DANIELE IVALDI & NICO DI PALO – Intervista ai due musicisti
In occasione dell’uscita del singolo “Felici e contenti” (Videoradio e Videoradio Channel edizioni musicali), ho avuto il piacere di intervistare Daniele Ivaldi e Nico Di Palo, il primo, chitarrista che tra tour, programmi televisivi (con orchestra) ha suonato con artisti del calibro di: Loredana Bertè, Riccardo Fogli, Sandro Giacobbe, Mango, Nico Di Palo, New Trolls, Tullio De Piscopo, Sabrina Salerno, Maurizio Vandelli e molti altri e da tempo lavora con un grande artista (amico) come Shel Shapiro, il secondo, chitarrista, cantante e compositore italiano, storico componente del gruppo musicale progressive rock New Trolls.
Ciao, benvenuti su Tuttorock, parliamo subito di questo brano, “Felici e contenti”, quando e com’è nato?
Daniele: Ciao Marco, il brano è nato un po’ di tempo fa da serate passate con amici e conoscenti, sentendo un po’ tutti i discorsi, i vari problemi, poi c’è sempre un qualcosa di autobiografico in ogni pezzo. È un racconto di tutte queste coppie che magari dopo tanti anni capiscono di non andare più d’accordo, ci sono vecchi rancori mai detti, mai capiti volutamente o no. Tendenzialmente l’uomo, senza generalizzare, è un po’ più vigliacco e fa finta di capire che il rapporto non funziona fino al punto in cui la moglie o la compagna scoppia e ti saluta, aggiungo giustamente. Ci sono mille segnali che noi maschietti non vogliamo capire, infatti in questo brano c’è un punto in cui il testo dice “felici e contenti, speravo almeno a un passo da lì”, non puoi sperare di essere felice e contento, devi essere consapevole di esserlo o no. Se lo sei e se lo siete tutto va bene, altrimenti è meglio cercare di rimediare, se si può.
L’idea del video di chi è stata e da chi è stato girato?
Daniele: L’idea del video è stata mia insieme ad un mio collaboratore, il musicista Fabio Milanese, che è parte integrante di questo brano. Lui è un tipo molto geniale e attivo su queste cose oltre ad essere un grande musicista che suona con me da diversi anni, è una grande persona.
Tra i tanti artisti con i quali hai collaborato c’è Mango, che ricordi hai di quel grande artista?
Daniele: Non posso che parlare bene di Mango, come tutti, credo che nessuno riesca a dire qualcosa di negativo su di lui. Al di fuori dei lavori fatti, devo essere sincero, non l’ho frequentato molto, però ho un ricordo meraviglioso come artista e come cantante. Cantava veramente da Dio, faceva parte di quelli del “buona alla prima”, aveva una voce meravigliosa. Lo definirei fondamentalmente come una persona perbene che manca tanto.
E poi c’è Shel Shapiro, tra di voi so che c’è anche una grande amicizia.
Daniele: Lavoro con Shel da 19 anni, per me è come un fratello maggiore, siamo molto più che amici. È comunque un’amicizia che rimane sempre tra turnista e artista, c’è questa forma di rispetto che è alla base di tutto, ok, facciamo ore e ore di viaggio insieme, ci confidiamo, ci raccontiamo tutto, però lui è Shel Shapiro e io sono Daniele Ivaldi, bisogna sempre tenere presenti questi ruoli. Da ragazzino era un mito per me nei Rokes, lo vedevo ed era un sogno per me pensare di riuscire ad avere un successo simile in futuro, cosa che non è andata in porto perché impossibile. C’è sempre questa forma di riverenza e rispetto che è fondamentale, non mi permetterei mai di fare un’osservazione davanti alla band, poi, quando siamo da soli parliamo e ci diciamo in faccia cosa abbiamo sbagliato. In un mondo in cui il rispetto si è perso io tengo molto alla differenziazione tra i ruoli. Shel mi ha insegnato molto e continua ad insegnarmi tanto, è una persona che ha scritto e prodotto per tutti, non credo ci sia un artista italiano che non sia stato prodotto da lui, parliamo di Morandi, Cocciante, i Decibel, Mina, Mia Martini, Ornella Vanoni. Ha prodotto anche gente come Paco de Lucía, ha lavorato con Quincy Jones, tanto di cappello, non si può fare altro che stare lì e imparare sempre da queste persone.
Quando e com’è avvenuto il tuo avvicinamento alla musica e cosa o chi è stato a farti innamorare della chitarra?
Daniele: Sicuramente la persona che mi ha fatto innamorare di questo mondo artistico è stato mio padre, ha fatto il musicista per tutta la vita, suonava il piano e le tastiere quindi ho sempre avuto musica in casa. A 4 o 5 anni io suonavo il pianoforte poi ho cambiato verso i 10 anni quando ho iniziato a suonare la chitarra e da lì non ho mai smesso. Ringrazio principalmente lui per avermi regalato questo sogno, perché seriamente credo che la mia vita sia stato un sogno. Se realizzi quello che avresti voluto fare da bambino, qualunque cosa sia, è un sogno e se riesci a vivere di quello non puoi nemmeno più considerarlo un mestiere. Non c’è nulla di più bello al mondo che fare il musicista, tra alti e bassi ho sempre vissuto di questo, magari in maniera più sregolata quando ero ragazzino, quando ogni tanto c’era la partita di pallone o qualcos’altro, però, poi, tornavo sempre a suonare, mi considero molto fortunato.
