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ZAC HANSON – Il più giovane dei fratelli Hanson presenta il nuovo album

ZAC HANSON – Il più giovane dei fratelli Hanson presenta il nuovo album

In occasione dell’uscita dell’album “Red Green Blue” (3CG Records), che celebra i 30 anni di carriera della band, ho avuto il piacere di intervistare Zac Hanson.

Gli Hanson sono un trio pop-rock tre volte disco di platino, tre volte nominati ai Grammy, con oltre 16 milioni di album venduti in tutto il mondo e concerti da oltre 3 milioni di fan.

Il nuovo album riunisce le tre anime creative della band in un modo senza precedenti, è diviso in 3 parti, ‘Red’ scritto e prodotto da Taylor, ‘Green’ scritto e prodotto da Isaac e ‘Blue’ scritto e prodotto da Zac.

Ciao Zac, benvenuto su Tuttorock, innanzitutto come mai avete deciso di dividere questo nuovo album in 3 parti, ognuna curata da ciascuno di voi?

Abbiamo passato molto tempo senza dividerci. Ed è un punto di partenza perché penso, soprattutto all’inizio, quando siamo entrati in scena, vedi il mondo che cerca di dividere ciò che hai creato. Volevamo stabilire il suono e l’unità e in questo momento, penso che dopo tre decenni dalla nostra fondazione, siamo davvero più interessati a raccontare storie uniche e rivelare di più invitando la gente all’interno del mondo Hanson. E dividendo questo disco, non solo abbiamo avuto nuove sfide creative, ma abbiamo raccontato una storia interessante su chi siamo, non solo su ciò che senti. Perché qui senti i diversi stili, le diverse capacità di ogni fratello, ma anche che come band scegliamo ancora di farlo insieme. Possiamo ancora dirci “voglio farlo con te, voglio farlo per te”. E penso che questo dica qualcosa sullo spirito della musica che scriviamo e sulla storia della nostra band. E si spera che le persone possano godersi l’avventura.

Mi piace molto l’intero album, ma devo dirti che “Where I Belong” è uno dei miei brani preferiti.

Grazie. Quasi tutte le canzoni della parte blu sono state scritte un po’ prima della registrazione ma quello è un brano che era in giro da tempo. Avevo scritto gran parte della melodia e non l’avevo finita, mi sembrava che fosse una canzone bisognosa di un posto speciale, capisci? Questo era un momento importante per dire qualcosa. E poi, essere proprio alla fine di questo progetto, significava appunto dargli un posto speciale.

In “Don’t Let Me Down” c’è una collaborazione con Zach Myers dei The Fairwell, come mai l’avete chiamato?

Conosco Zach da un po’, lui conosce tutti i ragazzi. Isaac e Taylor erano appena arrivati alla fine di un tour e lui aveva detto che era un fan della band, e così abbiamo finito per incontrarci, la loro band è fantastica. E quando mi ha chiamato a Natale, ero su una bici da allenamento e lui mi ha chiesto: “come faccio a fare qualcosa con voi?” È stata una cosa divertente in cui parlavamo della vita in generale e mi è venuto in mente che quella canzone, che pensavo fosse finita, sarebbe migliorata se qualcuno come lui fosse entrato e avesse aggiunto una vibrazione epica di una chitarra in stile “rock arena”.

Ed è stato davvero divertente poter aggiungere l’amicizia che c’è nella canzone, capisci cosa intendo? Mi piace il supporto reciproco musicalmente, non solo nelle relazioni. Zach è un chitarrista straordinario e, quando ha detto sì, ero felice.

Jim Scott e David Garza, cosa significano per te?

Beh, sia Jim che David li conosciamo da molto tempo, con Jim, dal nostro secondo disco, abbiamo parlato di produrre qualcosa e semplicemente non aveva mai funzionato. Jim ha tantissima esperienza e ha prodotto tanti dischi coi quali siamo cresciuti. Questo era il momento giusto per lavorare con lui e ha portato quel senso di fiducia e di completamento al processo. Non solo avrebbe suonato bene, ma avrebbe portato con sé la sensazione che tutto sarebbe stato possibile. Ha fatto un milione di dischi incredibili. David è un po’ simile, ma in uno spazio diverso, perché la sua esperienza come musicista è molto grande. Tutti abbiamo pensato che sarebbe stato bello aggiungere un grande chitarrista nella stanza, essere in grado di tradurre quelle idee è stato davvero inestimabile. Ed è qualcuno con un grande senso della canzone, da grande songwriter. E così facendo è riuscito a riempire i vuoti di noi tre. David e Jim sono stati in grado di entrare e in qualche modo sostenere le idee di ogni fratello.

