BIG MAMA Roma – PROGRAMMA CONCERTI DAL 7 AL 10 APRILE 2016
giovedì 7 aprile 2016
Ingresso Libero
Apertura ore 21,00
Inizio concerto ore 22,30
Silvio Noto, era abituato ai salotti televisivi, ai programmi musicali di una Rai in giacca e cravatta, a signori e signore buonasera… Aveva introdotto i Beatles, ma stavolta, il 6 aprile del 1967, c’era qualcosa di più elettrico, i ragazzi erano cresciuti, i capelli erano cotonati, i brividi dell’estate dell’amore cominciavano a diffondersi…. In quella baraonda del Palazzo dello Sport romano, nemmeno strapieno come per i match di Nino Benvenuti, ma irrequieto come i pugni che volavano sul ring, minacciò tutti dicendo: “O vi mettete seduti al vostro posto, o il concerto non comincia”. Il concerto era il primo tenuto dai Rolling Stones a Roma. Per Silvio Noto e per molti altri come lui, gli Stones erano la risposta ai Beatles, il “no no no” gracchiato dai mangiadischi, monellacci famosi per quello slogan “Fareste uscire vostra figlia con un Rolling Stone?”. Soprattutto folklore. Venti minuti di concerto da mettere da parte per dire che anche Roma aveva avuto al sua pagina in questa enciclopedia del rock. Non sapeva che cosa fossero realmente i Rolling Stones, che cosa sarebbero stati per altri 50 anni. Che negli anni Duemila avrebbero riempito l’Olimpico, il Circo Massimo di Roma, che avrebbero portato una platea da un milione e mezzo a Rio… Seduti, in piedi o sulle spalle di qualcuno: un milione e mezzo di persone!
Il concerto romano, quel granellino nell’infinita sabbia che racconta la storia di Mick Jagger e soci, è un pretesto per rileggere l’anima degli Stones, la sintesi di pezzi straordinari per la loro semplicità per il loro saldo legame alla tradizione blues, ai vecchi dischi che hanno elettrizzato Mick Jagger, Keith Richards e Brian Jones, i tre fondatori della band e gli altri ragazzacci, Charlie Watts, Billy Wyman (il primo pensionato del rock, sostituito da Darryl Jones), Mick Taylor e Ronnie Wood che hanno sostituito Brian Jones (lasciò il gruppo poco prima di morire).
Da 19° Nervous Breakdown, a Satisfaction, Jumpin’ Jack Flash, la ballata Lady Jane, tutte note che hanno rotolato nei decenni senza appesantirsi nel tempo, mantenendo la stessa freschezza “da pub” delle origini: non a caso anche oggi gli Stones prima di gettarsi negli stadi amano esordire in piccoli teatri, o pub. E questa è la grande forza della musica di questa band. E del blues in genere.
I Rocking the Stones, fondati da Mario Biagini, propongono tutto il meglio della discografia Stones, cercando di ricreare un sound essenziale, quello a cavallo fra gli anni 60-70. Per la prima al Big Mama partiranno dall’esordio degli Stones a Roma, battesimo chiama battesimo. Ma a quella scaletta aggiungeranno quello che nessuno può dimenticare di questa band indimenticabile.
L’idea del gruppo nasce da Mario Biagini, dunque. E’ un cardiologo, deve concretizzare il progetto, ma non è che in clinica si parli di rock, quindi… Certo, un collega ci sarebbe, Marco Fagiolo, anche lui medico con un debole per la tastiera, che partendo dal progressive si sta innamorando del blues. Non basta. A chi ne parla, allora, Mario? Al fratellone, naturalmente. Luca Biagini, batterista per 20 anni degli Apple Pies, tribute band dei Beatles. Luca si fa trascinare dall’altra parte della barricata e scatta l’avventura. Luca chiama un paio di chitarristi (Vittorio Giannini e Fabio Maccheroni, quest’ultimo già alle prese con il repertorio Stones con I Pezzi di Stones), poi un bassista dalle solide radici blues, Alberto Biasin. Ecco i Rocking the Stones.
