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FROZEN CROWN – Intervista a Federico Mondelli su “Call of the north”

FROZEN CROWN – Intervista a Federico Mondelli su “Call of the north”

In occasione del loro live al “VIDIA CLUB di Cesena” ho intervistato Federico Mondelli, chitarrista della band FROZEN CROWN.

Ciao Federico, un nuovo disco e una grande live stasera qui al Vidia, certo che viene da pensare che, come altre band metal italiane, siete più famosi all’estero che nel nostro paese.
E’ assolutamente così. A giugno andremo in Giappone per la seconda volta dove faremo una data a Tokyo da headliner, ora partiamo per l’Europa, ed è vero che nella nostra carriera abbiamo avuto più spazio oltre confine che in Italia. 

Sicuramente il vostro genere è più diffuso all’estero che in Italia, il vostro sound richiama molto quello delle grandi band scandinave, Finlandia e dintorni.
Verissimo! Noi siamo, prima di tutto, degli entusiasti, grandi fan di questa musica, suoniamo questa musica perché amiamo questo suono. La band che ci ha influenzato di più sono i Children of Bodom, che non sono così melodici a livello vocale, ma come riff e ritmo ci siamo parecchio. Un power metal un poco più duro, per dire.

Il nuovo album, Call of the north, è davvero tanta roba. Rispetto i lavori precedenti, che mi parevano un poco squilibrati verso le chitarre, questo appare assolutamente perfetto e compatto da tutti i punti di vista, sei d’accordo con la mia impressione?
E’ assolutamente vero! Si è consolidata la formazione, c’è stata molta più partecipazione da parte di tutti i componenti della band e da questo è scaturita una maggiore attenzione nella scrittura e nell’arrangiamento. Abbiamo dedicato molto più tempo del solito a questo disco e curato tantissimo le voci, gli arrangiamenti vocali, le orchestrazioni, ci sono tante chitarre, ma anche molto equilibrio.

Andare a suonare a Tokyo è un bel colpo, non è cosa da tutti.
In Giappone abbiamo un nostro pubblico molto ben consolidato, in Europa la nostra etichetta è la Scarlet Records, ma in Giappone usciamo con una del posto, la Marquee Avalon. Fra l’altro, io scrivo per Burn Magazine, probabilmente la rivista più grande che c’è in Giappone; questo anche per la popolarità che ho conquistato lì con la mia precedente band, i Be The Wolf. 

Di questo nuovo Call of the North cosa ci racconti? Come è nato?
Noi tendiamo sempre a dare due linee ai nostri lavori, per prima cosa puntiamo sull’atmosfera, di modo che chi inizia a guardare l’artwork e i video, si possa già sentire immerso in questo mondo nordico, fin dai primi ascolti. Non per niente, il titolo del disco richiama proprio il nord, il bello è che io sono del sud, ma i miei gruppi preferiti sono tutti dell’estremo nord. Amiamo questa assonanza dove anche solo il nome, ad esempio Sonata Arctica, richiama l’atmosfera del nord. Poi ci sono i testi, dove non parliamo di draghi e cavalieri, ma di una forte motivazione nelle scelte di vita. 

Quindi non vi siete lanciati nel trend delle saghe nordiche, ma la scrittura ha attinto alle vostre esperienze personali?
Esatto, aggiungo che vari pezzi sono nati da momenti di sconforto e depressione, come “Faith No More”, ovvero “Non fallire mai più”. Un vero e proprio monito a me stesso, nel senso di iniziare a fare delle cose veramente sul serio. Ma nel concept ci ispiriamo anche alla mitologia italiana, longobarda in particolare, anche la copertina può fare immaginare un uomo del sud che si dirige verso il nord. 

Penso che si prosegua anche nel ritorno, in generale, di un approccio al rock inteso come gruppi sul palco con tutti gli strumenti classici, dopo anni di dominio di rap e trap.
Sì, ma poi credo ci sia anche una contaminazione dell’hip-hop con il rock, Salmo si presenta adesso con i Linea77 sul palco. 

Progetti futuri?
Questo disco ci ha messo addosso molta pressione e attenzione, stiamo valutando tante proposte di cui non voglio ancora parlare, ma si stanno aprendo molte porte interessanti. 

MAURIZIO DONINI

Band:
Giada “Jade” Etro – vocals
Federico Mondelli – guitar and vocals
Fabiola “Sheena” Bellomo – guitar
Francesco “Ikki” Zof – bass
Niso Tomasini – drums

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