BAD BREEDING – Contempt
Punk’s not dead oltre ad essere il titolo di un disco degli scozzesi The Exploited, non è stata solo la frase che avrete visto capeggiare su vistose magliette di irriducibili nostalgici di un’epoca musicale che in Inghilterra vedeva a capo Sex Pistols e The Clash, ma anche una way of life che in tanti musicisti hanno fatto propria tentando di trasmettere con la musica le sensazioni di un’ancestrale ribellione la cui rilevanza si è cementificata nelle decadi successive.
Tra i migliori e contemporanei proseliti di quel movimento ci sono senza dubbio i Bad Breeding provenienti da Stevenage (a mezz’ora da Londra), che pur facendo maggior riferimento a Crass e Flux of Pink Indians, sono veri e propri interpreti di devastanti esplosioni punitive che rasentano un oltranzismo sonoro che si fonde ottimamente con testi urlati, dove futuro libero, solidarietà e restrizioni dello Stato sono tra i temi più gridati. Un’aggressività fatta di hardcore punk che qualcuno potrebbe anche definire punk metal, divenendo perfetta e feroce espressione di una politica ideologica, dove la violenza verbale diventa un tramite tra musica e rabbia manifestata con al centro tematiche sociali che la fanno da padrone, supportati da ritmi vertiginosi che ci rimandano indietro di quattro decadi e alle infuocate esibizioni live che ne erano l’ambita sublimazione.
A due anni dalla furia di HUMAN CAPITAL arriva CONTEMPT (sempre su One Little Indipendent Record), con cui Chris Dodd (vocals), Angus Gannagé (guitar), Charlie Rose (bass), and Ashlea Bennett (drums) provenienti dall’Heartfordshire, confermano che la volontà di colpire a suon di riff e ritmi forsennati non è assolutamente passata. L’irrequietezza degli stati di animo che traspare dai brani dove i temi di interesse sociale dall’austerità alla distruzione del pianeta non si attenua minimamente durante l’ascolto dell’intero disco, in cui chiassosità sonora ed invettive verbali la fanno da padrone. Il tutto miscelato a dovere sempre guardando in avanti, muovendosi in maniera diretta nei meandri di un suono battagliero e senza fronzoli che ha contraddistinto la band dagli esordi.
Non può mancare la provocazione e lo si evince anche da titoli come “Survival” (rudimentale energia punk), “Retribution” (esplosivo hardcore d’annata) o “Liberty” (due minuti al fulmicotone) e l’imprevista riflessione alternative che marchia Gilded/Cage (con pillole della migliore furia thrash). Con l’incandescente “Discipline” che potrebbero ricordarci i Discharge, le stridenti note di “Vacant Paradise” ed il claustrofobico iniziale basso e le stridule chitarre della title-track riportano il climax ad un post-punk viscerale e dal ritmo serrato con i piedi ben piantati in un sound velenosamente corrosivo che riesce ancora ad essere fresco e scalpitante. Un massacro uditivo che si erge a specchio della realtà odierna ma che in 37 minuti statene certi qualche vittima la mieterà.
CLAUDIO CARPENTIERI
Tracklist:
Temple of Victory 05:20
Survival 02:49
Devotion 02:17
Liberty 02:07
Discipline 05:22
Retribution 01:53
Gilded Cage / Sanctuary 05:31
Vacant Paradise 02:59
Idolatry 03:11
Contempt 05:38
Credits:
Data d’uscita: 14 giugno 2024
Label: One Little Indipendent Records – Bertus
Recorded and produced by Ben Greenberg at Chapel Studios, Alford, U.K.
Assisted by Pieter Rietkerk
Mixed by Ben Greenberg at Circular Ruin Studio, New York City, USA
Mastered and cut by Matt Colton at Metropolis Studios
All songs written and performed by Bad Breeding
VOTO
Band:
Chris Dodd (vocals)
Angus Gannagé (guitar)
Charlie Rose (bass)
Ashlea Bennett (drums)
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Nasco Ia Ferrara nel 1966 ma dopo alcuni anni per questioni di lavoro il mio papà si trasferisce a Roma dove attualmente vivo. Cresciuto come in molti della mia generazione con lo Zecchino D’Oro dell’indimenticato Mago Zurlì (in pancia però già scalciavo al ritmo di (I Can’t Get No) Satisfaction) muovendo i primi passi verso un ascolto di massa con trasmissioni come Discoring (ispirato al Top of the Pops inglese) e successivamente mi mostravo affascinato all’iperspazio dell’innovativo Mister Fantasy(condotto da Carlo Massarini). I primi amori? Dire Straits, The Police, Deep Purple e Supertramp. Ma nel mio bel mobile ove ancora oggi continuo a custodire ed a collezionare Lp e Cd l’eterogeneità regna sovrana e c’è sempre stato spazio per tutti! Al fianco di un disco di Dylan è facile trovare un album dei Duran Duran, come subito dopo i Van Halen trovare inaspettatamente i Visage, ma anche trovare come “vicini di casa” Linkin Park e Nirvana. Sì, la musica è bella perché varia e Tuttorock incarna al meglio un luogo magico dove la disuniformità del mondo delle sette note, non può non attrarre chi alla musica non ha mai posto confini. Keep the faith…