Nico, un tuo ricordo del grande Vittorio De Scalzi?
Nico: Una grande perdita come musicista, insieme abbiamo creato musica di alto livello, ci siamo sempre compensati. Manca molto a me e alla musica, ho perso un amico.
Il tuo incidente avvenuto 24 anni fa quanto e come ha influito su di te come persona?
Nico: Il mio incidente mi ha ucciso musicalmente. Un chitarrista del mio livello come può sentirsi non potendo più suonare la chitarra? Il mio primo brano composto dopo l’incidente si chiama “Disperazione”. Ho ricreato il suono della chitarra con la tastiera campionandolo.
Hai qualche rimpianto o sei soddisfatto di come sono andate le cose per te nel mondo della musica?
Nico: Sono molto soddisfatto di quello che ho fatto musicalmente. Le mie composizioni, la mia voce e il suono della mia chitarra mi hanno sempre dato molte soddisfazioni. Ringrazio sempre il mio pubblico per avermi apprezzato e portato a questo livello.
Ho sentito e apprezza moltissimo l’acuto che fai nel finale del brano, la mia domanda è, qual è il segreto della tua voce?
Nico: La mia voce è una dote naturale, mi meraviglio anch’io alcune volte!
C’è qualche artista di oggi che vi ha particolarmente colpito?
Nico: Oggi nel panorama musicale non c’è nessuno che mi colpisca particolarmente. Finisco sempre per ascoltare musica degli anni ’70, come Jeff Beck.
Daniele: Qua bisogna stare molto attenti, si rischia di cadere sempre nella frase “ai miei tempi la musica era migliore”, gravissimo errore perché anche negli anni ’60 e ’70 sono usciti dei pezzi vergognosi. La musica bella c’è sempre stata così come c’è sempre stata quella brutta. Anche adesso ho un po’ di difficoltà perché è cambiato talmente tanto che mi trovo un po’ perso e non saprei dirti un nome. I Maneskin, certo, hanno una loro personalità, se funzionano hanno dei meriti. Certo, fanno cose già viste ma nel 2022 come ti vesti di nuovo? Cosa suoni di nuovo? Mi farò dei nemici ma una cosa che non riesco proprio a sopportare è il discorso del rap e della trap, non riesco proprio ad ascoltare queste cose. Anche se capisco che ci sia qualcuno bravo, per me il rap viene dai ghetti neri di New York, dalla sofferenza, non riesco a capire come il figlio di una famiglia benestante possa fare rap, rimango perplesso, se non hai alle spalle abbastanza sofferenza non puoi permetterti di fare queste cose. Tutte queste parolacce buttate dentro senza senso alimentano rabbia e delinquenza e ciò non mi piace.
Sarà l’unico singolo firmato Daniele Ivaldi e Nico Di Palo o ne usciranno altri in futuro?
Daniele: Mai dire mai, non so se sarà l’unico, diciamo che solitamente non mi piace ripetermi, mi piace fare cose nuove, mi danno più adrenalina e carica e non so se sarà l’unico lavoro con Nico. Sono molto felice e orgoglioso di aver fatto questo singolo con lui che, a parte essere un mio grande amico da 40 anni, è stato anche mio testimone di nozze. Anche in passato ho lavorato molto con lui, saremo sempre in contatto. Magari tra qualche anno, chissà, vediamo intanto il riscontro di questo lavoro.
Quali sono i tuoi prossimi progetti musicali?
Daniele: Un tour che spero dovrebbe partire tra non molto con Shel, in più sto giocando con le mie cose tra il disco precedente che ho fatto e questo singolo, ci stiamo organizzando per fare un minitour nei teatri, cosa che avevamo già fatto con buoni risultati quest’estate e l’inverno scorso. Cerchiamo di andare avanti con la mia band facendo conoscere un po’ il mio lavoro, band che mi farebbe piacere citare, ci sono Marco Biggi alla batteria, Franco Agati al basso, Gianluca Masala alle tastiere e Fabio Milanese a tastiere e voce. Sono persone che mi hanno aiutato tanto sia musicalmente che moralmente nei momenti difficili, sono persone davvero perbene.
Grazie mille, volete aggiungere qualcosa per chiudere l’intervista?
Daniele: Un grande abbraccio e un grande grazie a te anche da parte di Nico. Un grande in bocca al lupo per Tuttorock che so che va benissimo, un abbraccio a tutti i lettori e un consiglio a tutti i ragazzi che iniziano a suonare, non voglio scoraggiare nessuno ma cercate di avere un piano B, la musica è fantastica ma cercate di portare avanti anche qualcos’altro, studiate, nella musica non si sa mai poi, con la caparbietà, se uno è convinto ce la fa, di questo ne sono certo anch’io. Soprattutto non fatevi convincere da nessuno nel fare una cosa piuttosto di un’altra, andate a testa bassa e fate ciò che avete maggiormente nel cuore.
MARCO PRITONI
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.