la Unipol Arena colme all’inverosimile e costringere quasi 20.000 persona e riporre in tasca lo smartphone alla sua gentile richiesta, “Siamo inglesi ed europei, spegnete quei telefoni e abbracciatevi”, per poi farglielo esporre con la torcia accesa e ricreare una via lattea digitale. Una carriera al fulmicotone, in pochi anni è balzata all’onore delle cronache musicali per tre album strepitosi, voce tonante su architetture alt-rock, ritmica arrembante e suoni variegati, i suoi concerti fanno sold-out il primo giorno di pre-vendita. Un ultimo album che si presenta più intimo e personale rispetto il passato, con confessioni di dipendenze ed anoressia, ma che sul palco si trasforma in un vero e proprio animale per scatenarsi in continue corse e balzi, compreso un tour nel pit a stringere mani ed abbracciare persone. Perché anche se distanti, ad un concerto dei Florence + The Machine il connubio tra folla e band è indissolubile con un’artista empatica come Florence.
Si presenta sul palco come una principessa, , lei sembra la regina di Narnia nel suo abito che diventa giallo, dopo il passato azzurro dello scorso tour, ma sempre, rigorosamente, firmato Gucci, a sbuffi e balze, ma senza farsi mancare sbarazzine trasparenze e spacchi vertiginosi . L’opening e buona parte della setlist è impegnato sui brani dell’ultimo disco, come è giusto che sia, testi e musiche più intime, che poi si sciolgono con i cellulari in tasca saltando abbracciati su Dogs days are over. L’esplosività di Florence è qualcosa di difficilmente descrivibile, un vero e proprio cataclisma che unisce una inesauribile ansia fisica a capacità vocali ed interpretative uniche, ben richiamandosi alla sua musa, Patti Smith, in Patricia. Se Moderation è incantevole, è ovvio che la parte del leone tocchi alle sue grandi hits, quali Ship to wreck, Cosmic love, What kind of a man, tale è la forza di Florence che basta una coreografia minimal, con pochi semplici effetti di luce, ad accendere la luce del live e tenerlo al massimo per tutte le due indimenticabili ore. Queen of Peace è una tempesta di potenza che spezza ogni resistenza, la band è sempre di alto livello ed ha introdotto nuovi strumenti rispetto il passato, violino e percussioni aumentano il livello musicale e ci accompagnano verso l’obbligatorio bis per chiudere con la bellissima Shake it out quello che finora diventa il più bel concerto di questo 2019.
Si presenta sul palco come una principessa, , lei sembra la regina di Narnia nel suo abito che diventa giallo, dopo il passato azzurro dello scorso tour, ma sempre, rigorosamente, firmato Gucci, a sbuffi e balze, ma senza farsi mancare sbarazzine trasparenze e spacchi vertiginosi . L’opening e buona parte della setlist è impegnato sui brani dell’ultimo disco, come è giusto che sia, testi e musiche più intime, che poi si sciolgono con i cellulari in tasca saltando abbracciati su Dogs days are over. L’esplosività di Florence è qualcosa di difficilmente descrivibile, un vero e proprio cataclisma che unisce una inesauribile ansia fisica a capacità vocali ed interpretative uniche, ben richiamandosi alla sua musa, Patti Smith, in Patricia. Se Moderation è incantevole, è ovvio che la parte del leone tocchi alle sue grandi hits, quali Ship to wreck, Cosmic love, What kind of a man, tale è la forza di Florence che basta una coreografia minimal, con pochi semplici effetti di luce, ad accendere la luce del live e tenerlo al massimo per tutte le due indimenticabili ore. Queen of Peace è una tempesta di potenza che spezza ogni resistenza, la band è sempre di alto livello ed ha introdotto nuovi strumenti rispetto il passato, violino e percussioni aumentano il livello musicale e ci accompagnano verso l’obbligatorio bis per chiudere con la bellissima Shake it out quello che finora diventa il più bel concerto di questo 2019.
MAURIZIO DONINI
Photoset by NINO SAETTI
Credits: si ringrazia Studio’s Online e Indipendente Concerti per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.
Setlist:
June
Hunger
Between Two Lungs
Only If for a Night
Queen of Peace
South London Forever
Patricia
Dog Days Are Over
Ship to Wreck
Moderation
Sky Full of Song
Cosmic Love
100 Years
Delilah
What Kind of Man
Encore:
Big God
Shake It Out
Membri:
Florence Welch – voce
Isabella Summers aka Isabella Machine – tastiere
Robert Ackroyd – chitarra solista
Tom Monger – arpa, xylofono
Dionne Douglas – violino
Hazel Mills – tastiere
Cyrus Bayandor – basso
Aku Orraca-Tetten – percussioni
Loren Humphrey – batteria
Discografia:
2009 – Lungs
2011 – Ceremonials
2015 – How Big, How Blue, How Beautiful
2018 – High as hope
http://florenceandthemachine.net
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https://www.youtube.com/channel/UCDYfiBTEPexujA5wDWvxUnA
http://instagram.com/florence
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June
Hunger
Between Two Lungs
Only If for a Night
Queen of Peace
South London Forever
Patricia
Dog Days Are Over
Ship to Wreck
Moderation
Sky Full of Song
Cosmic Love
100 Years
Delilah
What Kind of Man
Encore:
Big God
Shake It Out
Membri:
Florence Welch – voce
Isabella Summers aka Isabella Machine – tastiere
Robert Ackroyd – chitarra solista
Tom Monger – arpa, xylofono
Dionne Douglas – violino
Hazel Mills – tastiere
Cyrus Bayandor – basso
Aku Orraca-Tetten – percussioni
Loren Humphrey – batteria
Discografia:
2009 – Lungs
2011 – Ceremonials
2015 – How Big, How Blue, How Beautiful
2018 – High as hope
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Maurizio Donini
CEO & Founder di TuttoRock - Supervisore Informatico, Redattore della sezione Europa in un quotidiano, Opinionist in vari blog, dopo varie esperienze in numerose webzine musicali, stanco dei recinti mentali e di genere, ho deciso di fondare un luogo ove riunire Musica, Arte, Cultura, Idee.