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YNGWIE MALMSTEEN op. Limberlost @ HALL PADOVA 12-11-2023

YNGWIE MALMSTEEN op. Limberlost @ HALL PADOVA 12-11-2023

YNGWIE MALMSTEEN op. Limberlost @ HALL PADOVA 12-11-2023

Se la vita è un costante mutamento, lo è nel bene e nel male anche la musica – che si evolve, cita sé stessa in modi diversi, progredisce (o regredisce), si adatta al momento storico ma non è mai la stessa – con le dovute eccezioni.
In mezzo a questo bailamme, poche cose sono musicalmente certe – e una di queste è la musica e la concezione dell’arte del guitar hero dei guitar hero: Yngwie Malmsteen.
Da sempre seguace del “troppo”, del “more is more”, il funambolico chitarrista svedese che ha passato da poco la soglia dei sessanta ha pubblicato un album dal titolo Parabellum – ormai non proprio nuovo di zecca – mettendoci un po’ ad organizzare un tour che lo portasse in giro per l’Europa.
Mancando dall’ Italia da qualche anno, tentare un mini tour nel Bel Paese poteva sembrare un azzardo – e invece no: quattro date (Roma, Firenze, Milano e Padova) – quattro sold out!
Il Maestro ha avuto ragione ancora una volta, quindi eccoci qui in terra Padovana per testimoniare il quarto tutto esaurito di fronte ad un pubblico trepidante, ormai  prevalentemente maschile.

Ed eccoci qui, alla Hall di Padova per la tappa conclusiva di questo tour: il preannunciato ingresso delle 19,30 subisce un lieve ritardo ma dà modo alla folla di riversarsi ordinatamente all’interno del locale che mi ha convinto per capienza e per allestimento – fino all’arrivo degli opener Limberlost, provenienti da Washington, USA.
La band capitanata dalle due cantanti Brittany Lauren e Krystle Pyette si presenta bene ma propone uno stile un po’ troppo “americano” per l’orecchio medio italico – mescolando un rock muscoloso fatto di chitarre funamboliche e riff potenti a un contraltare di melodia: bravi, sia chiaro – ma nulla che possa davvero farci saltare dalla sedia.
Il rimando alle Heart è molto evidente, sia nel modo di cantare di B&K, sia nella scelta melodica dei brani – che mischiano modernità con melodie più retrò, in uno show tutto sommato piacevole e coinvolgente, chiuso da una cover tanto lunga quanto inutile: la immortale Kashmir di Zeppeliniana memoria.
Giusto il tempo di domandarsi “ma non avrebbero potuto proporre due brani originali, invece di farci ascoltare una versione pedissequa (perdonatemi l’aggettivo) dei Led Zeppelin?” che tornano ad abbassarsi le luci: la Fender Stratocaster gialla comincia a ruggire e Yngwie Malmsteen sale in scena con il chiaro intento di non fare prigionieri, già dalla storica opener Rising Force.

La scelta di non avere un cantante di ruolo si fa sentire soprattutto in brani come questo: il tastierista Nick Marino fa la sua parte e la voce è all’altezza, ma sicuramente manca qualcosa.
Questa scelta pesa anche sull’andamento del concerto e sulla scaletta proposta, che presenta grandi classici e brani più recenti mescolati a cover (a volte francamente inutili, dato il vasto repertorio dell’axeman), ma senza una reale soluzione di continuità – dando la sensazione di un lungo grande medley, con i funambolici assoli che tutti ben conosciamo a fare da collante tra le canzoni.
Devo ammettere, spesso è difficile capire dove finiscono brani come Relentless fury e dove cominciano brani come Wolves at the door – ma fa tutto parte dello spettacolo: Malmsteen lo odi o lo ami, e chi è qui sa cosa aspettarsi e può tornare a casa soddisfatto, soprattutto dopo grandi classici come Like an AngelSeventh Sign (brano sempre coinvolgente e che ha saputo influenzare dozzine di chitarristi), Far Beyond the sun (con citazione dell’ assolo finale di Bohemian Rhapsody dei Queen), You don’t remember I’ll never forget e il manifesto immortale che è Black Star.

Un’ora e mezza di pura pornografia chitarristica, con un Malmsteen in forma (anche fisica) come non lo si vedeva da tempo: appassionato, partecipe e coinvolgente – tanto da mettere a tacere le “solite critiche” nel migliore dei modi, ovvero lasciando parlare il suo talento, le sue dita che scorrono veloci, sempre di più su quella tastiera scalloped.
Non sarà certamente il fenomeno che era a vent’anni, complici gli anni, gli stravizi e pure qualche incidente – ma tutt’ora il buon Yngwie è un talento indiscusso nel suo genere: un centometrista dello strumento, un diavolo con la chitarra in mano pronto a scatenare una guerra a suon di note – a raffica!
Si vis pacem – parabellum, noi invece ci prepariamo a rivederlo presto e con lo stesso entusiasmo!

SANTI LIBRA

Credits: si ringrazia Erocks Production per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.

BAND:
Yngwie J. Malmsteen – chitarra e voce
Nick Marino – tastiere e voce
Emilio Martinez – basso
Brian Wilson – batteria

https://www.yngwiemalmsteen.com
https://www.facebook.com/officialyngwiemalmsteen
https://www.youtube.com/channel/UC9332qhwhlDjeAUAEltLGew

https://instagram.com/yngwiemalmsteen_official

SETLIST:

1 – Rising Force
2 – Top down, foot down / No rest for the wicked
3 – Soldier
4 – Into Valhalla / Baroque & Roll
5 – Like an Angel (For April)
6 – Relentless fury
7 – Now your ships are burned
8 – Wolves at the door
9 – (Si vis pacem) Parabellum
10 – Far beyond the sun / Bohemian Rhapsody
11 – Seventh sign
12 – Overture / Arpeggios from hell
13 – Evil eye
14 – Smoke on the water
15 – Trilogy
16 – Red house
17 – Fugue / Drum solo
18 – You don’t remember, I’ll never forget
19 – Black star