Ritmo Tribale – Intervista @ live in Desio (MB)
In occasione del live in Desio (MB) Parco Tittoni 26-8-2022, abbiamo intervistato i RITMO TRIBALE.
Alex, finalmente si torna a suonare dal vivo dopo tanto tempo, tra pause forzate e mille altri problemi… com’è ritornare sul palco?
La vera emozione è tornare a suonare dopo il periodo Covid, periodo in cui si era allentato tutto. Abbiamo suonato qualche mese fa a Milano, al Legend, ed è stato un successone, ci voleva proprio, per tutti. Oggi è un po’ particolare, non essendo un concerto legato a un tour siamo qui come se fossimo in vacanza, sereni, è legato alla voglia di suonare, questo posto è molto bello, eravamo venuti qui anni fa, una data isolata come quella di oggi serve per riprendere un po’ a suonare in vista di alcune idee che abbiamo per quest’inverno.
Avete quindi altre date in programma per il futuro?
Al momento per il tipo di vita che facciamo tutti noi della band effettuare il classico tour di una volta diventa un po’ difficile, dovremmo avvicinare le date il più possibile. Nei locali è più facile organizzarle. Infatti quest’estate avevamo la possibilità di suonare in vari posti, solo che le date tra loro erano lontane e allora abbiamo deciso di aspettare l’autunno, tornare a suonare nei pub che è la nostra dimensione ideale, compattando le date al meglio.
Si prevede anche un nuovo album?
Sì, abbiamo parecchi pezzi nuovi. Scaglia ne ha scritti una ventina, forse farà qualcosa anche di suo, da solista, ma con la massima tranquillità sceglieremo i pezzi per un nuovo lavoro. Senza alcuna scadenza, quando abbiamo voglia e qualcosa da dire pubblicheremo qualcosa.
Due anni fa, l’ultimo album, “La rivoluzione del giorno prima”. Forse un album che non è stato di certo aiutato da un momento poco felice (uscito ad aprile 2020) e una canzone ‘quasi profetica’ come “Milano muori”.
Vero. Neanche a farlo apposta in quei giorni mentre usciva il nostro disco hanno chiuso tutti i negozi in tutta Milano e il singolo ha avuto anche delle reali difficoltà ad essere trasmessa nelle radio web, sembrava troppo in un momento così particolare, ma in realtà non aveva nulla a che vedere col periodo che stavamo vivendo, inoltre era stata scritta ovviamente molto prima, ma parla principalmente del nostro rapporto con la città di Milano.
Ne ha risentito il disco, quindi e ancor di più il tour immagino.
Molto, avevamo anche otto date fissate, tra cui alcune in Sicilia e Sardegna, ma il problema è che il disco è invecchiato senza avere avuto la possibilità di poterlo suonare live. Però d’altro canto la cosa positiva è che il disco ha ricevuto tantissime recensioni come mai era capitato precedentemente. Un grande esposizione mediatica. Stasera finalmente riusciremo a suonare qualche brano di quel lavoro.
Avete ristampato recentemente dei vostri album in vinile, “Mantra” alcuni anni fa, e di recente “Psycorsonica” e “Tutti Vs. Tutti”. Altre pubblicazioni sono previste?
Sì, questa formula delle ristampe in edizione limitata funziona, quindi vorremmo proseguire con gli altri album, come “Bocca chiusa”, “Kriminale” e chissà anche “Bahamas” che in vinile non è mai uscito.
“Psycorsonica” è un capolavoro a mio parere, senza nulla togliere agli altri album, tutti eccellenti, ma questo raggiunse una maturità particolare…
Noi siamo legatissimi a quel disco, per una serie di motivi, per i suoni, i pezzi, la produzione, tutto. Negli altri dischi a volte avevi meno tempo a disposizione e volevi sempre cambiare qualcosa dopo, invece per “Psycorsonica” eravamo solo noi e abbiamo avuto la massima tranquillità nel comporre, suonarlo…e siamo soddisfatti della ristampa uscita recentemente in vinile.
Gli anni 90 per il rock italiano sono stati un periodo d’oro, inoltre band come la vostra ha spianato la strada a tante band che sono arrivate successivamente. Come vedi la scena musicale attuale?
Faccio fatica a vedere una scena attualmente, se devo risponderti sinceramente non vedo nulla di interessante, poi so che non è vero. Ci sono un sacco di fermenti anche a Milano ma di un linguaggio musicale molto lontano dal mio, come quello del mondo della trap dove l’unica cosa positiva che noto è che riesce a catalizzare l’attenzione dei ragazzini come accadeva con il punk, con l’hardcore negli anni 80, questo è innegabile. Poi artisticamente non mi piace, è un linguaggio che non è mio e fatico a comprenderlo. Ho molti amici discografici che mi dicono invece che di contenuti ce ne sono ma onestamente preferisco vedere band come i Maneskin che stanno avendo un successo pazzesco, non mi dicono molto a livello emotivo però è un linguaggio che riconosco.
Infatti anche loro hanno avvicinato molti ragazzini al rock e alla voglia di imparare a suonare uno strumento come una chitarra, una batteria e ad avvicinarsi a sonorità quindi lontane dalla trap.
Ma io sono felicissimo di questo. Tutto gli sta girando bene. Un nostro produttore di tanti dischi, Enrico La Falce, è il loro tecnico del suono, quindi gira il mondo con loro e dice che è come essere tornati ai tempi dell’adolescenza. È impressionante dice, come in ogni posto dove vanno, assiste a scene di isterismo tipo Beatles, dalla Russia al Giappone e al di là di tutto, mi ha detto che sono ragazzi che suonano bene, si divertono, ci credono, non saranno originalissimi ma hanno un loro linguaggio. Sono molto contento per loro.
Qualcosa da aggiungere prima di salire sul palco?
Sì. Una cosa che ho notato, e che ci fa piacere, è che abbiamo ancora un pubblico formato da uno zoccolo durissimo di fans che ci seguono da tempo, una sorta di tribù familiare che va avanti da generazioni, e che ci siano delle band che sembra abbiano anche tratto influenza da noi.
Gli Afterhours in primis, secondo me.
Anche. Manuel Agnelli spesso lo ha detto. Va detto che loro hanno proseguito e riscosso maggior successo rispetto a noi, hanno mantenuto la stessa formazione e hanno sempre saputo, soprattutto Manuel, relazionarsi bene con il mondo dell’establishment giornalistico. Molto bravo a stare sempre nel posto giusto al momento giusto. Noi invece siamo stati più radicali in certe situazioni.
GIOVANNI VERINI SUPPLIZI
Band:
Andrea Scaglia – voce, chitarra
Fabrizio Rioda – chitarra
Andrea Filipazzi – basso
Luca Talia Accardi – tastiere
Alex Marcheschi – batteria
https://www.facebook.com/iritmotribale