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IGNEA – Intervista alla cantante Helle Bohdanova

IGNEA – Intervista alla cantante Helle Bohdanova

Gli Ignea sono una band ucraina che sta vivendo l’assurda guerra, ma sono riusciti a terminare il loro terzo album “Dreams Of A Land Unseen” (leggi qui la recensione). Ne ho parlato con la cantante Helle Bohdanova e i ha raccontato delle gestazione dell’album e della dificoltà di vivere sotto le bombe. Di seguito l’intervista.

Ciao e benvenuta su Tuttorock. Presenta ai nostri lettori la band, come nasce la band?
Ciao e grazie per lo spazio che ci concedete. Siamo una band ucraina nata oramai ben 10 anni fa, nel 2013 ma con un altro nome, Parallax. Abbiamo lavorato sodo per arrivare a pubblicare il nostro album e ne siamo molto contenti e fieri, perché ha avuto una gestazione difficile vista la situazione che ai è creata qui in Ucraina.

Quale è stato il processo compositivo del nuovo album “Dreams Of Land Unseen”? Non penso molto semplice vista la situazione in Ucraina!
Abbiamo finito di registrare la metà dell’album prima del 24 febbraio del 2022, quindi prima che scoppiasse la guerra. E’ stata comunque una lavorazione complessa proprio per adattare la musica alla ematica dei testi. Avevamo paura di non farcela, noi viviamo a Kiev e pensavamo di dover rinunciare o rimandare tutto. Ma nel corso dei bombardamenti abbiamo avuto la forza di andare avanti perché volevamo a tutti i costi finire il nostro terzo album. E’ stato tutto molto stressante e triste, tra i bombardamenti, un  coprifuoco molto rigido, la corrente che non sempre c’era. Abbiamo deciso insieme alla casa discografica di posticipare l’uscita ma in due mesi d’invero e al freddo abbiano girato i tre video. Ne siamo veramente tutti molto orgogliosi di quest’album, veramente tanto!

È un concept album? Quale è la storia?
Si è un concept album, ho voluto raccontare la storia della fotografa e documentarista Sofia Yablonska, un personaggio che apprezzo molto. A me piace tantissimo viaggiare e durante il covid ho sofferto molto le limitazioni. Avevamo dei demo con parti musicali che avevano elementi folk di varie parti del mondo, ho così pensato a Sofia, ai suoi viaggi, alla sua cultura, delle sue avventure, della sua personalità e sono sempre ammirata e sbalordita da tutto quello che ha lasciato. Ho così cecato di viaggiare con la musica verso tutti quei Paesi che anche lei ha visitato ed immortalato con la sua macchina fotografica o con la sua videocamera. Ho quindi detto ai ragazzi della band che volevo dedicargli tutto l’album. Per l’inizio del XX secolo era una donna molto coraggiosa e progressista, viaggiava da sola per tutto il mondo in Paesi poco turistici, difficili e anche pericolosi per una donna sola e ha lasciato varie testimonianze di popoli indigeni e tribù che se non fosse stato per lei nessuno li avrebbe conosciuti, era un messaggio di rispetto di tutte le culture e le diversità. Mi affascina sempre di più ogni volta che ne parlo.

Perché l’idea di scrivere un concept album? E’ sempre molto impegnativo!!
Perché avevo voglia di raccontare questa storia, ci tenevo motto e tutta la band mi ha lasciato campo aperto e a dirti la verità durante il covid ho avuto molto tempo per realizzare questo mio sogno.

Quale è per te la terra invisibile e perché invisibile? Un titolo molto affascinante!
La terra invisibile è quella che non c’è o quella che tutti sogniamo, ma è difficile da raggiungere.

Qui in Italia uno dei nostri migliori cantautori, Edoardo Bennato, cantava “L’Isola Che Non C’è”, ci sono quindi alcune affinità, anche se il genere musicale è differente! Ma quale è invece il tuo sogno?
Di sogni ne ho tanti, due li ho esauditi, è finalmente uscito i nostro terzo album con la storia che ti ho spiegato prima, ma vorrei finalmente la pace in Ucraina!!

Hai una voce molto particolare, tra growls e voce pulita, potente ma anche angelica, vari volti che fanno parte anche del tuo carattere?
Ti ringrazio molto, è un bel complimento! Si forse, sono una ragazza molto tranquilla e sensibile, ma anche tenace!

Quali sono le tue influenze musicali, band e cantanti?
Mi piace un pò tutta la musica e la lista sarebbe troppo lunga.

Nei brani ci sono tante influenze musicali, orientali, mistiche, death e metal sinfonico. Tu come definisci il genere musicale degli Ignea?
Forse semplicemente symphonic metal.

La guerra in Ucraina ha influito sulla scrittura della storia? Il disegno di copertina anche?
Non del tutto, diciamo che la guerra, i bombardamenti ci hanno dato la forza di andare avanti, la  musica è la nostra vita. Sia la guerra che il covid hanno influito, come ti ho detto prima, perché ho viaggiato con il cuore e con la mente. Anche il disegno di copertina è stato ispirato dalla guerra, si vede la desolazione, un deserto, ma non solo dalla guerra anche dalle influenze mediorientali che ci sono nei vari brani, abbiamo pensato al deserto del Sahara, visitato e fotografato anche dalla Yablonska. Poi abbiamo viaggiato con la fantasia, si vedono degli alberi che difficilmente trovi in un deserto e se guardi bene si intravedono i resti di una nave e quello può farti pensare che forse un tempo lì, dove ora c’è il deserto, poteva esserci il mare, in tempi remoti. E’ bello viaggiare anche con la fantasia! Si vede anche un faro che per noi è il faro di Azdiogol, che si trova realmente in Ucraina.

Come state vivendo quello che sta succedendo in Ucraina?
E’ tutto molto triste, ma andiamo avanti, abbiamo la forza di andare avanti e la musica ci aiuta, l’affetto dei fan, ci sono tantissime difficoltà, anche paure, ma eccoci qua, vogliamo goderci l’uscita dell’album.

Cosa può fare la musica?
La musica aiuta sempre, ti fa uscire un attimo fuori dalla realtà, aiuta sia chi la ascolta ma anche chi la crea, anche se purtroppo la realtà è un’altra.

Ci sono anche influenze del folklore musica cinese in “The Golden Shell”, un abbraccio alle varie culture?
Si certo! Ma guarda che “The Golkden Shell” è stato il primo brano che abbiamo scritto, ancora prima di decide di dedicare l’album a Sofia Yablonska e continuando a leggere la sua storia ho scoperto che ha trascorso quasi 10 anni in Cina e poi amo tutte le culture del mondo. Abbiamo usato realmente strumenti musicali cinesi, non suonati da noi ovviamente.

Chiudi l’intervista come vuoi, un messaggio al pubblico italiano per ascoltare l’album.
Grazie a te e a Tuttorock. Amo l’Italia e spero che vi piaccia il nostro album e sicuramente ci vedremo da qualche parte.

FABIO LOFFREDO

Band:
Helle Bohdanova: Voce
Yevhenii Zhytniuk: Tastiere
Dmytro Vinnichenko: Chitarra
Oleksandr Kamyshyn: Basso e chitarra
Ivan Kholmohorov: Batteria

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