Now Reading
LICCIARDI – Intervista al cantautore che presenta il nuovo Ep

LICCIARDI – Intervista al cantautore che presenta il nuovo Ep

In occasione dell’uscita dell’Ep “Una Luce Più Chiara”, ho avuto il piacere di intervistare Licciardi, cantautore catanese di nascita e bolognese d’adozione classe 1991.

Ciao e benvenuto su Tuttorock, parliamo subito di questo tuo nuovo Ep, “Una Luce Più Chiara”, che riscontri stai avendo dagli addetti ai lavori e dai semplici ascoltatori?

Ciao a tutti e grazie per avermi ospitato. Allora, l’ep sta avendo buoni riscontri tra gli addetti ai lavori e a quanto vedo anche tra la gente. E questo mi fa molto piacere!

La pandemia ha avuto su di te un impatto molto duro, poi hai scoperto Nick Drake che ti ha cambiato la vita, in quale modo?

La sua musica, in quel preciso momento ha rappresentato per me un riparo, una culla. Ho sentito nei suoi testi e nella sua musica quello che provavo in quell’esatto momento e quello che avrei sempre voluto scrivere io. Ad oggi lo vedo come un punto di riferimento imprescindibile anche nella scrittura delle mie canzoni.

Come nasce solitamente un tuo brano, da un riff, da una parola, da un tema?

Di solito nasce stranamente prima il testo. Dico stranamente perché usualmente si scrive prima la musica e poi le parole. Per me è l’opposto: voglio che siano le parole a dettare quelli che possono essere le declinazioni musicali, il concept. Solitamente le parole mi vengono in mente mentre cammino o faccio tutt’altro. Generalmente mentre sono perso nei miei pensieri. Allora quando arriva un’idea interessante la metto su carta (o sul computer) e poi ci costruisco una canzone a seconda del mood che quelle parole rappresentano.

La foto di copertina da chi e dov’è stata scattata?

La foto è stata scattata da un fotografo amico mio di Milano; Armando Bonfanti. Le zone sono quelle del Parmense.

Dalla solare Sicilia alle nebbie padane, una scelta che rifaresti?

Tutta la vita. Paradossalmente da siciliano amo la nebbia, il freddo e il buio. Trovo nei luoghi della “Bassa” una malinconia e un romanticismo unici in tutta Italia. Ogni volta che mi trovo a fare un tragitto magari per andare in sala prove, o da amici fuori città, rimango incantato dalla oscura bellezza dell’Emilia.

Quando e come ti sei avvicinato al mondo della musica?

Da piccolo. Mia nonna era una cantante lirica, mio zio è un cantante lirico. Mia madre una grande appassionata del cantauorato italiano e della musica anni 80. Sono nato nella musica praticamente. Poi un giorno da bambino ho visto i Red Hot Chili Peppers al Festivalbar e ho deciso che volevo suonare la chitarra elettrica come John Frusciante, che, ai tempi, mi sembrava venire da un altro pianeta. Così ho iniziato a suonare la chitarra intorno ai 13 anni e non ho più smesso

Se tu dovessi descrivere con tre parole cosa significa la musica per te, quali sceglieresti?

Sicuramente riparo, in quanto la musica ha sempre rappresentato per me un luogo dove nascondermi dal reale, poi direi condivisione perchè credo che non ci sia niente come la musica quando si parla di condividere emozioni con i tuoi amici, sia che si parla di ascoltare che di suonare insieme. I miei più grandi amici condividono con me la scoperta condivisa dei grandi dischi della storia, ed è grazie a quei dischi che siamo diventati forse così amici. In ultimo direi che la musica è anche e soprattutto costanza perché richiede tanti sacrifici fisici e mentali che devono essere ripetuti nel tempo per ottenere i risultati sperati.

Nick Drake a parte, quali sono i cinque dischi che porteresti sempre con te?

Direi Californication dei Red Hot Chili Peppers, Axis Bold As Love di Jimi Hendrix, Continuum di John Mayer, Una Somma di Piccole Cose di Niccolò Fabi, La Terza Guerra Mondiale degli Zen Circus.

Hai già qualche tuo spettacolo in programma?

Non ancora ma spero a breve.

Grazie mille per il tuo tempo, ti lascio piena libertà per chiudere questa intervista come meglio preferisci.

Grazie mille a voi. Viva la musica e abbasso i talent show. Buon lavoro!!

MARCO PRITONI