Now Reading
AVATAR + Hellzapoppin’ Circus Side Show + Old Kerry McKee – Live @ Alcatraz, Mila …

AVATAR + Hellzapoppin’ Circus Side Show + Old Kerry McKee – Live @ Alcatraz, Mila …

Per la data italiana degli Avatar l’Alcatraz mette a disposizione il palco piccolo, prevedendo un afflusso di gente non eccessivo. Effettivamente appena entrati nel locale, poco prima dell’inizio dei live, la partecipazione è abbastanza scarsa, ma destinata ad aumentare decisamente con il proseguire della serata, fino a riempire quasi del tutto la parte aperta del locale con lo show degli headliner.

Ci aspetta l’esibizione di Old Kerry McKee, one man band di Gothenburg che ci trasporta sin da subito nella profonda campagna americana, con ottime sonorità folk cantautorali rock e blues. Chitarra, armonica a bocca, tamburi e un piccolo angolo di palco per questo artista con voce profonda ed emozionante, che ci regala mezz’ora di concerto suggestivo e coinvolgente.
Dopo qualche minuto di pausa, tocca ora agli Hellzapoppin’ Circus Side Show.. chissà quanti tra il pubblico sanno cosa li aspetta? Sì, perché gli Hellzapoppin’ non sono una band, ma una compagnia “circense” che propone un divertentissimo e un po’ impressionante freak show: sulle note dei Pantera sale sul palco Bryce Graves, mattatore della serata, che cerca di preparare gli astanti a tutto ciò che avverrà dopo. Bryce inizia con trapani e cacciaviti infilati nel naso, poi passa il testimone a Bryan Stock e i suoi ganci da macellaio che dal naso passano in bocca, uncini agganciati al setto nasale e alle palpebre, a cui poi vengono appese e fatte roteare dei campanacci da mucca e delle ketterball. Sempre Bryan ci delizia con avvitatori infilati in gola, un tagliaerba e una motosega tenuta in equilibrio verticale con i denti (accesa!!!) e uno spettacolare numero da mangiatore di spade, comprendente prima una semplice spada, poi una sciabola arcuata, che è stata anche girata all’interno del suo stomaco.

Si passa poi a Short E. Dangerously, uomo a metà, che solo con l’aiuto delle mani (il ragazzo è nato senza gambe) si tira su facendo delle flessioni, e poi si mette a camminare su cocci di vetro appena rotti , fino a farsi portare uno sgabello da usare come trampolino per saltarci sopra.

E’ il momento di Nik Sin, alto circa un metro ma che ingoia un palloncino giallo alto circa quanto lui, e che successivamente si presenta per un numero di escapologia alla Houdini legato per i piedi, appeso a testa in giù e imprigionato in una camicia di forza per poi liberarsi in un paio di minuti.

Uno spettacolo entusiasmante anche se sicuramente adatto solo a stomaci forti, il pubblico era equamente diviso a metà tra chi incitava gli artisti e chi volgeva altrove lo sguardo, comunque un’ottima scelta da parte degli Avatar per scaldare a dovere il loro pubblico in attesa dello show!

Sulle note di Glory To Our King, cantata all’unisono dal pubblico, il telone che nasconde il palco cade, e al di sopra della batteria, su una scenografia grandiosa, appare Kungen sul trono: Il Re è qui!

Gli Avatar sono carichi, i brani del nuovo album vengono alternati ai successi passati della band, e la cosa che colpisce maggiormente oltre alla veramente eccezionale capacità tecnica di tutti quelli che sono sul palco, è la teatralità e il carisma di Johannes, frontman di indiscusso valore, che non perde occasione di ricordare quanto sia legato all’Italia, dato che la sua famiglia ha origini proprio qui. La magnificenza che li accompagna indica che la band meriterebbe palchi ben più grandi, considerando anche che stanno collezionando diversi sold out in tutta Europa.

Una delle caratteristiche principali degli Avatar è la varietà di generi inglobati nei loro brani: si passa infatti dal death melodico delle origini, a brani molto più catchy come quelli dell’ultimo lavoro, a inserti più country, heavy metal o rock a seconda del brano proposto, senza però mai risultare banali o artefatti, ma sempre diretti ed efficaci. Su Puppet Show Johannes si cimenta anche con il trombone, per poi “comandare” John alla batteria come ogni buon burattinaio che si rispetti; su Raven Wine il travestimento prevede una grossa maschera tribale, e un ottimo growl incendia la folla. L’apice del live sicuramente viene raggiunto con due dei brani di maggior successo, Smells Like a Freakshow e Hail The Apocalypse in chiusura, con bolle di sapone sparate in abbondanza e il pubblico ormai in visibilio.

Più che ad un concerto, abbiamo assistito ad un vero e proprio spettacolo, uno show a tutto tondo. Peccato per chi non ha assistito!
 
Report & photoset by ALESSANDRA MERLIN

Credits: si ringrazia Vertigo per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento all’Alcatraz.

Setlist:
Glory To Our King (Intro)
Legend of the King
Let It Burn
Paint Me Red
King’s Harvest
Bloody Angel
For the Swarm
The King Wants You
Puppet Show
Tower
The Eagle Has Landed
War Song
Raven Wine
Reload
Smells Like a Freakshow
A Statue of the King
The King Welcomes You To Avatar Country
Hail the Apocalypse
 
Formazione:
Johannes Michael Gustaf Eckerström – voce
Jonas Kungen Jarlsby – chitarra
Tim Öhrström – chitarra
Henrik Sandelin – basso
John Alfredsson – batteria

http://avatarmetal.com

https://facebook.com/avatarmetal
https://twitter.com/avatarmetal
https://www.youtube.com/channel/UC2vSnWuu2pIUOvSRGR8J6SA
https://instagram.com/avatarmetal
https://open.spotify.com/artist/4jpaXieuls7LVzG1uma5Rs
https://itunes.apple.com/us/artist/avatar/id496555955
https://vk.com/avatar_metal_official