BLACK SNAKE MOAN – Blues e rock psichedelico dall’Etruria
In occasione dell’uscita dei due nuovi singoli “Revelation & Vision”, in formato vinile 7” (45 giri) prodotti in collaborazione con Dead Music Records e Tufo Rock Records, ho avuto il piacere di intervistare il cantautore e polistrumentista Marco Contestabile, originario di Tarquinia (VT), che mi ha parlato di Black Snake Moan, progetto solista sviluppato tra l’evocazione sonora e quella spirituale con profonde radici nelle atmosfere del blues e del rock psichedelico.
Ciao Marco, benvenuto su Tuttorock, “Revelation & Vision”, quando hanno preso vita questi due brani?
Ciao Marco, un saluto a tutti gli amici di Tuttorock.
Revelation & Vision sono nati lo stesso giorno durante una session in studio di registrazione, in un pomeriggio ho scritto le strutture dei brani ed i testi che sono usciti spontaneamente, senza sforzo o pressione, sotto lo stesso segno e con tematiche basate sulle rivelazioni e visioni di percorsi onirici, la gratitudine e la volontà di perdersi e ritrovarsi. La sperimentazione di nuovi strumenti e autoproduzione in studio ha alimentato il flusso creativo ed emotivo, descrivendo la fotografia di un determinato momento che ho voluto omaggiare con questo doppio singolo, una preziosa esperienza.
Quanto ha influito il luogo dove sei nato e cresciuto?
Amo il luogo in cui vivo, Tarquinia, il mio paese natale, è una terra ricca di storia, la terra degli antichi Etruschi ed appartiene ad una regione misteriosa e ricca di arte.
Mi hanno sempre affascinato i luoghi e paesaggi evocativi che mi regalano Tarquinia e le terre limitrofe, ricchi di suggestioni; lunghe passeggiate immerso nella natura o nel centro storico che mi hanno sempre ispirato e ricondotto a scenari che associo molto al viaggio, non solo fisico ma anche spirituale e fantasioso, un vero e proprio trip interiore creativo e stimolante; è stato sempre determinante vivere la mia terra per la creazione della mia musica, sono molto grato a questo legame ed alla spiritualità dei luoghi a me cari.
Hai scelto una forma vintage come il vinile 45 giri, scelta coerente con la musica che proponi, come ti senti in quest’epoca dei talent e della maggior parte delle radio che trasmette musica superficiale?
L’idea del 7” è nata semplicemente dall’esigenza di valorizzare il supporto analogico dei miei singoli, poiché, oltre ad essere un collezionista e amante di questo formato, è stato sempre un sogno nel cassetto produrre la mia musica in vinile soprattutto in 45 giri, un formato che ancora non avevo nella mia produzione discografica.
La scelta è sicuramente coerente per la mia musica ed il mio genere, e reputo molto importante e significativo valorizzare il formato analogico, sia in supporto agli artisti indipendenti acquistandone il prodotto, che servendosi fisicamente del vinile, un vero e proprio gadget originale da ascoltare e da vivere.
In questa epoca mi sento libero di scegliere la mia strada e vivere serenamente il mio mondo, suonare ciò che sono e godere del mio presente artistico; credo che ognuno di noi scelga il proprio percorso e la strada da intraprendere, ognuno sceglie di rovinarsi la vita come vuole.
Ho rifiutato più volte partecipazione a talent show perché non reputo il format giusto per me, senza pregiudizio o critica, preferisco vivere la mia esperienza e carriera artistica in altri circuiti che reputo molto più interessanti, stimolanti ed autentici, rispettando ciò che “gira intorno”; questo mi ha sempre permesso di valutare nuove possibilità e cogliere l’essenza delle mie necessità ed urgenze che esprimo in questo modo, attraverso la mia musica che reputo indissolubile da mode o tendenze.
Mi dispiace che non ci sia più una realtà “mainstream” che accolga altre tipologie di musica, ma solo quella musica di tendenza o hit-pop.
C’è stato un preciso istante in cui hai pensato di dar vita al progetto Black Snake Moan o è stata un’evoluzione naturale?
Black Snake Moan nasce circa 4 anni fa, dall’esigenza di intraprendere un percorso solista, la visione di una band racchiusa in un solo elemento, suonando contemporaneamente più strumenti.
La scelta di suonare “monobanda” nasce dalla volontà di vivere un progetto che rappresentasse lo specchio della mia realtà musicale, artistica e creativa, è stato tutto molto naturale, una vera esigenza.
Militando nel panorama romano underground ho avuto modo di conoscere molti artisti monobanda grazie anche all’attitudine del portavoce di questo movimento, Freddie Koratella (Dead Music Records) un caro amico con cui ho prodotto Revelation & Vision in collaborazione con Tufo Rock Records.
Parlami un po’ di come riesci dal vivo a suonare tutto.
Dal vivo, pur essendo solista, ho un parco strumenti numeroso, cerco di sfruttare al massimo le possibilità e la gamma sonora sul palco, suonando simultaneamente con tutti gli arti gli strumenti, un live “one man band”, dalla parte ritmica, grancassa e hi-hat, chitarra e voce, riproducendo un suono di una band raccolto in un unico elemento.
Per questo tour di presentazione suonerò in duo, con Gabriele Ripa (tastiere e basso), rivisitando anche i brani dei miei precedenti album.
Sarà un modo di rivalutare i precedenti lavori con nuovi arrangiamenti e molte sorprese.
Qual è l’artista o la band con cui ti piacerebbe di più condividere un palco?
Mi piacerebbe molto condividere il palco con tantissime band leggendarie della scena psych come The Brian Jonestown Massacre, BRMC o Jesus and Mary Chain o altre della scena neo psichedelica, ma anche ZZ TOP, The Black Keys, Jack White, Lenny Kravitz e molti altri.
Hai suonato in luoghi sacri per la musica negli Stati Uniti, come Memphis e New Orleans, com’è stata accolta una proposta arrivata da oltreoceano?
È stata un’esperienza indimenticabile suonare in luoghi così importanti della storia del blues e del rock’n’roll. Un viaggio nelle terre del blues, dove è nato tutto, un vero sogno ad occhi aperti; non vedo l’ora di tornarci.
La mia proposta è stata accolta molto bene sia a Memphis per IBC Challenge rappresentando l’Italia per Mojo Station, che per il resto del tour che ha toccato Clarksdale, Bentonia ed infine New Orleans in occasione del Carnevale; ho riscontrato feedback molto positivi, un pubblico curioso e aperto alla nuova generazione del blues contaminato da altri generi, è stata una risposta inaspettata e piacevole.
Il percorso più interessante è stato nelle contee immerse nelle zone dei campi di cotone, superata la città di Memphis, luoghi sperduti che evocano lo spirito del Delta, non mi dimenticherò mai le sensazioni percepite durante il viaggio, suonare in luoghi che reputavo irraggiungibili, un vero sogno divenuto realtà, incontri con Blues Man leggendari come Watermelon Slim o Jimmy Duck Holmes, le visite negli studi più importanti della storia del Blues e Rock’n’roll, un viaggio da fare assolutamente.
A proposito, hai già qualche live in programma?
Certamente, molto presto annuncerò le date del tour estivo, per ora in Italia per la promozione di Revelation & Vision, ci saranno molte novità nel corso di questi mesi.
Grazie mille per il tuo tempo, vuoi aggiungere qualcosa per chiudere l’intervista?
Grazie per la disponibilità ed interesse per il mio progetto.
Supportate la musica indipendente.
ROCK’N ROLL
MARCO PRITONI
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.