Dialogo con … FRANCESCO CAVESTRI
Atteso nella serata di domenica 14 aprile al jazz club “Blue Note” di Milano, dove si esibirà insieme a Riccardo Oliva (basso) e Gianluca Pellerito (batteria), il giovanissimo Francesco Cavestri è già al suo terzo album, che porta il titolo di “Una morte da mediano”. Dal 16 febbraio disponibile sulle piattaforme di streaming digitale, l’ultimo lavoro di Cavestri fa parte della colonna sonora prodotta da RAI Tgr e RAI Play Sound. La raccolta comprende 9 brani originali, che Francesco ha composto come commento musicale per l’omonimo podcast del regista e giornalista ferrarese Filippo Vendemmiati, vincitore del premio “David di Donatello” nel 2010 per il film documentario sul caso Aldrovandi “E’ stato morto un ragazzo”. I titoli dei brani musicali, registrati in solo piano con l’aggiunta di patine elettroniche, se letti in sequenza, formano una poesia, che pare ispirata da “Forse un mattino andando” del poeta Eugenio Montale: “Un giorno camminando”, “Si risveglia il suono della natura”, “Un respiro”, “Forte di vita”, “Prende il ritmo, perde il ritmo”, “Nella via del silenzio”, “Mi guardo indietro”, “Un giorno camminando”. Ascoltiamo il giovanissimo artista, classe 2003, col suo piano in sottofondo.
Se avessi la macchina del tempo, c’è un luogo, un’epoca in cui troveresti ispirazione?
“Sarei troppo curioso di andare in quelle epoche in cui non abbiamo fissazioni musicali né registrate né scritte. Mi piacerebbe moltissimo andare nell’Antica Grecia o nell’Antico Egitto o nell’Antica Roma per conoscere il modo con cui intendevano la musica e le sonorità che erano soliti adottare. Alcuni dei più grandi capolavori che studiamo tuttora, che spono pervenuti a noi in forma scritta e che interpretiamo esclusivamente in forma parlata, come ad esempio l’Iliade e l’Odissea, erano in realtà cantati e musicati. Erano delle vere e proprie opere con testo e musica, e credo che sarebbe di grande ispirazione conoscerne l’aspetto sonoro”.
Cos’è per te l’empatia?
“Empatia significa trasferire un altro in se stesso, ovviamente in forma temporanea, per provare a carpirne tutti quei sentimenti, più o meno celati, che se fossimo centrati esclusivamente su noi stessi non riusciremmo a cogliere. Secondo me per un musicista, e in generale per qualsiasi artista, è fondamentale vivere in maniera empatica, in quanto uno degli obiettivi fondamentali di chi crea arte è permettere che le persone, più o meno che siano, si riconoscano, immedesimino e rispecchino nell’arte proposta, e perché ciò accada è necessario che l’artista in primis abbia colto qualcosa in loro che forse nemmeno loro stessi erano stati in grado di vedere, è, o deve essere, un grande osservatore”.
Lo sport è un aggregante sociale o una spinta aggravante verso l’isolamento agonistico?
“Come accade per qualsiasi attività, se interpretata seriamente e con costanza, la componente di aggregazione sociale e quella di isolamento si manifestano entrambe: da un lato l’aggregazione sociale quasi contribuisce a creare quel senso di gruppo, di comunità, che è essenziale in ogni progetto che si intenda portare avanti, specialmente nelle attività nate per essere collettive, come la musica o gli sport di gruppo; dall’altro, è fondamentale anche la ricerca di una certa solitudine, di un isolamento, per due ragioni fondamentali. La prima ragione, che è valida sia per lo studio universitario, che per l’arte, che per lo sport, consiste nel perfezionamento di ciò che si sceglie di perseguire. Il perfezionamento della propria attività, sia essa suonare il pianoforte, o giocare a pallacanestro, o studiare ingegneria, passa attraverso infinite ore di pratica individuale, isolata e isolante. L’altra ragione per cui la ricerca di una certa solitudine è fondamentale, ragione che pertiene più propriamente all’arte, è la necessità di cercare di conoscere sé stessi a fondo, unica strada per poter veicolare un messaggio artistico che sia vero, sincero quindi credibile”.
C’è una particolare ora del giorno in cui ami scrivere?
“La sera mi piace particolarmente. Al termine di una giornata intensa e piena, è bellissimo sedersi al pianoforte e cercare la melodia perfetta. Però ti posso citare diversi brani che ho scritto in altri momenti della giornata, come ad esempio la mattina, a mente fresca e con una bella tazza di tè e biscotti sulla scrivania”.
