Envy of None – That was Then, This is Now
Fin dai suoi illustri precedenti con i leggendari Rush, Alex Lifeson ha sempre dato l’impressione di essere un artista irrequieto, che non ha mai voluto essere semplicemente incasellato come un chitarrista puramente prog o hard-rock. Dopo la morte di Neil Peart, la decisione innanzitutto condivisa con Geddy Lee è stata quella di non andare avanti senza il loro batterista di lunga data. Dopodichè, con i giusti tempi di riflessione, la sfida era quella di creare a partire dalle fondamenta un nuovo sound, completamente staccato da quello proposto dai Rush negli ultimi quattro decenni. I risultati possono prenderci in contropiede, rivelando una sensibilità artistica audace da parte di un veterano come Lifeson. Un suono molto più vicino al periodo dei primi anni 2000, quando le bands mettevano un po’ di tutto nella loro musica, un crossover senza etichette né restrizioni di sorta. Ed ecco scaturire a sorpresa un pop-rock con strutture semplici, trippy ed atmosferico, con una voce femminile dal timbro malinconico.
Il nuovo EP in uscita che fa seguito all’opera di debutto uscita un anno fa è composto dai remix briosi di “Dumb” e “Dog’s Life” – guidate da una chiave oscura di synth – oltre a quelli di “Lethe River” e “You’ll Be Sorry”, apparsi in precedenza solamente nella versione deluxe dell’album di debutto. Due brani piuttosto evocativi e seducenti, dall’incedere intimo ed avvolgente. Ma la vera gemma del lotto culmina in “That Was Then”, una track nuova di zecca appena registrata. Si tratta di un viaggio segreto e suadente, curata in un arrangiamento spiccatamente radiofonico.
Il guitar-work di Lifeson è fluido, la voce di Wynne è densa di malinconia, tutti gli artisti insieme confezionano una musica notturna che si adatta alla meditazione, al viaggio ed alla danza. Compongono la band Andy Curran (degli hard rocker canadesi anni ’80 Coney Hatch) ed Alfio Annibalini. Nonostante la caratura dei musicisti e l’indubbia raffinatezza delle songs qui proposte, resta la sensazione di un progetto che ha il merito di ribollire di nuova energia da un lato, ma di restare sostanzialmente incompiuto. I brani scorrono via piuttosto leggeri ed anonimi senza lasciare nell’ascoltatore una traccia definita. Gli ingredienti di alto livello ci sono tutti, ma questo EP suona come un work-in-progress per colmare l’attesa del nuovo full-length che potrebbe approdare ad un risultato più efficace ed esauriente.
Ivan Faccin
Tracklist:
1 – Lethe River
2 – You’ll Be Sorry
3 – Dog’s Life (Remix)
4 – Dumb (Der Dummkopf Remix)
5 – That Was Then
Etichetta: Kscope
Genere: Pop-rock
VOTO
Band:
Alex Lifeson
Andy Curran
Maiah Wynne
Alf Annibalini
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vive a lavora a Cornedo Vicentino, ha cercato di esplorare vari generi musicali, trovando nell'hard-rock, metal e progressive rock i suoi stili più congeniali. Anche ora che i capelli hanno cominciato ad imbiancarsi... impiegato presso Xylem Water Solutions, ha portato la sua collaborazione giornalistica presso The Wall of Sound e Tuttorock.