Ti rendi conto che siete i musicisti più giovani ad aver raggiunto i 30 anni di carriera?

Interessante. Oh, mio Dio (ride – ndr). No, non ci ho pensato fino ad ora. Ho sempre adorato essere il più giovane nella stanza perché significava che avrei avuto tanto tempo davanti a me. È pazzesco. È una cosa molto speciale essere ancora in grado di farlo e divertirci ancora e trovare ancora modi per sfidare noi stessi, per proporre qualcosa di fresco, come se ci fosse ancora qualcosa di nuovo. E quindi, sì, è inestimabile.

È un bene o un male secondo te avere un enorme successo da bambino?

Ebbene, cosa ne penso? Penso che sia fondamentalmente buono. Penso che sia più bello che brutto fare qualcosa che ti interessa quando sei giovane. Fare il musicista è qualcosa che impiega anni e anni per sentirsi realizzati. E quindi il mio consiglio alle persone è sempre di iniziare da giovani. Sì, ci sono dei rischi, voglio dire, ovviamente ci sono attività che possono in qualche modo farti a pezzi, ti sputano addosso e ti giudicano in maniera diversa e questa cosa potrebbe farti a pezzi. E quindi è un pericolo, ma onestamente, non penso che sia molto più pericoloso da giovani piuttosto che da anziani. In un certo senso penso che nel mio caso essere molto giovane significasse che, alcune delle cose che ti avrebbero portato fuori strada, tipo sesso, droghe e rock and roll non mi sarebbero state messe a disposizione, il che mi ha aiutato in un certo senso a capire chi fossi prima di raggiungere la fama. Sai, non sei interessato al sesso e alle droghe quando hai 11 anni. E quindi penso che sia stata una buona cosa.

Scrivere le nostre cose è qualcosa tipo un’arma segreta. È come una protezione perché non sono le altre persone a farti avere successo. La gente sta ascoltando e sta ricambiandoti su qualcosa per cui hai faticato. Tu lo crei. Ma c’è anche un’altra cosa interessante, credo, e la sperimentiamo come fan. Ascoltando una canzone che ami, è come se qualcuno ti avesse messo quelle parole perfette da cantare per rielaborarle come una cosa che stai attraversando in quel momento. E come musicista, se riesci a farlo per te stesso, se riesci a trovare quelle parole e raccontare quella storia, è una forma di terapia.

30 anni di carriera che celebrerete anche con un tour. Puoi dirmi qualcosa a riguardo?

Cosa posso dire? 30 anni di carriera, sai, siamo incredibilmente orgogliosi di tutto ciò che abbiamo fatto. Continuiamo a chiederci, le canzoni che scriviamo piaceranno ancora? Tutto ciò è fantastico, è una grande testimonianza di ciò che speriamo di creare, e questo ci dà longevità. Le canzoni vivono oltre il loro momento. Abbiamo tutti passato due anni terribili e non vediamo l’ora di portare i nostri ultimi due album davanti ai nostri fan.

Grazie mille per il tuo tempo!

Grazie a te Marco, ci vediamo in Italia!

MARCO PRITONI

** ENGLISH VERSION **

On the occasion of the release of the album “Red Green Blue” (3CG Records), which celebrates the band’s 30 year career, I had the pleasure of interviewing Zac Hanson.

Hanson are a three-time multi-platinum, three-time Grammy-nominated pop-rock trio, with over 16 million albums sold worldwide and concerts by over 3 million fans.

The new album brings together the three creative souls of the band in an unprecedented way, it is divided in 3 parts, ‘Red’ written and produced by Taylor, ‘Green’ written and produced by Isaac and ‘Blue’ written and produced by Zac.

Hi Zac, welcome to Tuttorock, first of all, why did you decide to divide this new album into 3 parts, each one edited by each of you?

We spent a long time without dividing. And it’s a starting point because I think, especially in the beginning, when we entered the scene, you see the world trying to divide what you have created. We wanted to establish sound and unity and in this moment, I think three decades after our foundation, we are really more interested in telling unique stories and revealing more by inviting people into the Hanson world. And by sharing this record, not only did we have new creative challenges, but we told an interesting story about who we are, not just what you feel. Because here you feel the different styles, the different abilities of each brother, but also that as a band we still choose to do it together. We can still say “I want to do it with you, I want to do it for you”. And I think that says something about the spirit of the music we write and the history of our band. And hopefully people can enjoy the adventure.

