Intervista a Edoardo Florio di Grazia, un prezioso viaggio tra Ambra e corallo
In occasione dell’ imminente uscita di “Ambra e corallo” abbiamo intervistato il cantautore Edoardo Florio di Grazia
“Ambra e corallo” è un titolo molto evocativo che ispira figure agli antipodi. Una resina fossile originaria del Mar Baltico affiancata ad un antozoo (animale invertebrato marino) che popola gli oceani e vive in colonie. Me lo vuoi raccontare?
Di ambra e corallo è la collana che indosso da quando ero piccolo.
Me l’ha costruita e regalata mio babbo che di lavoro fa l’antiquario. A Napoli in molti negozi di antiquariato sulle insegne si trova la scritta “Ambra e corallo”.
Il lavoro di scrivere canzoni non è cosi diverso da chi cerca di dar vita a oggetti antichi. In qualche modo le canzoni provengono da un mondo misterioso e inconscio. Poi come giustamente notavi l’ambra è una resina preziosa, un elemento legato alla terra e invece il corallo legato alla madre di tutti noi: il mare.
Inoltre già il suono del nome di questi due elementi è immaginifico e invita al viaggio come l’incenso e mirra dei Re Magi.
Nelle tue canzoni si respira la brezza del mediterraneo: le polaroid ormai scolorite di affascinanti donne eleganti che passeggiano sul lungomare di Saint Tropez, l’affannoso cercarsi di due innamorati che si celano da occhi indiscreti tra le viuzze di Amalfi, ma anche il caotico vociare dei bazar di Marrakech. Paesaggi vicini e lontani, esotici e consueti. La vita che si esprime in tutto il suo corso. A livello compositivo quali gli espedienti impiegati per rendere questa grande varietà armonica?
Il mestiere di chi scrive è quello di raccogliere le storie intorno a sé, captare i segnali e trasformarli in canzoni. Per essere un’ antenna ricettiva al massimo devi avere il coraggio di perderti per trovare la varietà, i colori, le parole, le note e timbri giusti.
Come il titolo dell’autobiografia di Neruda dico: confesso che ho vissuto. Ho cercato le storie degli altri e ho cercato di raccontarle.
Quali i musicisti che hanno collaborato con te per la realizzazione dell’opera?
La lista è molto lunga : Niccolò Fornabaio, Alessandro Asso Stefana, Alexia Reveleau, Armand Penicaut, Victoria Lafaurie, Julia Johansen, Vincent Tiger , Vincent Taurelle, Victor Herrero, Jacopo Marretti e molti molti altri, questo disco è stato un romanzo di formazione.
Sembra che il materiale prodotto abbia percorso un tragitto piuttosto lungo per essere registrato, toccando vari studi prima di vedere la luce. Mi illustri le varie tappe e le motivazioni dietro a questa scelta?
Prima la “casbah di famiglia” costruita dal mio bisnonno omonimo in costiera amalfitana esattamente a Minori dove ho montato uno studio di registrazione insieme al mio compagno di avventure Niccolò Fornabaio, poi a Nave vicino Brescia nello studio di Alessandro Asso Stefana, poi in vari studi a Parigi tra cui i CBE, uno studio del 1966 e infine alla casa degli artisti a Brera a Milano dove abbiamo ultimato le registrazioni
Sei cittadino del mondo: un fiorentino dalle origini napoletane che oggi vive a Parigi. Quanto ha influito questo melting-pot sul tuo sviluppo musicale?
Il perdermi e non sentirmi più a casa da nessuna parte è alla base della mia vita di oggi e quindi di tutte le canzoni che scrivo. La fruibilità della musica di oggi è assolutamente senza confini , possiamo ascoltare la musica di tutto il mondo, del presente e del passato in maniera semplicissima , non ci sono confini .
Questa è la musica del futuro per me, una musica che abbia al suo interno culture ritmi e soluzioni diverse . Dall’ altra parte però il rischio è di perdersi, il lavoro dello scrivere è un lavoro artigianale e se è vero che bisogna usare tutti gli strumenti che si vuole e anche vero che se non si vuole perdere l’ onestà non bisogna mai scordarsi le proprie radici. Senza questa consapevolezza non è possibile cambiarle.
Lo studio matto e disperatissimo è alla base di una corretta poetica anche nella musica leggera. Io poi ho la fortuna di avere nel mio DNA la canzone antica napoletana che per me è il punto più alto della storia della canzone.
Era Di Maggio di Salvatore di Giacomo e Mario Pasquale Tosca resta la vetta di una montagna composta da musica di tutto il mondo .
Chiaramente per te la scrittura riveste un ruolo molto importante, infatti oltre a comporre sei anche narratore in senso più esteso e “storico d’arte”. Trovi grandi differenze tra l’arrangiare per lo spartito e il raccontare in maniera più esplicita?
Ci tengo a precisare che non sono uno storico d’arte , ho studiato storia medievale.
Per questo mi riallaccio alla grande tradizione dei Troubadour e dei bardi che raccontavano storie di paese in paese con la musica con il canto e in molte altre sue forme. Sono un troubadour del 2024
Sta per uscire il tuo podcast “Italia Express” prodotto da Radiooooo, un viaggio nelle principali città italiane alla scoperta della musica e della storia dal dopoguerra ad oggi. Ci puoi dare qualche anticipazione?
È un podcast scritto e registrato in 3 lingue italiano , francese ed inglese e diviso in 5 episodi come le 5 città italiane scelte : Napoli, Roma, Bologna Milano e Genova.
In ogni puntata si cerca di scoprire l’anima della città attraverso aneddoti, storie e sopratutto musica.
Per questo album ti sei avvalso della collaborazione del fotografo londinese-partenopeo Sam Gregg, da diversi anni impegnato in una ricerca che si potrebbe definire “antropologica” e “sociologica”, immortalando piccole comunità in maniera molto autentica e priva di giudizi. Come mai la scelta è ricaduta proprio su questo artista?
Io sono un italiano all’ estero e lui è uno straniero a Napoli. Lo sguardo straniero trovo che sia spesso il più interessante. Porta con sé una distanza e un’innocenza che permette di cogliere la profondità e l’ironia. Tutto questo è presente nel lavoro di Sam.
Dove potremo incontrarti a breve per poter ascoltare la tua musica?
Parigi Venezia Firenze Milano e Costiera… basta seguirmi sulle piattaforme digitali o sui social per avere tutte le informazioni dettagliate!
Un’ ultima domanda: cosa ispira Edoardo Florio Di Grazia solleticando la sua curiosità ed immaginazione?
Tutto basta che sia puro, onesto e che emani un qualche tipo di bellezza – esplicita, implicita o anche solo potenziale.
SUSANNA ZANDONÀ
Better known as Violent Lullaby or "The Wildcat" a glam rock girl* with a bad attitude. Classe 1992, part-time waifu e giornalista** per passione. Nel tempo libero amo inventarmi strambi personaggi e cosplay, sperimentare in cucina, esplorare il mondo, guardare anime giapponesi drammatici, collezionare vinili a cavallo tra i '70 e gli '80 e dilettarmi a fare le spaccate sul basso elettrico (strumento di cui sono follemente innamorata). *=woman **=ex redattrice per Truemetal