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SILVER NIGHTMARES – Apocalypsis

SILVER NIGHTMARES – Apocalypsis

A soli due anni di distanza dall’EP di esordio, il bellissimo The Wandering Angel, i palermitani Silver Nightmares rispondono alla chiamata del full-length con questo magniloquente Apocalypsis, concept album sull’evoluzione della razza umana nel corso dei secoli. Il trio siciliano è comporto dal tastierista Gabriele Taormina, dal batterista Alessio Maddaloni e dal bassista Gabriele Esposito – coadiuvati dal cantante Michele Vitrano (veterano della scena prog siciliana) e dai chitarristi Emanuele LoGiudice e Mimmo Garofalo: come nel lavoro precedente figurano anche diversi ospiti a completare le orchestrazioni di questo album che sa sapientemente destreggiarsi nell’ambito prog rock e prog metal, con forti rimandi all’hard rock e al rock sinfonico. Faro illuminante dei Silver Nightmares sono senza ombra di dubbio i Dream Theater a cui si avvicinano, schiacciando l’occhio in più di una occasione a quel gigantesco capolavoro che è Images and Words – ma non nascondono affatto chiari rimandi ai Pink Floyd, ai Jethro Tull, ai Genesis e ai Deep Purple. Contando unicamente sulle proprie forze e senza un’etichetta alle spalle i nostri sono già riusciti ad ottenere consensi tra gli addetti ai lavori e sulla stampa di settore anche oltre confine – con queste premesse non possiamo che aspettarci un passo avanti in questo Apocalypsis – e in larga parte è così: il livello compositivo sale, si fa articolato e si pone molta più attenzione alle orchestrazioni rimandando a volte anche a composizioni classiche (mi vengono in mente Claude Debussy o Pietro Mascagni) cercando un suono assolutamente personale ma che ovviamente paga debito ai nomi già descritti,  in costante equilibrio tra ispirazione ed innovazione.

Saphiens è un ottimo brano di apertura con un intro para-tribale che sa fondare ritmiche incalzanti e melodie di facile assimilazione, rimandando ora agli onnipresenti Dream Theater, ora ai Toto – mostrando sin da subito i muscoli musicali ed il talento di questa band. Nefertiti aggiunge atmosfere orientali, quel prog caro ad Orphaned Land o ai Myrath – aggiungendo un po’ di Anathema, così come Etemenanki  che prosegue sulla medesima scia. Si tratta di un brano evocativo, onirico e gender-free – nel senso di genere musicale: difficile da collocare tanto quanto di facile presa, grazie all’attenzione melodica a cui accennavo poc’anzi. Sea of Sikelia è un omaggio alla propria terra in salsa Hard Rock, con un riff che rimanda ai Deep Purple intrecciandosi con suoni prog all’italiana (Area o PFM in qualche modo) concentrando tutto in meno di quattro minuti che trascorrono piacevolmente. La traccia numero 5 è Scorns of time, che non fa nulla per nascondere l’influenza dei Pink Floyd più oscuri ed intimisti – persino il cantato di Michele Vitrano assume un tono molto vicino a quello del Gilmour più recente (A momentary lapse of reason o The division bell, tanto per intenderci), mentre la successiva Wizard, witches and sorcerers percorre sentieri tracciati da Jethro Tull e Marillion, usando tematiche Tolkeniane ed atmosfere mistiche tanto care al prog europeo di cinquant’anni fa. The Awakening è una traccia strumentale che mischia ritmiche folk a progressioni tastieristiche alla Keith Emerson e contrappunti jazz, mescolandosi ai Dream Theater di Metropolis o a side project degli stessi come i Transatlantic o i Liquid Tension Experiment: non un mero sfoggio di tecnica, qui c’è tanta sapienza e tanto cuore! La traccia numero otto si chiama 8, che non è solo il numero corrispondente – ma anche il simbolo dell’infinito, che rimanda alla forma della clessidra presente in copertina: giusta prosecuzione della traccia precedente, sa ben svilupparsi bilanciando ancora tecnica e sapienza melodica magnificandosi successivamente nella ballad The blue light of a star, primo singolo e decima traccia dell’album. Altro singolo è The weird black cross, molto più tendente al metal con rimandi a band quali i Savatage o i Crimson Glory, mentre la chiusura è affidata alla operistica Intangible – un crescendo rock di pregevole fattura, ottima conclusione di questo Apocalypsis.

In definitiva, i Silver Nightmares rispondono positivamente al debutto su CD confermando l’ottima impressione già precedentemente avuta: le ottime idee sono agevolate da una tecnica straordinaria che sa ben svilupparle, riuscire a staccarsi un po’ di più dai propri riferimenti trovando la propria strada e facendo attenzione a minuzie come la pronuncia inglese (che affligge praticamente ogni cantante del Bel Paese) permetterebbero al combo siciliano di rivaleggiare ad armi pari con i più grandi – le qualità ci sono tutte! Attendiamo un ulteriore passo in avanti e nel frattempo anche tantissime esibizioni dal vivo per poterli applaudire come meritano: grandi Silver Nightmares!
Killer tracks: Saphiens, Nefertiti, Etemenanki, Sea of Sikelia, The Awakening, The blue light of a star, The weird black cross.

SANTI LIBRA

Tracklist:

1 – Saphiens
2 – Nefertiti
3 – Etemenanki
4 – Sea of Sikelia
5 – Scorns of time
6 – Wizards, witches and sorcerers
7 – The Awakening
8 – 8
9 – The blue light of a star
10 – The weird black cross
11 – Intangible

Credits:
Pubblicazione: 1 novembre 2022
Etichetta: Bandcamp

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VOTO

Band:
Gabriele Esposito: basso
Alessio Maddaloni: batteria
Gabriele Taormina: tastiere
Michele Vitrano: voce
Mimmo Garofalo: chitarra
Emanuele LoGiudice: chitarra
 

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