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LA VERSILIANA 2024 – Intervista a GIOVANNI SCIFONI su San Francesco Pop

LA VERSILIANA 2024 – Intervista a GIOVANNI SCIFONI su San Francesco Pop

“FRA’. San Francesco la superstar del medioevo”, in scena mercoledì 17 luglio prossimo nel grande teatro all’aperto della Versiliana, spettacolo record di incassi, scritto e interpretato da Giovanni Scifoni, attore tra i più amati del teatro, del cinema e della tv italiana, molto conosciuto per il suo ruolo nella serie tv Rai “Doc – Nelle tue mani”.

Ciao Giovanni, piacere di conoscerti. Domanda classica, come sei diventato un attore comico?
In realtà io non sono un attore comico, utilizzo il registro comico per parlare di cose un poco più complicate, quando fai ridere la gente è più facile che ti ascoltino (risate), diciamo tipo “panem et circenses” 😊 

In effetti, hai ragione, tu hai frequentato l’Accademia Nazionale di Arte Drammatica.
Infatti, non sono un comico, ma un attore, uso la comicità e affronto temi seri usando il paradosso, e più sono seri, più sono drammatici, più sono sacri, più mi piace affrontarli. Tratto spesso temi come il sacro piuttosto che l’ateismo, mi piace mettere in crisi il pubblico e me stesso, ma fondamentalmente non sono un comico. 

E’ un approccio molto interessante, spesso gli attori affrontano la morte in chiave comica, per esorcizzare la paura.
Uno ride sempre perché ha paura, è tipico, si ride perché si ha paura, non c’è dubbio. 

Tu hai o hai mai avuto paura quando devi salire sul palco?
Certo! Sempre! Ho paura del pubblico e quindi lo faccio ridere per depotenziarlo, renderlo inoffensivo, un pubblico serio è molto pericoloso 😊 Siamo degli adolescenti non cresciuti, abbiamo paura della nostra ombra (risate), e quindi mi metto a parlare di santi 😊 Il santo è la cosa più lontana da un attore che ci sia, chi ha superato questo bisogno dell’applauso, della condiscendenza, dell’approvazione degli altri, e San Francesco si iscrive perfettamente in questo filone. San Francesco era famosissimo, una star, l’uomo più famoso del medioevo, radunava folle enormi, tipo 5.000 persone in un posto come Assisi, non c’erano i media per richiamare gente, lui riusciva egualmente a richiamare tutta questa gente. Di San Francesco si sa tutto, che ha rinunciato a tutto per la vita monastica, ma pochi sanno che a un certo punto ha rinunciato veramente a tutto, abbandonando l’ordine. Lui ne lascia la guida lasciandola a un suo amico, Pietro Cattaneo e, secondo me, è più facile abbandonare successo e denaro che il consenso, parlando da attore, io con il consenso e il successo faccio campare me stesso, tre figli e il mio ego (risate). Senza successo io non esisto. Lui obbligava i suoi frati a ridere, si arrabbiava proprio tanto, li puniva se non ridevano, chiosava “Un cristiano non può essere triste”. Alla fine, ridevano continuamente, durante la messa, fra i sacramenti, a un certo punto era diventato impossibile fare qualunque cosa, gli toccò infliggere punizioni corporali perché ridevano troppo (risate) 

L’idea di scegliere San Francesco come tema del tuo spettacolo come ti è venuta?
Praticamente per caso, dovevo partecipare a una trasmissione televisiva e parlare di San Francesco, ma non mi andava per niente; perché tutti hanno parlato di San Francesco, cosa potevo mai aggiungere io? Visto che comunque dovevo farlo, inizio a documentarmi, e ne sono rimasto folgorato! Quando leggi le fonti francescane, ne rimani sequestrato, mi sono chiuso in camera per mesi a studiare solo e sempre San Francesco. Si tratta di un personaggio che ti ‘devasta’, quando ne leggi la storia è estremamente diverso da quanto si racconta di lui, non perché gli altri siano meno bravi di me, anzi, ma lui è un personaggio talmente complesso che chiunque si accinga a studiarlo non può che darne un’immagine parziale. Ci sono talmente tante persone dentro San Francesco che, come fai a raccontarlo, puoi darne l’immagine che percepisci tu, ma lui è un arcipelago di persone. Ognuno ne può raccontare un aspetto, io ho scelto di narrare la sua versione da performer, da artista, da uomo di successo che però su questo ha un problema. Lui aveva un ego smisurato, ma cerca di combatterlo vivendolo come un demone, cerca di vincere questo ego straripante. Per questo alla fine decide di abbandonare l’ordine che lui stesso aveva fondato, muore senza essere a capo dell’ordine, non è mai successo, è l’unico caso della storia, affascinante vero? 

Adesso un tour pieno di date, e mercoledì 17 p.v. arrivi a La Versiliana, tanti impegni.
Sì, avrei potuto farne anche di più, ma sono impegnato con una fiction in RAI, per cui ho dovuto limitarmi, La Versiliana è una data importante, ci divertiremo sicuramente. 

MAURIZIO DONINI  

Firmato per la regia da Francesco Ferdinando Brandi e orchestrato con le laudi medievali e gli strumenti antichi di Luciano di Giandomenico, Maurizio Picchiò e Stefano Carloncelli, lo spettacolo si interroga sull’enorme potere persuasivo che genera la figura pop di Francesco, e percorre la vita del poverello di Assisi e il suo sforzo ossessivo di raccontare il mistero di Dio in ogni forma, fino al logoramento fisico, dalla predica ai porci fino alla composizione del cantico delle creature, il primo componimento lirico in volgare italiano della storia.

I biglietti sono già in vendita su Ticketone e saranno acquistabili anche presso la biglietteria del Teatro Comunale di Pietrasanta nei giorni e negli orari di apertura in occasione degli spettacoli della stagione di prosa promossa dalla Fondazione Versiliana.  Info www.versilianafestival.it