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“Noi siamo la fantascienza”: l’intervista per il nuovo album di fm

“Noi siamo la fantascienza”: l’intervista per il nuovo album di fm

In occasione dell’uscita del nuovo album “Noi siamo la Fantascienza” intervistiamo fm

“Noi siamo la fantascienza” è il nuovo album di fm, nome d’arte di Francesco Mauro, che dopo gli esordi con la band Il Mare Verticale di recente ha imboccato la strada da solista, utilizzando un registro particolarmente personale, recitando più che cantare, con testi duri e molto intelligenti. Lo abbiamo intervistato.

Ciao Francesco, ci racconti chi sei?

Ciao, sono un trentenne cresciuto nella periferia di Roma che oggi lavora come montatore del suono per il cinema.

La musica, il cinema e la S.S. Lazio sono le mie grandi passioni.

Da dove è nata l’idea del titolo “NOI SIAMO LA FANTASCIENZA”?

Nasce dalla suggestione di una società che si arrampica su se stessa. La fantascienza è una dimensione narrativa basata sul rapporto tra l’individuo, la società e le dinamiche tecnico-(fanta)scientifiche. Ecco, a volte mi sembra di farne parte, nel bene e nel male.

Che tipo di ispirazione c’è alla base dell’album?

L’ispirazione viene dall’attualità che vivo e viviamo, ma sopratutto dalla voglia di raccontare delle storie che hanno, in modo diretto o indiretto, un forte legame con questo particolare momento storico-sociale.

Qual è il brano dell’album a cui sei più legato e perché?

Non mi sento legato ad un brano in particolare. Ognuno rappresenta qualcosa di forte.

Come descriveresti l’importanza della memoria e dei ricordi nelle tue canzoni?

Essenziale. Senza la memoria non esiste storia o narrazione. Per questo le mie canzoni, essendo storie, si nutrono della memoria personale o collettiva.

Come è stata la tua esperienza di lavoro con Matteo Portelli?

E’ stata di una naturalezza e complicità senza precedenti. Ci siamo messi in gioco con serenità, cercando di trovare le soluzioni più efficaci a partire dal dialogo e dalle vedute di entrambi.

Cosa ti motiva a continuare a fare musica?

La motivazione principale viene dalla voglia di provare a restituire in piccola parte tutto quello che la musica mi ha dato.

Come hai visto evolversi la scena musicale italiana negli ultimi anni, diciamo dai tuoi esordi a oggi?

E’ un discorso particolarmente lungo e complesso. Posso provare a sintetizzare sperando di non essere frainteso.

I sistemi di fruizione e mediazione sono cambiati e stanno cambiando velocemente.

Le sottoculture giovanili hanno gradualmente perso mordente, anche se fortunatamente sopravvivono degli spazi liberi da determinate logiche.

Noto che per tanti la musica è considerata un mezzo per arrivare alla fama e di conseguenza al denaro. Ecco, la musica è anche un mezzo, ma non è solo un mezzo! Se la vincoliamo a diventare uno strumento per raggiungere spasmodicamente il successo, difficilmente rappresenterà qualcosa di diverso da un modello pre-costruito allo scopo di guadagnare visibilità a tutti i costi.

Quali sono i tuoi obiettivi futuri come artista?

Continuare a scrivere, provando a “sintonizzarmi” con persone nuove.

Redazione