Quale arte, oltre alla musica, salveresti, se fossi costretto a scegliere?
“Sono indeciso tra letteratura e cinema. Ti dico il cinema, perché oltre che essere una mia grande passione (la traccia di apertura del mio album “IKI – Bellezza Ispiratrice” è un brano costruito intorno al monologo di Steiner tratto dalla “Dolce Vita” di Federico Fellini) ha al suo interno una componente letteraria fortissima. Quindi, pur scegliendo il cinema, non rinuncio in forma totale alla letteratura”.
Cosa consiglieresti ad una/un giovane artista debuttante?
“Di non farsi affascinare né rapire dalle mode di ciò che vede intorno, né dal desiderio di ricchezza o di popolarità immediata, ma di mantenere fede e fare riferimento esclusivamente a ciò che per te artista ha valore. La gente intorno apprezzerà più la fedeltà alla tua arte che la ricerca di approvazione e consenso. Ah, e di studiare tanto, ascoltando tanti generi diversi, senza escludere quelli fondanti della nostra cultura musicale occidentale: la musica classica e il jazz. Da Stravinsky e Mahler, a Miles Davis e Chet Baker, in modo da avere le basi solide per affrontare l’ascolto e la pratica di generi come l’hip hop, l’R&B, la musica elettronica, il soul e il rock”.
Molto interessante. Al termine della chiacchierata, ricordo, e condivido, una frase del filosofo francese Albert Camus, Premio Nobel per la letteratura nel 1957: “Se il mondo fosse chiaro, l’arte non esisterebbe”. Che ne pensate?
Biografia
Francesco Cavestri nasce nel 2003 a Bologna. Ha al suo attivo già tre album: “Early 17”, “IKI – Bellezza Ispiratrice”, ed il recentissimo “Una morte da mediano”. All’età di 4 anni si avvicina alla musica, studiando pianoforte classico e imparando a conoscere i grandi del jazz come Miles Davis e Bill Evans. Dopo le scuole medie musicali, a tredici anni, viene ammesso all’indirizzo jazz del Conservatorio GB Martini di Bologna e a quindici supera la selezione per entrare al corso Accademico fra le eccellenze, sotto la guida del Maestro Teo Ciavarella, frequentando contemporaneamente il liceo classico Galvani con profitto. A 16 anni inizia ad esibirsi live al fianco di musicisti di grande esperienza come Roberto Red Rossi e Max Turone con cui crea un trio affiatato e condivide diverse esibizioni al Bravo Caffè, al Salotto del Jazz. Dall’incontro con il produttore artistico Massimo Tagliata arriva il suo primo album, che raccoglie quelle che sono le sue grandi ispirazioni arricchite da collaborazioni con artisti del calibro di Fabrizio Bosso, Silvia Donati e Roberta Gentile. Cavestri fa anche esperienze oltreoceano: si è esibito in jam session a New York in contesti d’eccellenza come il Fat Cat, lo Smalls Jazz Club, Il Groove e lo Zinc Jazz Club e che in seguito lo hanno portato a superare la selezione per la Summer School del Berklee College of music di Boston, perfezionando lo studio del pianoforte, produzione e design di musica elettronica sotto la guida di musicisti e coaches internazionali. Il 10 luglio 2023 Francesco Cavestri consegue la laurea triennale a pieni voti in Pianoforte Jazz presso il Conservatorio di Bologna, sotto la guida del Maestro Teo Ciavarella e della Prof.ssa Silvia Carrozzino. Il 10 agosto 2023 Francesco Cavestri ritorna con il suo gruppo al Time in Jazz, dove tiene un concerto presentando al fianco di Paolo Fresu “IKI – bellezza ispiratrice”, un brano composto dal giovane pianista che presenta la collaborazione proprio del grande trombettista. Il brano sarà incluso nell’album in uscita di Cavestri, caratterizzato dal forte interscambio tra jazz e musica elettronica. Il 19 gennaio 2024 pubblica il suo secondo album “IKI – Bellezza Ispiratrice”, che contiene il brano omonimo realizzato con il grande trombettista Paolo Fresu, pubblicato da Early 17 Records (etichetta dello stesso Cavestri) e distribuito da Universal Music Italia.
www francescocavestri it
www bluenotemilano com
Di seguito il contenuto dell’intervista realizzata.
Trio:
Piano: Francesco Cavestri
Basso: Riccardo Oliva
Batterie: Gianluca Pellerito