Now Reading
Estra – Gli anni Venti – 2024

Estra – Gli anni Venti – 2024

Dopo vent’anni di silenzio discografico da parte della band, una operazione di raccolta fondi da 33mila euro ci restituisce il gruppo trevigiano degli Estra, regalandoci l’ultimo album di questi ultimi, l’ottimo ‘Gli Anni Venti’. Disco veramente rimarchevole, peraltro, il cui titolo, tutto dedicato agli anni che stiamo vivendo, richiama alla memoria l’infausto corrispondente decennio del secolo scorso. Un affresco, uno sguardo d’insieme di ciò che accade oggi in Italia e non solo, testi che colpiscono nel segno e che mettono a nudo la condizione dell’uomo contemporaneo, musica strepitosa, energica, coinvolgente che ancora una volta riesce a rappresentare in modo degno il miglior rock italiano degli anni più recenti. Canzoni e contenuti diretti e difficilmente equivocabili: Giulio Casale, voce della band, dello scopo e delle caratteristiche di questi nuovi brani parla cosi (l’intera intervista è leggibile qui: https://www.distopic.it/estra-intervista2024/): “Si tratta di restituire lo spirito del tempo, e se parliamo di testi ho scelto certamente una cifra più concreta che in passato, ma evitando comunque slogan e facili proclami: è sempre la musica poi a parlare per prima, e certe nostre atmosfere mi hanno stupito per quanto siano in grado di evocarlo – lo spirito degli anni Venti. Forse siamo realistici finalmente, ma non per questo piatti, o appiattiti sulla realtà”.”

Obbiettivo senz’altro raggiunto, quello della storica band italiana di dipingere a tinte fosche ciò che accade. Difficile rimanere insensibili a storie migranti o di barboni cui viene appiccato fuoco, di adolescenti che vengono stuprate per mero divertimento.

Nel brano che da il titolo all’album i nostri cantano:

Avevi già buttato via lo stereo
Avevi già fregato il mal d’aereo
Avevi già ben più del necessario
La società cercava un capopopolo
La gioventù sperava in un miracolo

Erano gli anni venti
Le grandi novità
Anni così ruggenti
Prima del grande crack
Erano gli anni venti
Qualcuno si faceva
Qualcuno sorrideva
Stonando cantando eiallalà

Dio Patria e lei distorti dal megafono
La povertà cullata dal grammofono
La verità celata imperscrutabile
La mia Natura violata in modo ignobile

Erano gli anni venti
La regressività
Le guerre tra gli ulivi/ E le avanguardie russe/
La pace con i tank/ Ballavano sui tank/
Erano gli anni venti
Qualcuno ci lucrava
Belin se ne fregava
Gli Anni Venti

Avevi già buttato via lo stereo

Avevi già fregato il mal d’aereo
Avevi già ben più del necessario
La società cercava un capopopolo
La gioventù sperava in un miracolo

Erano gli anni venti
Le grandi novità
Anni così ruggenti
Prima del grande crack
Erano gli anni venti
Qualcuno si faceva
Qualcuno sorrideva
Stonando cantando eiallalà

Dio Patria e lei distorti dal megafono
La povertà cullata dal grammofono
La verità celata imperscrutabile
La mia Natura violata in modo ignobile

Erano gli anni venti
La regressività
Le guerre tra gli ulivi/ E le avanguardie russe/
La pace con i tank/ Ballavano sui tank/
Erano gli anni venti
Qualcuno ci lucrava
Belin se ne fregava

Domani coi Media per tutti sarò una star! Superstar

Il Nero avvolge tutto,
il Nero intacca tutto,
Il Nero sta con tutto,
il Nero è dappertutto
(il Nero, il Nero, il Nero…).

“Gli anni Venti” ci ricorda il nostro passato e ci fa riflettere sul nostro futuro; è una delle songs più belle e rappresentative dell’album che non necessita di spiegazioni o di interpretazioni autentiche, uno dei motivi per cui valga la pena ascoltare l’intero imperdibile ultimo album degli Estra.


TRACKLIST

1 La signora Jones
2 Fluida Lol
3 Gli anni Venti
4 Che n’è degli umani?
5 Nessuno come noi
6 Ti ascolto
7 Lascio Roma
8 Nel 2026
9 Il peggiore
10 Monumenti immaginari
11 Notte poi

CREDITS

Formazione: Giulio “Estremo” Casale: voce, Abe Salvadori: chitarra, Eddy Bassan: basso, Nicola “Accio” Ghedin: batteria.

Co  – produzione, chitarra e tastiere: Giovanni Ferrario;
Marco Olivotto: piano;
Voce narrante: Marco Paolini;
L’Orchestra Regionale Filarmonica Veneta esegue la Marcia Funebre dalla Sinfonia n. 1 in Re Maggiore di Gustav Mahler in “La Signora Jones”.