KAIPA – Urskog
Parlare dei Kaipa significa tornare indietro nel 1973, quando Hans Lundin insieme e Tomas Eriksson gettarono le prime basi per la nascita della band. Con l’arrivo in formazione del giovane Roine Stolt, la band approda al primo album, “Kaipa”, datato 1975. Dopo qualche album la band si scioglie e Stolt forma i Flower Kings e riporta in attività i Kaipa nel 2000, ma nel 2005 lascia la band a Lundin che la rende attuale fino ad oggi. Nel frattempo arriva alla voce Patrik Lundstrom, cantante dei Ritual e Aleena Gibson, che impreziosiscono i brani con le loro intelaiature vocali, letteralmente splendide. “Urskog” è l’album numero 9 dalla reunion del 2000 ed è un dei migliori album non solo della band, ma di tutto il progressive rock dell’ultimo ventennio.
Emozioni a non finire all’ascolto di “The Frozen Dead Of The Night”, meravigliosa suite di quasi 19 minuti, dove c’è tutto quello che ogni prog fan cerca, lunghe divagazioni strumentali con riferimenti a Yes e Genesis, una sezione ritmica fantasiosa di Jonas Reingold e di Darby Todd, rispettivamente basso e batteria, che accompagna ed arricchisce con idee, trovate, sfumature e tanta fantasia e anche atmosfere favolistiche e momenti paradisiaci creati dalle tastiere di Hans Lundin e dalla chitarra di Per Nilssom e la splendida e spettacolare voce di Patrik Lundstrom (a quando il ritorno dei Ritual?), una suite che ci lascia momentaneamente in sospeso in una realtà che mai come oggi non esiste, una suite che fa staccare la spina dalle drammaticità che viviamo oggi e che ci porta in un mondo, anzi in un universo favolistico.
Anche “In A World Of Pines” è un lungo brano, poco più di 10 minuti e sempre Yes e Genesis sono all’orizzonte, tastiere sognanti e avvolgenti e stavolta ad emozionare è anche la voce di Aleena Gibspn e la title track “Urskog”, è un brano più oscuro ma ugualmente avvolgente e con più orchestrazioni sinfoniche. Siamo solo a metà CD e siamo già contenti così, ma si va avanti con “Wilderness Excursion”, lungo brano strumentale con incursioni nella fusion e nel jazz rock, parte dai King Crimson e arriva alla Mahavishnu Orchestra e “In The Wastelands Of My Mind” è una song splendida, un violino, dell’ospite Elin Rubinsztein, che ricorda i Kansas più prog e melodici, con una performance vocale di Lundstorm da incorniciare, una ballad prog e folk che incanta e culla fino a portarci con spensieratezza a “The Bitter Setting Sun”, altra lunga suite, più di 15 minuti di intelaiature musicali spettacolari. Un album spettacolare, sicuramente tra i primi 10 della mia classifica personale del 2022.
FABIO LOFFREDO
Tracklist:
01.The Frozen Dead Of The Night
02. In A World Of Pines
03. Urskog
04. Wilderness Excursion
05. In The Wastelands Of My Mind
06. The Bitter Setting Sun
Label: Inside Out Music/Sony Music
Genere: Progressive Rock
Anno: 2022
VOTO
Band:
Hans Lundin: Voce e tastiere
Per Nilsson: Chitarra
Jonas Reingold: Basso
Darby Todd: Batteria
Patrik Lundstrom: Voce
Aleena Gibson: Voce
Special Guests:
Elin Rubinsztein: Violino
Olof Aslund: Sax
Appassionato di musica sin da piccolo, ho cercato di esplorare vari generi musicali, ma è il metal, l'hard rock ed il rock progressivo, i generi musicali che più mi appassionano da molti anni. Chitarrista mancato, l'ho appesa al chiodo molto tempo fa. Ho mosso i primi passi nello scrivere di musica ad inizio anni 90, scrivendo per riviste come Flash (3 anni) e Metal Shock (ben 15 anni), qualche apparizione su MusikBox e poi il web, siti come Extramusic, Paperlate, Sdangher, Brutal Crush e Artists & Bands. I capelli mi si sono imbiancati, ma la passione per la musica è rimasta per me inalterata nel tempo, anzi molti mi dicono che non ho più speranze!!!!