STRANGE SILVER MAN La metafora del migrante nel videoclip di “L’ELDORADO”
Strange Silver Man, diretto negli studios di Area Pergolesi dal fotografo e film-maker fiorentino Stefano Decarli
(www.stefanodecarli.com). Il brano, contenuto nell’omonimo album d’esordio della band uscito a novembre 2014, è stato scritto da Paolo Caporali (alias jjescalante) tra il Camerun e l’Italia, tuttavia fotografa un’illusione che guarda soprattutto al Mediterraneo. “Eldorado”, infatti, tratta la delicata figura del migrante, che si ritrova a galleggiare in un limbo (il non-luogo dove sono immersi i musicisti stessi): egli è un essere umano in procinto di lasciare la sua terra, pieno di dubbi e incertezze, ma anche pregno della speranza di trovare qualcosa di nuovo dall’altra parte, semmai riuscirà ad arrivarci, una vera e propria “pagina bianca su cui cominciare a scrivere nuovamente la sua vita”. L’uso del bianco e nero neutro delinea proprio l’aspettativa perlopiù positiva del viaggiatore, che vede i vantaggi futuri senza percepire ancora concretamente le difficoltà che lo attendono lungo il suo cammino.
BIOGRAFIA
Gli Strange Silver Man nascono a Milano nell’ottobre 2014, dalle ceneri dei Susina’s Silver Club, band rock’n’roll attiva dal 2004 sul territorio lombardo e premiata nel 2008 come migliore gruppo emergente della scena underground meneghina dal Comune di Milano.In circa 10 anni di attività i Susina’s Silver Club calcano oltre 100 palchi tra Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna, autoproducono due EP, un videoclip, costruiscono un nutrito e fedele seguito. Grazie all’esperienza live tra locali e festival perfezionano la loro sensibilità artistica e sviluppano una padronanza sempre maggiore nella tenuta del palco. Con l’uscita del primo omonimo album (10 tracce per 43 minuti, registrato al Mu.Rec Studio di Paolo Falascone e mixato e masterizzato in separata sede da Nicola Daino) gli Strange Silver Man si sganciano dal passato e, mantenendo saldo il credo rhythm and blues, si posizionano nel panorama emergente italiano fornendo la propria visione del mondo anni ’60 e ’70 in chiave moderna e cantautorale. La musica degli Strange Silver Man si traduce in una fusione originale e allo stesso tempo vintage di pop-rock e blues, arricchita da sfumature folk ispirate dalla nuova scena oltreoceano, rifinita dal sound di un sax tenore spesso nel ruolo di solista. Grazie alle esperienze umanitarie e lavorative del cantante in diversi paesi francofoni dell’Africa spicca l’uso della lingua francese in alcuni brani, anche se la maggior parte dei testi sono scritti in inglese.
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