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THE JACARANDAS – Intervista su ADDING DAYS

THE JACARANDAS – Intervista su ADDING DAYS

In occasione dell’uscita del singolo d’esordio “ADDING DAYS” ho intervistato THE JACARANDAS.

 

Ciao e benvenuti ai THE JACARANDAS su TUTTOROCK. Per prima cosa da cosa deriva il vostro nome?
Ciao a voi e ovviamente ai vostri lettori. Il nome è quello di una pianta, lo jacaranda, che quando fiorisce si veste di viola… È stato scelto per il fatto che ricordava una frase dei Creation, “our music is red with purple flashes” e per il suo gusto esotico.

THE JACARANDAS: chi sono e da dove vengono, sia come geografia che background musicale?
Siamo tutti della provincia di Brescia, tra città, Montichiari e lago di Garda. Alex (batteria) ha avuto una band tempo fa, dopo una pausa si è rimesso in gioco e da marzo è il nostro batterista. Maria (voce) e Sergio (chitarra) sono compagni nella vita, avevano un duo acustico che eseguiva canzoni dei Beatles e qualche brano originale; Matteo al basso arriva da un precedente gruppo insieme a Sergio che poi si è sciolto.

Veniamo al singolo. “Adding days”; cosa significa e di cosa parla?
Parla delle compravendite online di strumenti musicali, ma crediamo si possa estendere un po’ a tutte le categorie, e dei personaggi spiacevoli che si incontrano. Sergio l’ha scritto dopo aver provato a vendere una serie di strumenti su una nota piattaforma e aver avuto a che fare con richieste davvero assurde: sconti spropositati, richieste di spedizione sebbene fosse specificato molto chiaramente che l’articolo era consegnato solo a mano, oppure una estenuante richiesta di caratteristiche tecniche e foto per poi sparire una volta ricevute. Pochi giorni fa è capitato che un venditore cambiasse idea riguardo a un articolo, peccato che abbia deciso di farlo 15 minuti prima dell’appuntamento stabilito a cui ci si era già presentatati fisicamente. E così via. Una volta raccolte le esperienze, anche di altri amici, la canzone è venuta da sé.

Per quanto riguarda la struttura musicale, in che contesto lo potremmo catalogare?
Il genere di fatto è un blues, anche se più che il tradizionale blues americano, si rifà alle ballate acustiche dei Kinks e del British blues. Ci si sente anche un po’ di Noel Gallagher.

Chi scrive i testi. Un membro del gruppo in particolare o è un lavoro corale fra testo e musica?
La musica è di Sergio, esclusivamente, nel senso che al momento ha composto tutti i brani del nostro repertorio. Sul testo è diverso. Adding e Dhatura sono scritti da Sergio, ma in generale lui non ama scrivere i testi, quindi accetta ben volentieri una mano: l’arrivo di Matteo sicuramente sarà utile, soprattutto per portare idee nuove. Poi Maria che insegna inglese effettua la supervisione linguistica e aiuta a esprimere i concetti con una sintassi corretta. Inoltre, la prossima canzone in cantiere sta prendendo vita con l’aiuto di una nostra amica, Elisa, che sta scrivendo le parole.

Ad un primo ascolto scivola via molto gradevole, nei confronti dell’ascoltatore quale feedback vorreste ricevere indietro?
Proprio quello che hai detto tu, che è un ottimo feedback. “Scivola via molto gradevole” ci sembra splendido per una canzone pop. Adding non ha pretese di essere rivoluzionaria o di cambiare la vita a nessuno… semplicemente vorremmo che fosse una canzone piacevole da ascoltare e magari riascoltare volentieri. 

