HARRISON STORM – Wonder, won’t you
Tenendo conto che questo disco è il primo album di Harrison Storm, non si può considerare un esordio a tutti gli effetti. Questo, perché il cantautore australiano (di Mornington, Victoria) risulta avere all’attivo ben 5 Ep, con cui la sua carriera ha avuto inizio e si è sviluppata. Una gioventù quella di Harrison cresciuto nella sua natale città di provincia ascoltando Beatles e Neil Young ed approcciando a quella cultura musicale fatta di atmosfere tenui e suoni suggestivi.
Una vita vissuta alla ricerca di se stessi attraverso la musica che diviene una valvola di sfogo e che porta un giovane autore a sondare attraverso la scrittura di storie adattate al formato canzone, un occasione di formazione e di crescita che comincerà presto a dare i suoi frutti. Come da lui stesso affermato tanta influenza avranno gli ascolti di rappresentanti della mascolinità tossica come Angus Stone, City and Colour o Jeff Buckley dal quale apprenderà alla lettera intimismo e melodie dolceamare, divenendo costanti distintivi sempre presenti nel materiale eseguito e pubblicato in seguito.
Con il recente lavoro Storm conferma la sua predilezione per i territori indie-folk a lui familiari, ove l’accompagnamento della sua fida acustica ben si compenetra con le esigenze di una tenuta ritmica tranquilla e minimale, che ne segna tutti i brani presenti sul cd. Un succedersi di atmosfere calde ed intimistiche che per quanto piacevoli all’ascolto, non sempre riescono però riescono a trasmettere un senso di comunicatività che dovrebbe scaturire ancor di più ad inizio carriera anche al primo ascolto. Storie raccontate in musica che come lo stesso artista ha affermato, hanno avuto il compito di metterlo in connessione con il mondo nel quale ancora non ha trovato la sua giusta collocazione, cercando attraverso le sue personali composizioni un ruolo di cantore moderno ma sempre con un piede ben piantato nel passato.
Fresco di stampa è WONDER WON’T YOU con cui attraverso le 10 tracce presenti, prende forma un disco in cui l’autore libera sentimenti intensi e da cui emerge una spiritualità tangibile, ancor di più per via di una vocalità diretta ed emozionale in cui l’accompagnamento strumentale si inserisce con garbo ed in maniera efficace. Ascoltando i brani ci si rende conto che gli stessi siano stati concepiti con il compito di raffigurare delle istantanee con il quale comunicare il proprio stato d’animo e lasciare campo libero all’espressione di un’introspezione che ha da sempre avvolto Storm.
Si va perciò dalla ricerca di guarigione della propria ansia (“Warm a cold heart”) ma anche del piacere della consapevolezza di quanto si possa essere utili per gli altri (“Daylight sun”) o giungere alla percezione dell’instabilità del fragore della società odierna (“Tomorrow”). Non manca la voglia di ricerca di un benessere interiore e raggiunto con la conquista della solitudine (“Stone”), mentre a trapelare è un’estenuante nostalgia (“My way home”) che neanche i sussurri notturni che emergono in chiusura di lavoro (“Better with you”), riescono a risollevare le sorti di un disco che seppur considerata la musica proposta, risulta fin troppo monocorde.
L’ampia disponibilità delle canzoni in formato video su Youtube, farà da obbligatoria occasione di pre-ascolto per un disco che potrà anche essere apprezzato da chi è in confidenza con il genere proposto, ma che con molta difficoltà interesserà i poco avvezzi alle atmosfere proposte dal giovane
CLAUDIO CARPENTIERI
Tracklist:
1. Harrison Storm – Warm A Cold Heart
2. Harrison Storm – Stone
3. Harrison Storm – My Way Home
4. Harrison Storm – Daylight Sun
5. Harrison Storm – In Good Time
6. Harrison Storm – This Love
7. Harrison Storm – Life Ain’t Ordinary
8. Harrison Storm – The Wind And The Wild
9. Harrison Storm – Tomorrow
10. Harrison Storm – Better With You
Credits:
Pubblicazione: 12 gennaio 2024
Label: Nettwerk Music Group, Bertus
VOTO
BAND:
Harrison Storm
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Nasco Ia Ferrara nel 1966 ma dopo alcuni anni per questioni di lavoro il mio papà si trasferisce a Roma dove attualmente vivo. Cresciuto come in molti della mia generazione con lo Zecchino D’Oro dell’indimenticato Mago Zurlì (in pancia però già scalciavo al ritmo di (I Can’t Get No) Satisfaction) muovendo i primi passi verso un ascolto di massa con trasmissioni come Discoring (ispirato al Top of the Pops inglese) e successivamente mi mostravo affascinato all’iperspazio dell’innovativo Mister Fantasy(condotto da Carlo Massarini). I primi amori? Dire Straits, The Police, Deep Purple e Supertramp. Ma nel mio bel mobile ove ancora oggi continuo a custodire ed a collezionare Lp e Cd l’eterogeneità regna sovrana e c’è sempre stato spazio per tutti! Al fianco di un disco di Dylan è facile trovare un album dei Duran Duran, come subito dopo i Van Halen trovare inaspettatamente i Visage, ma anche trovare come “vicini di casa” Linkin Park e Nirvana. Sì, la musica è bella perché varia e Tuttorock incarna al meglio un luogo magico dove la disuniformità del mondo delle sette note, non può non attrarre chi alla musica non ha mai posto confini. Keep the faith…