YES – Mirror To The Sky
Anche stavolta mi sono avvicinato con le dovute cautele al nuovo album degli Yes, ma anche stavolta ho cercato di non fare confronti con il loro passato. Gli anni passano, il tempo volca via senza che ce ne accorgiamo e gli Yes di un tempo, oggi nella sola persona di Steve Howe, è da anni che non ci sono più ed è inutile aspettarsi un altro “Fragile” o un altro “Close To The Edge”. “Heaven & Heart”, album del 2014, non mi aveva entusiasmato, si sentiva una band stanca, nel successivo “The Quest” del 2021, c’era qualche idea in più e devo dire che il nuovo “Mirror To The Sky” è ancora un piccolo passo avanti e qui lo sottolineo, parlo ovviamente degli Yes di oggi.
Una vera sezione d’archi introduce “Cut From The Stars” e il giro di basso è un doveroso tributo a Chris Squire, apre le danze per un brano alla Yes, quelli di oggi ovviamente, a costo di essere ripetiivo, e se vogliamo tornare indietro nel tempo, quelli di “Drama”, sempre progressive ma strutturato in maniera più semplice e nel finale la piccola sfida tra Steve Howe e Geoff Downes e i nove minuti di “All Connected” iniziano a farci apprezzare di più l’album, Steve Howe è più presente e tornano gli intrecci vocali che hanno fatto storia e il brano nel suo viaggio si snoda in lunghi momenti strumentali e melodie indimenticabili. A seguire c’è “Luminosity”, altri nove minuti di progressive più articolato ma leggero e delicato e “Living Out Their Sky” fa affiorare qualche influenza beatlesiana (Yes meets Beatles). Arriva poi una suite di quasi quattordici minuti, “Mirror To The Sky”, dove convivono paesaggio acustici, orchestrali, lunghe divagazioni strumentali, atmosfere sognanti, progressive e da colonna sonora e Steve Howe in grande forma + ricco di idee che trasferisce nelle dita delle sue mani (meraviglioso il momento dove solo chitarra acustica ed orchestra si lasciano andare in momenti emozionanti, prima che Steve Howe rimbracci la chitarra elettrica).
L’ultimo brano del primo CD è molto più breve, “Circles Of Time”, sognante ballad acustica e dove riaffiorano in parte gli Yes degli anni 70, anche nelle atmosfere e nelle melodie. Altri tre brani nel secondo CD, “Unknown Place”, “One Second Is Enough” e “Magic Potion”, che non aggiungono niente di più, se no forse una maggiore presenza delle tastiere di Geoff Downes. Questi sono gli Yes di oggi, inutile girargli intorno, piacevoli, non all’altezza dei loro capolavori, ma ugualmente capaci di dare positive suggestioni e vibrazioni e poi c’è sempre il disegno di copertina di Roger Dean, praticamente il sesto elemento degli Yes.
FABIO LOFFREDO
Tracklist:
CD1:
01. Cut From The Stars
02. All Connected
03. Luminosity
04. Living Out Their Dream
05. Mirror To The Sky
06. Circles Of Time
CD2:
01. Unknown Place
02. One Second Is Enough
03. Magic Potion
Label: Inside Out Music/Sony Music
Genere: Progressive Rock
Anno: 2023
VOTO
Band:
Jon Davison: Voce
Steve Howe: Chitarra e cor
Geoff Downes: Tastiere
Billy Sherwood: Basso e cori
Jay Schellen: batteria e percussioni
Special Guests:
FAMES Studio Orchestra
Oleg Kondratenko: Direttore d’Orchestra
Paul K. Joyce: Arrangiamenti orchestrali
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Appassionato di musica sin da piccolo, ho cercato di esplorare vari generi musicali, ma è il metal, l'hard rock ed il rock progressivo, i generi musicali che più mi appassionano da molti anni. Chitarrista mancato, l'ho appesa al chiodo molto tempo fa. Ho mosso i primi passi nello scrivere di musica ad inizio anni 90, scrivendo per riviste come Flash (3 anni) e Metal Shock (ben 15 anni), qualche apparizione su MusikBox e poi il web, siti come Extramusic, Paperlate, Sdangher, Brutal Crush e Artists & Bands. I capelli mi si sono imbiancati, ma la passione per la musica è rimasta per me inalterata nel tempo, anzi molti mi dicono che non ho più speranze!!!!