Mario Biagini: voce, armonica – Luca Biagini: batteria – Alberto Biasin: basso – Marco Fagiolo: tastiere, tamburello – Vittorio Giannini: chitarra, voce – Fabio Maccheroni: chitarra, voce
SARA BERNI BLUES BAND
venerdì 8 aprile 2016
Ingresso Libero
Apertura ore 21,00
Inizio concerto ore 22,30
SARA BERNI torna al Big Mama con la sua Blues Band.
Sara è stata front woman della soul orchestra Bianca Blues e i Sette Soul, la scorsa primavera è stata voce solista di Radio2 Rai, programmata su “The Finest Ingredients” tra la migliore musica Soul mondiale accanto a veri mostri sacri (Solar Radio, UK), corista e spalla per i più grandi artisti italiani, testimonial per l’Alta Moda come cantante e modella, artista spalla per Sting nel 2000, esponente bianca d’eccezione nelle più grandi rassegne e festival Gospel, turnista per RDS, Radio Capital, Rai e Mediaset, autrice premiata dal Billboard Song Contest americano.
In programma un repertorio di grandi classici e alcune perle, da Ray Charles ad Etta James passando per BB King ma anche “Feeling Alright” di Dave Masson o ballad come “Ain’t no Sunshine” di Bill Whiters con il sound arcaico della Lap Steel guitar. Una serata imperdibile, durante la quale Sara festeggerà il proprio COMPLEANNO con tutti voi !!!
Biografia: Sara Berni, voce solista, corista, autrice di testi musicali e teatrali, doppiatrice. Messa in onda molte volte in “The Finest Ingredients”, programma dedicato alla migliore musica Soul mondiale accanto a veri mostri sacri. Solar Radio (UK); “Certificato di merito” dal “Billboard Song Contest” americano aperto a tutto il mondo. Nel 2000 apre il concerto di Sting a Città del Capo. Con “Vocintransito” , vince i premi “Gospel Jubilee Festival” (RAI SAT), “Teate Gospel Festival”; “Voceania”; partecipa a “Jazz for Children” all’Auditorium di Roma (per “Save the Children”);
Sara Berni
Sara Berni (voce) – Andrea De Luca (chitarre) – Muzio Marcellini (tastiere) – Mimmo Catanzariti (basso) – Salvatore Leggieri (batteria)
LINGOMANIA – 30 anni di Riverberi
sabato 9 e domenica 10 aprile 2016
In esclusiva
MAURIZIO GIAMMARCO / GIOVANNI FALZONE
UMBERTO FIORENTINO / FURIO DI CASTRI / ROBERTO GATTO
Ingresso Libero
Apertura ore 21,00
Inizio concerto ore 22,30
Nel 1986 l’uscita di Riverberi non segnò solo l’atteso esordio discografico del gruppo Lingomania, ma rappresentò una vera svolta nel panorama jazzistico italiano per la fattura decisamente originale delle composizioni, l’alta qualità della produzione, l’estetica collettiva della band, la cover concept e, naturalmente, la perizia dei musicisti, da allora entrati nel gotha del jazz italiano. Fu la definitiva affermazione di Lingomania, votato miglior gruppo italiano nei referendum di Musica Jazz dell’84, ’85, ’87 e in quelli di Guitar Club del ’88 e’89.
