Sono le voci di tutta la band a cantare la sulfurea
In-Taberna, la chitarra selvaggia dell’altrettanto bellissima
Sonia è una katana fiammeggiante, una chitarrista selvatica dalle mani incendiarie, all’opposto la sei corde di
Stefano non cede di un millimetro, una baraonda di metallo rovente e giocoso su un muro di cartelli titolati alzati dal muro di fans. Ascoltate questo pezzo e godetevi le chitarre acide, la batteria possente, poi passate a
Vermell dove ancora si staglia la voce cristallina e melodiosa di
Samantha, potremmo essere in qualche corte francese se non fosse per la
Jackson furente di quella mitragliatrice di note che è
Sonia. Veloce e precisa, il perfetto sologuitar che vorresti avere al tuo fianco, poi il suono degli strumenti medioevalelettrici di Luca sono quello che il mitico mellotron è per tante altre band rockaffini, aggiunge quel quid in più, il finale poi è tutto della cantante che straripa ancora di più. Dopo un imperdibile
Solo ghironda (solo a dei geni poteva venire in mente di pickuppare una ghironda LOL
Luca), parte la furia di
Astarte, la batteria con le pelli violentate dal bravissimo
Boscherini è uno tsunami di potenza immensa, l’organo entra con decisione e presenza colorando il tutto di azzurro, la chitarra di
Sonia inizia lentamente a liquefarsi implorando pietà mentre la voce di
Samantha è quasi di una bellezza illegale, si rimane quasi stupiti dall’inizio a seguire, su ritmi più blandi ed accarezzati di
Maledicantur. I sabba del pubblico, un pubblico che arriva armato di corni al fianco pronti a fungere da bicchiere, per dire il clima di festa che si respira, sono danze popolari contradaiole, dove al posto di mazurkine cui neanche dosi massicce di pasticche blu potrebbero porre rimedio, troviamo rock di smagliante qualità. La cornamusa di
Luca si agita maleducata al richiamo della batteria alle sue spalle, i back-vocals corrono ai fianchi, la chitarra ritmica è solenne nel suo incedere, il basso (non è solo una cantante, insomma tanta roba) di
Samantha è granitico e possessivo, la regina ci mostra anche un bass reverse di grande pregevolezza. Suoni duri, spezzati, la voce della cantante che si inspessisce,
Madre de Deus ci svela nuove corde, pioggia di acidità che pregna il suono, una singer che estrae dal cilindro acredine ed asperità andando ad esplorare nuovi dettagli, grattando sui timpani degli ascoltatori, rabbiosa e tragica nel suo interpretare la trama, un suono denso ed opprimente in maniera sugosa si addensa creando un’atmosfera affascinante, intersecata da lazzi di cornamusa.
Ghirondo ricorda brani di alt-rock, post-rock, ritmica imponente, altissima, pressione sonora come un masso, il basso di
Sam si accoppia in maniera iraconda ai lampi della chitarra di
Sonia, dieci corde di mostruosa bellezza che giocano con la sei di
Stefano all’opposto, volevate conquistare anche i fans del post-rock? Operazione riuscita, poi ci sono sempre i suoni fatati baroccheggianti di
Luca che vanno ad affrescare le pareti disegnate dagli altri diabuli. Dal post-rock ci fiondiamo direttamente nel alt torrido, se la voce di
Sam è un pennello da pittore di vaglia, le chitarre sono i pistoni di una macchina da guerra, corni, cornamuse, ghironda, organo,
Tsanich è un vaso di
Pandora da scoperchiare e divorare avidamente nota dopo nota, suono dopo suono, ogni tasto pigiato ed ogni corda accarezzata sono un regalo.
Tsone che chiude il live è un caldo riassunto di tutto il resto del concerto, tanti suoni, diverse melodie, una cavalcata tra i generi che racchiude in un brano l’universo
Diabula Rasa.
In conclusione siamo di fronte ad una delle migliori band che solcano il paese, strumentisti eccellenti, la ritmica con la batteria potente di Boscherini, la chitarra granitica di Clò, il basso, quando lo imbraccia, solidissimo di Samantha, la sua voce splendidamente atteggiata ad inneggiare sui suoni magici del geniale Luca e della bravissima Daniela, la furiosa chitarra di Sonia, che sul palco ricorda uno di quei gatti sel che fa fiammeggiare la sua sei corde come fosse una fiamma ossidrica, creano un suono come non se ne trovano. L’unica cosa che potete fare è andare ad ascoltarli su Spotify e quindi andare a comprare immediatamente il cd per godere di ogni singolo sprazzo. Sul live aggiungiamo che si tratta di una festa, una setta di giocolieri che offrono uno spettacolo dal vivo di grandissima piacevolezza, i colori, l’abbigliamento, le movenze, i trucchi, tutta l’iconografia che fa da cornice contribuisce allo spettacolo senza fare ombra alla musica (ndr: non abbiamo nominato Padre Tavor, che vedete in foto, per non incorrere nelle ire dell’Inquisizione).
MAURIZIO DONINI
Voto 9/10