UZEDA live @ i Candelai, Palermo 15/11/2024
Uzeda live @ i Candelai, Palermo_15/11/2024
In un live degli Uzeda, oggi, c’è tutto quello che mi aspetto di trovare in un concerto rock e da tempo non trovo più, anche frequentando serate di band energiche e ben strutturate.
Ad un concerto degli Uzeda trovi la realtà del suono nella sua accezione più completa. Un muro, compattissimo. Senza finestre. Che se da un lato ti chiude lo sguardo, dall’ altro ti apre la mente, costringendoti a sviluppare la fantasia. Oltre quel muro non vedi, eppure puoi costruirti, di canzone in canzone, la tua personalissima idea di cosa vuoi trovarci oltre.
Gli Uzeda sono la rappresentazione della realtà più “analogica” che si possa sperimentare. Una formula perfetta, antica, diretta. Ti regala le sensazioni che potrebbe darti guidare l’ultima auto rimasta ad avere un motore a scoppio, in un mondo di auto elettriche. Niente elettronica. Un volante, tre pedali, una leva del cambio rigorosamente manuale. La realtà inconfutabile di una formazione formata da batteria, basso, chitarra e voce. Non serve altro.
Inizia le danze Raffaele Gulisano, con l’iconico ed ipnotico giro di basso di “This Heat”. Un bordone di tre pennate che ti si può piantare in testa per settimane. La chitarra dà una spalla di supporto, la voce fa il suo ingresso. Tutto sembra la rappresentazione di un grande felino che entra in un ambiente che non conosce. Un pezzo interlocutorio. Fiutano chi c’è in sala, prendono le misure del palco.
La chitarra di Agostino Tilotta comincia a crescere. Un fraseggio veloce che poi si stoppa repentinamente. Rientra con l’ingresso dei timpani di Davide Uliveri. Un suono pieno, sontuoso. Un mare che va e viene in una sequenza di rimandi, fino all’acme della voce di Giovanna Cacciola che svela il suo urlo di disperazione. La disperazione del bugiardo (“I’m a lier”) dinnazi alla verità delle cose.
I brani si susseguono senza soluzione di continuità: “Gold”, “Red”, “Mistakes”.
Arrivati al quarto brano ti accorgi di come il quartetto Catanese si è presa tutta la sala. Un mare di gente stipato in uno dei locali più bui e suggestivi nel cuore pulsante della città di Palermo: i Candelai. Un pubblico che comincia ad agitarsi, ad ansimare all’unisono, man mano che i ritmi della scaletta cominciano a farsi incalzanti e l’umidità dei corpi a condensare.
I volumi, meravigliosamente insostenibili, cominciano a lacerare le membrane timpaniche. Ma nessuno soffre, anzi. Ci si gode questa meravigliosa perdita dei sensi. A questo punto non è più necessario sentire con l’udito. Perché gli Uzeda sono riusciti nel loro intento: rapirti per portarti in una dimensione superiore, dove non sono solo le orecchie a sentire, ma tutto il corpo.
“Soap”, “Deap Sea”, “Speaker’s corner”…
Ti guardi allo specchio. Non riconosci più la tua faccia, le tue mani. Una superficie a 5 dimensioni ti sta restituendo il ritratto di qualcosa che da tempo non esperivi più: le tue emozioni.
Il pubblico, eterogeneo, non è più in sé. Sembra come se dai condotti di aereazione stessero insufflando una qualche portentosa sostanza stupefacente. I volti delle persone sono felici, sorridenti, cullate da suoni antichi, che l’anima conosce e riconosce.
Vivi la percezione netta di non essere più ad un concerto, ma di partecipare ad un rito sciamanico.
“Stomp”, “Montalbano”, “Nothing but the stars”
Il tempo comincia a non scorrere più in maniera lineare. I ritmi di batteria si fanno sempre più incalzanti. Il cuore comincia a dimenticare il suo ritmo e a seguire quello della cassa. Tilotta inanella un riff dietro l’altro con la velocità di un adolescente. In tutti e quattro c’è la compostezza e la consapevolezza di ciò che si sta facendo. Le urla di Giovanna si fanno di brano in brano più disperate. Rapita da un flusso di coscienza allarga braccia e gambe e si fa attraversare dall’energia del momento… del palco… della sala… dell’intero pianeta. Un urlo disperato, ma pure felice, liberato e liberatorio.
