LEFRASIINCOMPIUTEDIELENA – Intervista al musicista e compositore Raffaele Quarta (RafQu)
Un progetto particolare quello di Lefrasiincompiutedielena, così tutto d’un fiato, un progetto guidato da Raffaele Quarta, in arte RafQu. Ne ho parlato su queste pagine per l’uscita dell’album “La Belle Epoque” (leggi qui la recensione), ma in questa intervista ci apre orizzonti sul significato di questo progetto.
Ciao e benvenuto su Tuttorock. Presenta la band Lefrasiincompiutedielena, dove e come nasce l’idea?
Lefrasi sono nate nel 2017, avevo bisogno di un nuovo pseudonimo con cui nascondermi. Da lì in poi ho cercato sempre musicisti che in qualche modo avessero la mia stessa attitudine.
Un nome molto particolare, così tutto d’un fiato senza spazi, ti faccio tre domande in una, perché il nome Lefrasiincompiutedielena, quali sono le frasi incompiute di Elena e chi è Elena?
Quando ho finito di scrivere Fiori e Camomilla mi sono detto: questo è un brano per LefrasiincompiutediElena. Tutto d’un fiato. Tutti lasciamo dei discorsi a metà, tutto resta incompiuto. Il nome inizialmente l’ho preso in prestito dalla protagonista di nuovo cinema paradiso, poi ha acquisito diversi significati nel tempo.
Parlami ora di “Moleskine” il singolo quale è il suo significato?
È un brano che ho scritto a ridosso di Interno29, il primo album. Quando poi ho iniziato a lavorare al secondo disco, abbiamo cercato insieme ad Umberto Coviello che oltre a essere il batterista de Lefrasi è stato in parte anche coproduttore, le abbiamo dato una nuova veste. Ho avuto sempre l’abitudine di appuntare cose sul mio diario. Moleskine è il frutto di queste mie abitudini, “per ricordare come tutto finisce”.
Parlami ora dell’album “La Belle Epoque”, come sono nati i brani?
Lucida, Vacuum, Glicine sono state scritte durante il lockdown, ma come Moleskine avevano un altro sound. Quando ho iniziato a scegliere fra i provini a delineare delle canzoni per il nuovo album ho anche pensato al titolo.
Perché il titolo “La Belle Epoque” e il significato dei testi dei vari brani.
Perché ciò che mi ha portato al secondo album è stato un bel periodo. In questo disco si parla di tanta nostalgia, un elemento chiave che mi ha portato a scrivere le canzoni. Sono state più le sensazioni a farmi scrivere che fatti realmente accaduti.
Come nasce un vostro brano , dal testo o dalla musica?
Non ho un processo creativo sempre uguale. principalmente scrivo prima la musica, immagino un “mood”, ci suono un po’ sopra e poi vedo cosa ho da dire, e se mi piace cosa sto dicendo. Altre volte tipo in Miró ho avuto testo e melodia subito, senza pensarci troppo. Glicine, ad esempio, è il frutto di una jam da solo davanti al microfono di circa un’ora.
Nel sound c’è il rock e una vena nostalgica e dark, come definisci il genere di Lefrasiincompiutedielena?
Non voglio definirlo, Lefrasi non devono essere un limite, ma un’opportunità per fare quello che voglio fare in quel momento. Vengo dal rock sì, ma anche lì ho spaziato in diversi sottogeneri in questi anni e mi piace fare ricerca quando arrangio. Ho la fortuna di avere uno studio proprio in cui passare tutto il tempo che voglio.
Quali sono le influenze musicali?
Ascolto principalmente band inglesi negli anni. Mi piace molto tutto ciò che veniva definito in “alternative”.
C’è un tour di presentazione in programma?
Abbiamo fatto un paio di live, giù in Salento. Purtroppo pare sia molto difficile suonare in giro al momento, ma cmq a breve annunceremo qualcosa.
Cosa ti aspetti da questo album? Cosa vuoi lasciare a chi lo ascolterà?
Per lasciare lascio di sicuro una parte di me, come tutti i dischi che ho fatto. Lascio ciò che ho imparato. Fare un disco per me non è solo scrivere canzoni, comprare nuova roba, passare del tempo con amici musicisti, confrontarsi. E sicuramente è questo che mi spinge a continuare a fare i dischi. Ecco vorrei sempre che arrivasse questo quando qualcuno ascolta la mia musica. Un album è un periodo della vita. E sono molto felice de “La belle Époque”.
Chiudi l’intervista come vuoi, un messaggio a chi leggerà l’intervista per ascoltare l’album.
Mi auguro vi piaccia, ma se così non sarà vi capirò!
FABIO LOFFREDO
Band:
Umberto Giulio Maria Coviello: Batteri
Davide Codazzo: Basso
Giulio Bianco: Zampogna
Gianni Quarta: Chitarra
Raffaele Quarta (RafQu): Batteria, basso, chitarra, Moog e pianoforte
Igor Pardini: Voce
Appassionato di musica sin da piccolo, ho cercato di esplorare vari generi musicali, ma è il metal, l'hard rock ed il rock progressivo, i generi musicali che più mi appassionano da molti anni. Chitarrista mancato, l'ho appesa al chiodo molto tempo fa. Ho mosso i primi passi nello scrivere di musica ad inizio anni 90, scrivendo per riviste come Flash (3 anni) e Metal Shock (ben 15 anni), qualche apparizione su MusikBox e poi il web, siti come Extramusic, Paperlate, Sdangher, Brutal Crush e Artists & Bands. I capelli mi si sono imbiancati, ma la passione per la musica è rimasta per me inalterata nel tempo, anzi molti mi dicono che non ho più speranze!!!!