I musicisti protagonisti di quel lavoro (a parte la new entry di Falzone) hanno deciso di riunirsi nuovamente non solo per celebrare la musica di quel disco, ma anche per proporre diversi brani inediti dell’epoca (di cui mantengono lo spirito, anche se alla luce di una revisione più attuale) e nuovi brani originali, che testimoniano il loro più recente e altrettanto importante cammino individuale. Con tanta voglia di rivivere lo spirito di un gruppo “che della sintesi dei linguaggi faceva il vessillo di un jazz straordinariamente moderno, consapevole, e pienamente proiettato in un futuro prossimo” (dalla post-fazione alla Nuova Storia del Jazz di Alyn Shipton, di Vincenzo Martorella)
“Dopo tre anni passati a rastrellar premi e lusinghieri riconoscimenti ufficiali di “miglior gruppo jazz nazionale”, il 1986 è stato per Lingomania l’anno della consacrazione discografica: Riverberi è stato infatti tra gli album italiani più riusciti (e più venduti) dell’annata.” (Gianfranco Salvatore – Audio Review 1987)
“Maurizio Giammarco with his quintet Lingomania has succeeded in creating in Italy the same jazz miracle that Miles Davis did in the 80s, by making people accept the idea of compatibility of acoustic and electric instruments, jazz and funk and swing and rock rhythms. Thanks to the jazz side of his discourse, Lingomania has been elected Best Italian Group two years running by the italian jazz critics, who are among the most conservative in Europe, in the Musica Jazz Magazine poll”.
(Wire Magazine-1987)
“Ed ecco invece cinque musicisti al meglio delle proprie possibilità, al di là della tecnica e degli effetti. Cinque voci che cantano con naturalezza e fluidità, nonostante la notevole complessità delle composizioni. E, certo, cinque cuori che pulsano all’unisono… Insomma se nella musica d’oggi non ci sono più correnti e tendenze, se ad attrarre, per stile e autorevolezza, son solo le singole proposte, eccone una destinata ad imporsi: la proposta Lingomania…” (Maurizio Favot, Il Mucchio Selvaggio – dicembre 1987)
MAURIZIO GIAMMARCO
Protagonista del Jazz in Italia fin dai primi anni ’70 (come attesta anche l’autorevole Biographical Encyclopedia of Jazz), si è affermato come solista di sax, compositore, e leader di gruppi storici: come Lingomania, considerato il gruppo più rappresentativo degli anni ’80, o la Parco Della Musica Jazz Orchestra, big band residente all’Auditorium di Roma e da lui diretta dal 2005 al 2010. Forte di una profonda conoscenza di tutto il jazz storico e di una lunga esperienza anche in altri ambiti musicali, Giammarco vanta uno stile ben riconoscibile sia sul piano solistico che compositivo. Ha suonato con moltissimi jazzmen di fama internazionale (Chet Baker, Lester Bowie, Dave Liebman, Phil Markowitz, Miroslav Vitous), e con praticamente tutti i più importanti musicisti italiani. Attivo in vari ambiti (didattica, produzione, composizione di musica per teatro, danza, cinema, cd roms, orchestra sinfonica e orchestra d’archi, freelancer in dischi e tournee di musica pop), è autore di una monografia su Sonny Rollins (1996) e di un libro di suoi brani e trascrizioni (Carish, 2012). Ha diretto il festival Termoli Jazz Podium (2000-2006). Svolge attività didattica presso Siena Jazz, la S.Louis di Roma e il Conservatorio de l’Aquila.
GIOVANNI FALZONE
trombettista e compositore, si diploma giovanissimo in tromba al Conservatorio Bellini di Palermo e in jazz, con il massimo dei voti, al Conservatorio Verdi di Milano. Dal ’96 al 2004 collabora stabilmente con l’Orchestra Sinfonica di Milano dove ha modo di suonare con direttori e solisti di fama internazionale (Giuseppe Sinopoli, Claudio Abbado, Carlo Maria Giulini, Riccardo Chailly, Yutaka Sado, Luciano Berio, Vladimir Jurowski, Valere Giergev). Dal 2004 si è dedicato definitivamente alla musica jazz e alla composizione, vincendo numerosi premi (Umbria Jazz, Django d’Or, Top Jazz 2004, Accademie Du Jazz 2009, etc). Come band-leader ha registrato una dozzina di Cd e ha suonato in vari Festival Jazz nazionali e internazionali. Insegna strumento e musica d’insieme presso il Conservatorio di Brescia, e a Siena Jazz.