Capisci che in quell’urlo è racchiusa tutta la verità di questo mondo.
Ecco perché chi ce la vuole nascondere ha bisogno di tonnellate di autotune.
Perché basta un urlo così per liberarsi dal giogo stesso della vita, dei conformismi posticci a cui col tempo ci siamo arresi. E gli Uzeda questo sono. L’ultima scintilla di un mondo che non c’è più, ma che pure non vuole morire.
“Camillo”… “Steam, Rain, and Staff”…
Dopo un live così, se non sei stato totalmente lobotomizzato dalle dinamiche condizionanti di questa Società, ti sorprendi a pensare… a pensare come oggi tutti i bisogni siano indotti. A quanto ancora ci sarebbe bisogno di musica “d’emergenza sociale”. Perché se è vero che siamo in piena era di accelerazione “artificiale”, dall’altra, l’essere umano, è ancora quella scimmia analogica che ha bisogno, per crescere, di raccontare, di raccontarsi e di vivere la realtà oggettiva delle cose. Potrei mettere sul piatto mille altri discorsi, fare milioni di altre metafore, ma in fondo serve dire una cosa sola: gli Uzeda sono attualmente il miglior live act di questo Paese!
MASSIMILIANO AMOROSO
Photoset by JOSEPH TALLO
Credits: Si ringrazia Roberto Cammarata, Fat Sound e i Candelai per la cortese disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento
BAND:
Giovanna Cacciola (Vocal)
Agostino Tilotta (Guitar)
Raffaele Gulisano (Bass)
Davide Uliveri (Drums)
https://www.facebook.com/p/Uzeda-100053453154442/?locale=it_IT
https://www.instagram.com/uzedaband/
http://www.touchandgorecords.com/bands/band.php?id=84
https://www.temporaryresidence.com/
Uzeda @ I Candelai (Palermo) - Pics by Joseph Tallo
SETLIST:
This Heat
Gold
Red
Mistakes
Soap
Deep Blue Sea
Speaker’s Corner
Stomp
Montalbano
Nothing but the stars
Camillo
Steam, Rain, and Staff
Uzeda - Deep Blue Sea
Massimiliano Amoroso, architetto e bassista elettrico. Cresciuto alla corte di alcuni dei più grandi produttori italiani (Franco Patimo, David Lenci, Rob Ellis, Matteo Cifelli, Alessandro Sgreccia, Paolo Mauri, Daniele Grasso), nel tempo ha proposto, in veste di fondatore e songwriter, bands alternative-rock quali Betty Ford Center (oggi Betty Poison), Milk White, Bye Bye Japan, Electro Malicious ed altri. Con queste formazioni ha vinto oltre quindici Premi Nazionali, tra i quali Heineken Jammin’ Festival e Red Bull Tourbus, ed innumerevoli piazzamenti di prestigio (Finalista Tour Music Fest, Sanremo Rock, etc). Le stesse formazioni vantano aperture ai maggiori artisti internazionali (Jamiroquai, Yann Tiersen, Glasvegas, etc) ed a moltissimi artisti della scena nazionale (Elio e le storie tese, Linea 77, Tre allegri ragazzi morti, 24 Grana, Super Elastic Bubble Plastic, Piotta, Frankie HI NRG, 99 Posse, etc). Con le sue band si esibisce in numerosi festival (Neapolis, Home Festival, etc) ed in passato si esibisce con regolarità anche all’estero (Francia, Olanda, Belgio, Germania, etc). La sua musica è stata recensita dai principali magazine nazionali (Rolling Stone, Rumore, Raro, Rockerilla, Repubblica, etc) e frequentemente viene passata nei network nazionali (Radio Rai, Rai Stereo, Rai 3, R101, Rock Tv, etc). Da qualche anno collabora con diverse redazioni di siti musicali fra cui TUTTOROCK