Come è stato registrato in sala “Adding Days”? In quali studi?
Abbiamo registrato in studio da “Produzioni Rumorose”, a Rivoltella del Garda. Conoscevamo già i ragazzi avendoci lavorato in passato con altri gruppi. Cesare, Mattia e Andrea sono stati super gentili e disponibili, andare da loro è stato un piacere, anche perché ti senti a tuo agio. Le registrazioni di Adding e Dhatura (che è il prossimo singolo) sono durate circa 2 giorni e mezzo: il primo abbiamo fatto le batterie e le chitarre, il secondo le voci, la terza mattinata il basso e le percussioni. Sul basso abbiamo lasciato un piccolo “mistero”. Matteo era appena arrivato in formazione, quindi per questioni di tempo, in Adding lo ha suonato il nostro amico Giovanni Boscaini. Nell’altro brano non comparirà nessuno nei crediti, ma la parte è stata eseguita dal chitarrista.

L’immagine del singolo cosa rappresenta e da chi è stata graficamente creata?
La copertina è stata elaborata graficamente da Sergio. Aveva fin da subito in mente qualcosa di legato ai motori, per indicare un viaggio o una meta da raggiungere. Inizialmente si era pensato a noi 4 divisi a coppie su una Lambretta e una Triumph in stile mods contro rockers, ma lo scatto risultava difficile e non se n’è fatto più nulla. Quindi si era ipotizzato noi 4 su una macchina vintage, ma la Citroen squalo del carrozziere che ce l’avrebbe prestata si rivelò troppo distrutta (non c’erano più neanche i sedili). Alla fine, anche pressati dalla scadenza dell’uscita, è stata usata questa. Tra le opzioni scartate terremo l’idea di noi 4 abbagliati contro la serranda di un garage come se qualcuno ci stesse per investire, stile Famiglia Addams 2, perché ci piaceva.

C’è qualche artista o band di oggi che ammirate particolarmente?
In generale ascoltiamo musica vintage. Alex ascolta i classici anni 60/70, tipo Hendrix, Cream, Led Zeppelin. Matteo ama molto gli Smiths, i Libertines, il Britpop di Oasis e Verve, così come Sergio, che da ex mod ascolta ovviamente Paul Weller, insieme al Britpop, preferendo però i Blur e i Kula Shaker. Maria infine ascolta musica jazz lounge e dance pop, tipo i Moloko per intenderci. Tutti e quattro siamo messi d’accordo dai Beatles. Di contemporanei potrebbero piacerci i Blossoms, Tame Impala, e in Italia diremmo Colapesce Dimartino per le canzoni e i suoni molto eleganti e raffinati.

Nel vostro futuro cosa avete in programma? Spazio per i live o preparazione di nuovo materiale in sala?
In sala ci torneremo a settembre con una o due canzoni, se saranno pronte. In generale non usciremo con più di due singoli l’anno. Per quanto riguarda un possibile album, faremo come le band degli anni 60, raccoglieremo i singoli rimasterizzati, magari aggiungendo un inedito. Il live lo stiamo preparando. Suoniamo insieme da poco, quindi c’è molto da lavorare. Ci interessano prima di tutto i festival, che consideriamo il nostro palco ideale, soprattutto per il clima festoso che si respira, con tanti gruppi diversi, con un pubblico veramente interessato alla musica, ma anche per una questione pratica di durata della performance: avendo un repertorio quasi solo di inediti è più difficile suonare due ore, come invece dovresti fare nei locali. Poi proveremo a proporci ai circoli Arci e ai club che danno spazio alle band di inediti, quindi con un pubblico che viene apposta per il concerto. Per conseguenti motivi abbiamo deciso di non dedicarci a quei locali e ristoranti con palchi destinati a cover e tribute band che intrattengono i clienti che consumano. In generale ci piacerebbe l’idea di suonare in luoghi, anche esteticamente, belli, non troppo grandi e curati. Quindi anche se sarà più complesso e con il rischio di suonare (molto) di meno, cercheremo di essere selettivi e di concentrarci su quei posti che ci piacciono davvero. 

Grazie mille per il tempo dedicato. Buona musica e buon tutto!
Grazie a voi! 

FILIPPO MAZZINI

Band:
Maria Orlini (voce)
Sergio Lingeri (chitarra)
Matteo Gorini (basso)
Alex Zoli (batteria)

https://www.youtube.com/@THEJACARANDAS_it
https://www.instagram.com/the__jacarandas__/