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EUROPE “Time capsule” @ Teatro degli Arcimboldi, Milano 2-10-2023

EUROPE “Time capsule” @ Teatro degli Arcimboldi, Milano 2-10-2023

Europe Time Capsule live in Milano 2 ottobre 2023, Teatro Arcimboldi

Approdano a Milano gli Europe, per la quarta tappa del loro tour europeo autunnale, “Time Capsule – Celebrating 40 years”. Si celebrano appunti i quarant’anni della band svedese e l’Italia è una delle nazioni che risponde da subito con un sold out al Teatro Arcimboldi. Da mesi è caccia ai biglietti per l’unica data italiana di questo tour che si preannuncia speciale ed unica. Lo scorso luglio la band di “The final countdown” era già venuta in Italia, a Ferrara precisamente, ma con il ‘precedente/generico’ tour, questo di questa sera promette sorprese, percorrendo appunto tutta la carriera della band di Joey Tempest. Il pubblico non vede l’ora, si fanno scommesse da tempo tra i fan su quale brano suoneranno e quale no, quali chicche ci riserveranno per questa serata e c’è da ammettere che il concerto, dopo una proiezione di un video che documenta i primi anni della band di circa dieci minuti, inizia con il botto. Si parte con “On broken wings”, b-side del singolo “The final countdown”. Inspiegabilmente il brano non fu inserito nell’album al tempo, pur essendo uno dei brani più belli che la band abbia mai prodotto. E già qui per i fan più esigenti e attenti è già una botta di emozioni fortissime. Il brano non viene eseguito live dal 1987, fu persino escluso durante il tour celebrativo dei trent’anni di “The final countdown”, tour in cui fu suonato l’intero album, ma il brano in questione fu stranamente escluso. Si fanno perdonare questa sera. Si prosegue con un altro brano per i fan della prima guardia, “Seven doors hotel”, dal primo omonimo album “Europe” del 1983. Segue la prima hit della scaletta, “Rock the night”, e il pubblico è già in delirio, nonostante il teatro abbia i posti a sedere, molti vorrebbero alzarsi e correre tra le prime file, Joey Tempest, infatti, sul finire del brano scende in platea per dare la mano ai fan sottopalco. La scaletta prosegue alternando brani del primo periodo, quelli fino al 1992 per intenderci, e quelli post 2004, anno in cui la band si è riunita pubblicando fino ad ora album con una certa costanza e di ottima qualità. La scelta per accontentare tutti è ardua, quarant’anni sono tanti, gli album in studio sono undici, tantissimi i classici, infatti Joey scherzando si scusa con il pubblico nel caso dovessero mancare i propri brani preferiti, come è normale che sia, ognuno ha il suo, il sottoscritto per esempio avrebbe voluto tanto ascoltare “In the future to come” o altri brani tratti dal primissimo album, invece oltre alla già citata “Seven doors hotel”, ci sarà spazio ‘solo’ per “Memories”, che comunque non è poco. Una versione, quella di stasera, con un intro lenta, tastiera e voce, rispetto alla versione originale per poi esplodere nella versione che tutti conosciamo. Tra le altre chicche, si pesca dal passato anche “Stormwind”, “Dreamer” (solo tastiera e voce), e “Open your heart” dal secondo lavoro “Wings of tomorrow”. “Hold your head up” invece è un brano nuovo, pubblicato pochissimi giorni prima del live. Il set è diviso in due parti, dopo una pausa di venti minuti, si ricomincia con un altro video in proiezione di circa cinque minuti e si riprende con “Always the pretender” dall’album “Secret society” del 2006. C’è spazio anche per un mini-set acustico, in cui Joey, John e Mic interpretano un tributo a David Bowie proponendo una loro versione di “Space oddity”. Non possono mancare i classici intramontabili, che vengono eseguiti tutti (o quasi), da “Carrie” a “Superstitous”, da “Cherokee”, a “Ready or not”, la favolosa “Ninja” fino alla conclusiva “The final countdown”, accolta da un boato come sempre, il brano manda tutto il pubblico in delirio, che lascia le poltrone e si avvicina sotto il palco. Pubblico che ha un’età media di quaranta/cinquant’ anni, forse più, però bello vedere qualche fila dietro di me, un ragazzino di forse neanche dodici anni cantare “The final countdown” e apprezzare l’intero set della band.  Che dire, gli Europe dal vivo non deludono mai, sono dei musicisti preparatissimi, al contrario di qualcuno che li relega sempre e soltanto alle solite hit famosissime, pagando forse lo scotto della ‘eccessiva’ popolarità che hanno avuto negli anni 80 da noi, un po’ quello che accade anche per i Duran Duran, grandissima band anche loro, ma la critica più severa, è ancora un po’ ‘tirchia’ nel riconoscergli il dovuto e reale valore. Lo stesso vale a mio parere per gli Europe, tutt’altro, la band è viva e vegeta, Joey Tempest è in formissima sia fisicamente che come voce, è ovvio che non arriva alle tonalità che poteva avere nel 1986, ma son pure passati un po’ di anni anche per lui, e in ogni caso la prova del cantante svedese, come quella di tutta la band è state eccellente. Inoltre, Joey è in vena, spesso in italiano ha detto ‘che figata!’ e ‘sticazzi!’ contento della risposta del pubblico italiano. Serata indimenticabile quindi per i tanti fan accorsi da tutta Italia per celebrare i quarant’anni di carriera della band.

GIOVANNI VERINI SUPPLIZI

Setlist:
Set 1:
Intro (documentario video)
On broken wings
Seven doors hotel
Rock the night
Start from the dark
Walk the earth
Hold your head up
Dreamer
War of kings
Vasastan
Girl from Lebanon
Carrie
Stormwind
Set 2:
(documentario video)
Always the pretender
Ninja
Prisoners in paradise
Sign of the times
Space oddity
Last look at Eden
Open your heart
Memories
More than meets the eye
Drum solo
Ready or not
Superstitious
Cherokee
The final countdown

Formazione:
Joey Tempest – voce, chitarra
John Norum – chitarra
John Leven – basso
Mic Michaeli – tastiere
Ian Haugland – batteria

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