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GIALLO – Intervista su “Testa di casse” feat Wilde

GIALLO – Intervista su “Testa di casse” feat Wilde

“Testa di casse” è il nuovo singolo di Giallo feat. Wilde, disponibile da venerdì 20 settembre per CITRO. Giallo, crasi di Giacomo Pisanello, nasce a Lecce nel 1997 e inizia a suonare il pianoforte prima ancora di imparare a scrivere. Negli anni delle medie inizia a suonare il clarinetto, strumento che lo accompagnerà negli anni successivi, nel suo primo percorso in conservatorio durato tre anni. Abbandonato il clarinetto si riavvicina al pianoforte classico e alle tastiere anche da un punto di vista accademico, iniziando quindi il suo secondo percorso al conservatorio abbandonato solo due anni dopo. È con la sua prima band che inizia ad approcciarsi al canto, al songwriting e alla produzione musicale per e con altri artisti. Nel 2018 inizia a scrivere insieme all’autore Piero Romitelli e nel 2019 si iscrive a composizione pop/rock presso il Conservatorio di Lecce. Nello stesso anno viene convocato tra i 15 autori/produttori selezionati da Sony/ATV per il Songwriting Camp e si aggiudica poi una borsa di studio che gli permette di frequentare il CET di Mogol. Nel 2021 insieme a Margherita De Francesco fonda il collettivo CITRO, nel quale produce il brano vincitore del Festival di Castrocaro. Nel 2022 si laurea in Composizione Pop con 110 e lode e si trasferisce a Milano dove conclude il suo primo album da solista. Nel 2023 il suo progetto e il collettivo CITRO collaborano con Enrico Molteni per il rilascio del suo primo album #FFB427. Il suo 2024 si apre con l’uscita dei singoli Effetto Mentos, il 26 gennaio,  Non ci casco più, il 19 aprile e Monica, il 7 giugno.

Ciao Giacomo, piacere di conoscerci e averti sulle pagine di Tuttorock. Vuoi iniziare raccontandoci come ti sei avvicinato alla musica? Il tuo primo strumento è stato il pianoforte, che non è cosa così tanto frequente.
Ciao, grazie a voi per la possibilità di fare questa chiacchierata! Sono cresciuto in una casa piena di strumenti e dischi, grazie ai miei genitori che suonavano e cantavano per passione. Dopo aver fallito miseramente in quasi tutti gli sport, mia madre ha deciso di portarmi in una scuola di musica. Ho scelto il pianoforte perché mi ispirava di più, e da quel momento è nonostante i tira e molla ho sempre continuato a suonarlo. Nel frattempo, ho imparato anche a suonare qualche altro strumento, ma il pianoforte è rimasto il mio primo amore, e sono felice di averlo scelto. Secondo me, è lo strumento perfetto per iniziare a fare musica da piccoli. 

I tuoi primi ascolti musicali quali sono stati?
Come dicevo sono cresciuto circondato da dischi, e tra gli artisti che più amavo da bambino un posto importante nel mio cuore lo hanno i Beatles, così semplici e orecchiabili ma allo stesso tempo unici. Credo che nelle mie canzoni si senta tanto questa reference. Più tardi ho poi scoperto l’amore per i testi iniziando ad ascoltare tanta musica italiana, dai cantautori al rap: il mio primo amore al liceo sono stati gli Articolo 31. 

Dal pianoforte al clarinetto e ritorno, come è andato questo viaggio? L’esperienza con il clarinetto ti è servita?
Credo che ogni esperienza sia utile, anche quelle che sembrano una perdita di tempo. Il mio breve capitolo con il clarinetto risale ai tempi delle medie. Col pianoforte stava diventando una relazione troppo seria e quindi gli ho chiesto una pausa. A quell’età ogni stimolo è importante e suonare il clarinetto in un’orchestra mi ha fatto capire quanto è bello fare musica con gli altri. Non a caso quando ho ripreso in mano il pianoforte (e non sulla spalla come Venditti), ho subito formato la mia prima band! 

Dalla Sony/ATV alla scuola di Mogol, quanto sono servite queste esperienze formative?
Sono state entrambe delle esperienze indimenticabili, in particolare il CET di Mogol, dove ho trascorso tre settimane isolato dalla routine dedicandomi esclusivamente alla musica: era la prima volta in cui toccavo con mano questo mondo in modo così profondo accanto a persone che ammiro e da cui ho imparato moltissimo. 

La tua prima esperienza importante mi pare sia stato il collettivo CITRO, cosa ci racconti attorno a questa combo?
CITRO nasce con l’intento di creare un nostro spazio sicuro, con le nostre regole e i nostri equilibri. È un po’ il nostro credo, grazie al quale avviene la magia: avere valori umani e musicali in comune è fondamentale, ma la vera ricetta segreta è condividere gusti e passioni, gasarci e spronarci sempre a vicenda per fare cose belle, sopportandoci e sopportandoci sempre. 

Dopo altri singoli, arriva adesso questo “Testa di casse”, una sorta di urlo di ribellione verso un certo mondo direi, qual è la tua idea come creatore e compositore del brano?
Il titolo della canzone rappresenta perfettamente il mio progetto, o meglio, me. Un gioco di parole che sembra improbabile ma che nasconde un grande significato: l’importanza di sbagliare, fare cazzate e perdersi, ma alla fine ritrovarsi sempre nella musica, tra un colpo di cassa e l’altro. Nasce di getto come tutti gli sfoghi e parla di musica, di apparenze, di spritz, di correre e soprattutto di caschi, tema ricorrente anche nel mio precedente singolo “Non ci casco più”, uscito ad aprile. Appena trasferito a Milano, ho faticato a trovare il mio ritmo e a capire le mie esigenze, sentendomi in colpa per non essere sempre al passo. Ho trasformato queste sensazioni in musica, dando vita a “Testa di casse”.  

Musicalmente ti muovi su un pop molto rock, potente, tu come si poni e senti dal punto di vista musicale?
In “Testa di casse” è rivenuto fuori il Giallo delle prime band e mi sono divertito tantissimo a buttare giù le schitarrate rock, che si sposavano benissimo con il sound dance elettronico del brano e con il suo intento di ribellione. Musicalmente mi piace spaziare, rimanendo sempre pop e con delle caratteristiche fisse, come lo stile delle topline e la follia dei testi, ma variando tanto la palette sonora delle produzioni, mescolando funky, rock, elettronica e acustica senza pormi troppi schemi. 

Progetti futuri? Magari date dal vivo?
Il prossimo step è pubblicare l’EP che racchiude i vari capitoli del romanzo (giallo) che ho iniziato a narrare a gennaio con “Effetto Mentos”. In seguito, la priorità sarà suonare, arricchendo la mia esperienza con una band per portare in giro i brani usciti negli ultimi due anni, condividendo la musica con nuove persone e vivendo esperienze che si trasformeranno in future canzoni, anche se per quelle è ancora presto. 

MAURIZIO DONINI

Band:
Autori: Giacomo Pisanello, Michele Wilde
Compositori: Giacomo Pisanello, Michele Wilde
Prodotto da: Giallo 
Label: CITRO

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