Intervista a Claudia Pregnolato in arte “Namida”
Claudia Pregnolato nella vita di tutti i giorni e Namida sul palco. Un nome che significa “lacrima” ma più in generale si associa alla forza dell’acqua: una pressione idrostatica importante, visto che la definiscono uno tsunami…
Il 7 Giugno hai aperto la prima data del tour di Vasco Rossi allo stadio San Siro di Milano. Cosa puoi raccontarci di questa esperienza?
È stata un’ esperienza fantastica! Ancora non riesco a credere di aver avuto la possibilità di aprire uno dei miei idoli. Su quel palco ho cercato di dare il massimo e credo sia arrivato alle persone, ci hanno accolti e trattati benissimo.
Come ti sei sentita quando ti hanno comunicato di essere la vincitrice di “Zocca Paese della Musica”?
Un’emozione surreale. Dopo tanti anni di lavoro e porte in faccia per me questa vittoria è stata il motore per continuare a lavorare ancora più duramente e a credere in me stessa e nella musica.
Ti aspettavi questo risultato?
Speravo e credevo di avere la possibilità di essere tra gli 11 vincitori e quindi di aggiudicarmi l’apertura di una data, ma non pensavo di arrivare addirittura prima. Il livello a Zocca era molto alto!
Sei stata inclusa all’interno di numerose playlist editoriali di Spotify tra cui “New Music Friday” e “Rock Italia”, ottenendo anche la copertina grazie al singolo “Figli dei Fuori”. Molti artisti ambiscono a queste posizioni, quale credi che sia il segreto per farsi notare?
Credo sia una questione di identità e di musica. Per me è fondamentale proporre della musica di qualità al di là del tempo che ci vuole per produrla e pubblicarla. Portare se stessi, cercando di creare qualcosa di unico è la chiave per farsi notare in un oceano di musica.
Il tuo suono risulta fortemente influenzato dalle band pop punk tra gli anni ’90 e i 2000, quali sono le tue principali influenze?
Sono cresciuta ascoltando il pop punk di quel periodo e infatti le mie ispirazioni sono i Blink, i Green Day, Avril Lavigne e tutta la scena correlata.
Cosa significa per te il punk a livello personale e sociale?
Libertà di espressione.Io utilizzo questo mezzo per poter portare la mia ironia e il mio modo irriverente di analizzare e affrontare la quotidianità.
Come credi che si sia evoluto questo genere e che prospettive vedi nel futuro immediato?
Credo che oggi, il modo di esprimersi sia totalmente cambiato in tutti i generi ma comunque, manifesta sempre quella libertà e voglia di rivalsa di quei gruppi che per tanto tempo si sono sentiti emarginati.
Ti consideri una donna sovversiva?
Mi considero una ragazza con delle idee e dei principi.
Ti rispecchi nei valori femministi?
Per me sono valori così “normali” che non vorrei ci fosse il bisogno di dirlo…
Sei al lavoro sul tuo prossimo album: puoi darci qualche anticipazione in merito?
Lo stiamo ultimando proprio in queste settimane. Sarà un disco fresco e impulsivo.
Il tuo brano più recente “Ti faccio un tutorial” parla di educazione affettiva e relazioni tra pari, indagando temi attuali come il ghosting. Una storia che in un certo senso parla anche di te. Me la puoi raccontare?
Il messaggio che vorrei trasmettere è, in qualche modo, mascherato da un arrangiamento molto leggero e divertente.
A chi la dedicheresti?
A tutte le persone che si sono sentite sbagliate di fronte a persone che non le hanno trattate con rispetto: non è colpa vostra.
Dove potremo incontrarti a breve?
Ti ringrazio per il tuo tempo e ti auguro in bocca al lupo per la tua carriera musicale.
SUSANNA ZANDONÀ
Better known as Violent Lullaby or "The Wildcat" a glam rock girl* with a bad attitude. Classe 1992, part-time waifu e giornalista** per passione. Nel tempo libero amo inventarmi strambi personaggi e cosplay, sperimentare in cucina, esplorare il mondo, guardare anime giapponesi drammatici, collezionare vinili a cavallo tra i '70 e gli '80 e dilettarmi a fare le spaccate sul basso elettrico (strumento di cui sono follemente innamorata). *=woman **=ex redattrice per Truemetal