UMBERTO FIORENTINO
Esordisce negli anni settanta al fianco dei suoi coetanei dell’area romana, con molti dei quali darà seguito a collaborazioni durature. In veste di leader e sideman ha registrato e tenuto concerti in Italia e all’estero collaborando con: Paolo Fresu, Lingomania, Palle Daniellson, Danilo Rea, Furio Di Castri, Enrico Rava, Aldo Romano, Mike Stern, Vinnie Colaiuta, Albert Mangelsdorff, Bruno Tommaso, Paolo Damiani, Enzo Pietropaoli, Manu Roche, Mina, Rita Marcotulli, Fabrizio Sferra, Greg Burk, Ares Tavolazzi, Fabio Zeppetella, Lincoln Goines, Kim Plainfield, Roberto Gatto, Flavio Boltro, Ramberto Ciammarughi, Dario Deidda e molti altri.
Insegna Chitarra Jazz presso il Conservario Cherubini di Firenze. Ha pubblicato libri, video e metodi di carattere didattico che hanno avuto un vastissimo seguito.
FURIO DI CASTRI
Contrabbassista e compositore, vanta collaborazioni di lunga durata con artisti del calibro di Michel Petrucciani, Chet Baker, Enrico Rava, Joe Henderson, Paul Bley, Richard Galliano, John Taylor e Paolo Fresu. Ha suonato in tutto il mondo, registrando più di duecento dischi, di cui una ventina come leader. Ha composto musiche per orchestra e laboratori sperimentali, teatro, danza e arte contemporanea. Premiato dalla rivista Auditorium come miglior contrabbassista italiano nel 2007, nel 2008 è stato selezionato tra i migliori interpreti dello strumento per il World Bass Meeting di Stoccarda e per il Bass Festival del Conservatorio Superiore di Parigi. E’ attualmente direttore del Dipartimento di Jazz del Conservatorio di Torino, docente ai corsi di Alta formazione Professionale di Siena Jazz e direttore artistico del Torino Jazz Fringe Festival dal 2012.
ROBERTO GATTO
Dal suo debutto col Trio di Roma (nel ’75 con Rea e Pietropaoli), Gatto è diventato il batterista italiano più conosciuto e apprezzato al mondo. I suoi progetti sono caratterizzati, oltre che da un interessante ricerca timbrica e da un’impeccabile tecnica esecutiva, da un gran calore tipico della cultura mediterranea. Numerose sono le sue collaborazioni in qualità di sideman o co-leader: Chet Baker, Freddy Hubbard, Lester Bowie, Gato Barbieri, Kenny Wheeler, Randy Brecker, Avishai Cohen, Jeremy Pelt, Enrico Rava, Ivan Lins, Vince Mendoza, Kurt Rosenwinkel, Joey Caldarazzo,Bob Berg, Steve Lacy, Johnny Griffin, George Coleman, Dave Liebman, Phil Woods, James Moody, Steve Grossman, Lee Konitz, Barney Wilen, Ronnie Cuber, Sal Nistico, Michael Brecker, Lew Tabackin,Tony Scott, Paul Jeffrey, Bill Smith, Joe Lovano, Michael Blake, Maurizio Giammarco, Curtis Fuller, Kay Winding, Albert Mangelsdorff, Cedar Walton, Tommy Flanagan, Kenny Kirkland, tefano Bollani, Mal Waldron, Ben Sidran, Enrico Pieranunzi, Franco D’Andrea, John Scofield, John Abercrombie, Billy Cobham, Bobby Hutcherson, Didier Lockwood, Richard Galliano, Christian Escoudè, Joe Zawinul, Bireli Lagrene, Palle Danielsonn, Scott Colley, Giovanni Tommaso, Paolo Damiani, Emmanuel Bex, Pat Metheny, Peter Bernstein, Nir Felder, Ben Street, Doug Weiss, Han Bennink, Joey Baron. Ha registrato più di una ventina di CD a proprio nome, si è imposto in numerosissimi referendum come solista e bandleader. Dal 2011 vive regolarmente tra l’Italia e New York dove collabora con i migliori musicisti della scena americana.