I like very much the whole album but I have to say you that “Where I Belong” is one of my favourite track of this album.

Thank you. Almost every song on the blue portion was written kind of immediately before the the recording. But that one is a song that had been sitting around. I’d written a lot of the melody and not finished it, and it just felt like it was a song that needed a special place, you know? It needed the kind of project where you don’t want to put a song that feels special somewhere where no one will hear it. And this this felt like a moment was like, oh, this is an important moment to say something. And then to be right at the end of this project was also kind of gave it a special place.

In “Don’t Let Me Down” there is a collaboration with Zach Myers of The Fairwell, why did you call him?

I’ve known Zach for a while, he knows all the guys. Isaac and Taylor had just come to the end of a tour and he said he was a fan of the band, and so we ended up meeting, their band is great. And when he called me at Christmas, I was on a training bike and he asked me: “How can I do something with you?” It was a fun thing where we talked about life in general and it occurred to me that that song, which I thought was over, would get better if someone like him walked in and added an epic vibe of a “rock arena” style guitar.

And it was really fun to be able to add the friendship that is in the song, you know what I mean? I like mutual support musically, not just in relationships. Zach is an amazing guitarist and when he said yes I was happy.

Jim Scott and David Garza, what do they mean to you?

Well, both Jim and David we’ve known for a really long time, with Jim, since our second record, we’ve been talking about maybe producing something and it just sort of had never worked out. Jim has so much experience and has produced so many records that we grew up on. This was the right time to work with him and it brought that sense of confidence and completion to the process. Not only was it going to sound good, but he was going to kind of bring with it that sense of like anything is possible. He’s done a million amazing records. David was sort of similar, but maybe in a different space because his musicianship as a player was so great. We all thought it would be great to add a great guitarist to the room, being able to translate those ideas was truly invaluable. And he is someone with a great song sense of who is a great songwriter. He managed to fill in the gaps of the three of us. David and Jim were able to come in and somehow support each brother’s ideas.

Do you realize that you are the youngest musicians to have reached 30 years of career?

That’s interesting. Oh, my God (he laughs – editor’s note). No, I did not think about that until now. I’ve always loved being the youngest in the room because it meant you had so much time ahead of you. It’s crazy. It’s a very special thing to still be able to do this and still enjoy it and still find ways to challenge ourselves to make it feel fresh, like there’s still something new. And so, yeah, it’s invaluable.

Is it good or bad in your opinion to have a huge success as a child?

Well, what do I think? I think it is fundamentally good. I think it is more good than bad to to be doing something that you’re interested in when you are young. So as a musician, right? That’s something that takes years and years ato feel like you have mastered it. And so my advice to people is always to start young. Yes, there are risks, I mean, obviously there are a business like the entertainment business can sort of tear you up and spit you out and judge you in ways that sort of destroy your self image. And so that’s a danger but honestly, I don’t think that it is a whole lot more dangerous when you’re young than when you’re old. In some senses I think in my case, being very young meant that some of the things that would get you off track, some of the kind of sex, drugs and rock and roll was not made available to me, which helped me kind of figure out who I was in fame before I added to fame and Rock Star. You know, you’re just not interested in sex and drugs when you’re 11 years old.  And so I think that became a good thing.

I think, you know, one thing about us is always writing that stuff is something that maybe is a secret weapon. It’s like a secret protection because not only do you feel kind of attached to the success, not externally, it’s not other people making you successful. Like the thing that people are listening to that are singing back is something you labored over. You create it. But also there’s an interesting thing, I think. That we experience as a fan, listening to a song you love, it’s like somebody put those perfect words for you to sing back to process as the thing you’re going through. And as a musician, if you get to do that for yourself, if you’re able to find those words and tell that story, it is a form of therapy.

30 years of career that you will also celebrate with a tour. Can you tell me something about it?

What can I say? 30 years of career, you know, we are incredibly proud of everything we have done. We keep asking ourselves, will the songs we write still like it? This is all great, it’s a great testament to what we hope to create, and that gives us longevity. The songs live beyond their moment. We’ve all had a terrible two years and can’t wait to get our last two albums in front of our fans.

Thank you very much for your time!

Thank you Marco, see you in Italy!

MARCO PRITONI