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IL MURO DEL CANTO – Intervista al cantante Daniele Coccia Paifelman

IL MURO DEL CANTO – Intervista al cantante Daniele Coccia Paifelman

In occasione del ritorno in concerto a Roma de Il Muro Del Canto, ho avuto il piacere di intervistate il cantante Daniele Coccia Paifelman. Ci ha parlato della band, dei concerti e di “Maestrale”, loro ultimo album uscito nel 2022. Di seguito l’intervista.

Ciao e benvenuto su Tuttorock. Il vostro ultimo album “Maestrale” è uscito già da qualche mese, come sta andando? Siete soddisfatti dei consensi ricevuti finora?
Il disco è stato accolto molto bene, sia dal pubblico che dalla critica. Lo abbiamo portato in tour per tutta l’estate e, dopo due anni di stop, è stato il miglior modo per ritornare in mezzo alla gente con la nostra musica.

Parlami dell’album, perché il titolo “Maestrale” e il significato dei testi. Affascinante anche il disegno di copertina: qual è il suo significato, è collegato in qualche modo ai testi?

Abbiamo scelto il nome Maestrale perché è il vento che porta il cambiamento e noi ci auguriamo che trascini via le nuvole nere che aleggiano sul nostro tempo. Inoltre, l’origine del  nome Maestrale è legato alla città di Roma, Magistra Mundi. La copertina è stata disegnata dal noto fumettista David Messina, che ha perfettamente rappresentato la nostra idea di un’umanità alle prese con la sua coscienza e con la natura.

Ci sono stati dei cambiamenti, nuovo chitarrista e nuova label: come mai questa scelta?

Il cambio alla chitarra è avvenuto per l’addio di Giancane: quando ci ha lasciato, ci siamo messi alla ricerca di qualcuno che potesse prendere il suo posto. Siamo stati fortunatissimi, perché Franco Pietropaoli è un chitarrista, un ragazzo e un produttore eccezionale.  La scelta di cambiare etichetta, invece, è stata dettata dall’entusiasmo di Roberto Angelini, il quale ci ha proposto d’uscire con FioriRari. E lo abbiamo fatto.

Parliamo ora di concerti: sempre molto attivi in date live, quanto è importante per voi un tour e il contatto con il pubblico?

Per un musicista è fondamentale fare concerti, altrimenti saremmo come calciatori in perenne  allenamento, ma senza ma giocare la partita. Inoltre il nostro pubblico è veramente incredibile.

Siete una band romana e si sente nei vostri brani. Spesso portate un po’ di romanità in giro per l’Italia: come siete accolti?

Siamo accolti bene e i locali sono sempre pieni. La scrittura delle canzoni in romano ci aiuta a comunicare in modo sincero e personale, veicolando temi universali, uguali per tutti. Non parliamo del Colosseo o della carbonara, ma degli ultimi, dei senza voce. Ci sentiamo vicini al sottoproletariato, che paga solo e non riceve in cambio una vita dignitosa. Non possiamo però negare d’essere innamorati della nostra città e d’aver avuto un privilegio: essere nati a Roma.

Privilegio che condivido con voi, in quanto anche io romano. Qualche aneddoto da raccontare? 

Posso raccontarti di due persone talmente appassionatesi, attraverso le nostre canzoni, alla romanità, d’aver deciso di trasferirsi a vivere a Roma. Quanti danni si possono fare con la musica…

Quando suonate a Roma è per voi più speciale?

Ogni concerto è speciale. Siamo tutti musicisti da quando eravamo molto giovani e Il Muro del Canto è un progetto totalmente indipendente da saperci rappresentare profondamente tutti e sei, in un percorso di coerenza individuale che ci porta a onorare cosa facciamo e chi siamo, fuori e dentro Roma. I concerti romani sono i più partecipati, ma partire tutti insieme, stare diversi giorni fuori casa, conoscere gente nuova, posti diversi e scoprire che la nostra musica può arrivare ovunque in Italia è molto bello.

Avete suonato in posti particolari, come per esempio nel carcere di Rebibbia: in futuro avete in programma altri eventi del genere?

Non abbiamo date di questo tipo in programma, ma ricordiamo quei concerti nei penitenziari tra le esperienze più preziose ed emozionanti che ci siano mai capitate.

Anche i vostri testi spesso affrontano temi sociali: cosa pensi di tutto quello che stiamo vivendo, tra pandemie, guerre e cambiamenti climatici?

Non sono temi semplici o immediati, ma per quanto riguarda l’ambiente posso dirti che al G8 di Genova di tanti anni fa uno dei motivi per cui si andò a farsi massacrare dalle forze dell’ordine erano proprio le inutili contromisure adottate dal potere nel Protocollo di Kyoto per contrastare i cambiamenti climatici. Oggi quegli stessi poteri si ritrovano in un sistema economico al collasso: e hanno le energie alternative su cui lucrare, oltre alle armi, ai vaccini e ai farmaci…

Quando avete formato la band, perché avete deciso di chiamarvi Il Muro Del Canto?

Perché è un nome d’impatto: pesca nell’immaginario collettivo e trasforma il pianto in canto.

Cosa c’è nel prossimo futuro de Il Muro del Canto?

Noi ci auguriamo che la cultura non abbia più battute d’arresto e di poter continuare a fare il nostro lavoro. Per ora, dobbiamo portare il nostro “Maestrale” fra la gente.

Grazie e chiudi l’intervista come vuoi, un messaggio per ascoltare “Maestrale” e per venire ai vostri concerti.

Grazie dell’intervista e per il preziosissimo lavoro che fate, fondamentale per la cultura.

FABIO LOFFREDO
Photo by GEORGIANA ACOSTANDEI

Band:
Daniele Coccia Paifelman: Voce e voce narrante
Alessandro Pieravanti: Voce narrante. voce e batteria
Ludovico Lamarra: Basso
Eric Caldironi: Chitarra acustica
Franco Pietropaoli: Chitarra Elettrica, cori, banjo e mandolino
Alessandro Marinelli: Fisarmonica, pianoforte e organo

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