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NANGA PARBAT – Intervista alla progressive death metal band romana

NANGA PARBAT – Intervista alla progressive death metal band romana

I Nanga Parbat nascono a Roma nel 2019 e il loro primo album “Blood, Death And Silence” già indica la strada che percorrono e percorreranno nel futuro, il loro sound è death metal ma con incursioni nel progressive e c’è una continua ricerca musicale che si sente e si apprezza in ogni brano, negli arrangiamenti e nelle atmosfere. Ne ho parlato con i ragazzi della band e di seguito il resoconto dell’intervista.

Ciao e benvenuti si Tuttorock. La prima domanda è di presentare la band, come nascono i Nanga Parbat?
Grazie per averci coinvolti in questa intervista! I Nanga Parbat nascono da un gruppo di amici che hanno trovato un interesse comune nella musica Metal. Edoardo e Flavio si conoscono dai tempi del liceo, hanno sempre cercato di creare assieme della musica di qualità. Andrea ed Enrico si sono aggiunti in seguito, quando i membri fondatori stavano cercando una voce ed un bassista. Giulio ha completato la formazione a ridosso del processo di registrazione del disco.

Come avete definito il vostro sound che ha molte contaminazioni e quindi quale sono le vostre influenze musicali?
Diciamo che il nostro sound è stato definito nel corso del processo di scrittura dei brani che compongono il nostro disco. Chiaramente è stato influenzato da suoni più scandinavi che americani ma c’è anche una forte componente di Death Metal proveniente dagli States. Tra le band che ci hanno maggiormente influenzato ci sono gli At The Gates, i Dark Tranquillity, i Paradise Lost, gli Opeth e band più classiche come Jethro Tull, Iron Maiden e King Crimson.

Nella bio di presentazione della band c’è scritto “I Nanga Parbat sono un progetto la cui musica, immagini e parole si sono basate su un equilibrio sinergico tra un’ampia gamma di generi e temi, per creare musica innovativa e coinvolgente”. Potete spiegarmi meglio?
Avendo molte influenze diverse è stato complesso accostare certe sonorità. Coniugare un riffing Death Metal, con una ricerca sonora tipica di generi progressive ha rappresentato una sfida sotto molti punti di vista. Inserire, senza fare compromessi, tutti i nostri riferimenti sia a livello compositivo che di sound ci ha portato a creare un qualcosa che nella nostra umile opinione sia sicuramente innovativa.

Il Nanga Parbat è una montagna della catena himalayana, perché questa scelta?
ùPerché questa montagna è tristemente famosa per il grande numero di esploratori morti nel tentativo di scalarla. Il soprannome di questo monte infatti è “la montagna assassina”. Flavio, il nostro chitarrista solista, un grande appassionato di alpinismo, nonché climber provetto, ci ha raccontato la sua storia e ci siamo subito convinti a fare nostro questo nome.

In un certo senso rappresenta anche il vostro sound?
Ascoltando il disco si può rintracciare senza dubbio una sonorità molto secca, abbiamo dato la priorità a suoni che possono essere descritti come freddi e cupi.

Il significato dei testi dei brani?
Per scrivere i testi ci siamo ispirati al mondo naturale, a storie di miti e leggende. Canzoni che contrappongono le forze ancestrali della natura con l’invasione dell’essere umano ed il suo costante desiderio di dominarle, senza successo.

Perché il titolo “Blood, Death And Silence”?
Un angelo caduto cerca di non perire di fronte alle asperità dell’ambiente glaciale nel quale si è ritrovato. Sangue, morte e silenzio sono gli ultimi compagni del suo viaggio verso la fine, ciò che rimarrà alla fine dei suoi inutili tentativi di restare in vita.

Un titolo che può essere attuale, tra guerre e pandemie. Cosa pensi di tutto questo che sta succedendo?
Guerra e malattia sono state sempre presenti nella storia dell’essere umano. In Europa siamo stati molto fortunati nel corso delle ultime decadi ed ora stiamo attraversando un periodo più difficile. Credo che sia naturale che periodi più o meno tranquilli si alterniamo.

Voi come band che messaggio volete dare?
Vorremmo cercare di trasmettere la nostra passione per la musica estrema alle persone attorno a noi. Non abbiamo una serie di messaggi che vorremmo trasmettere, speriamo solo che ognuno senta nelle nostre canzoni un messaggio o una sensazione che possa sostenerlo e dargli forza.

Il disegno di copertina è particolare, quale è il suo significato?
Due anime che si combattono, le anime degli uomini in costante contrasto nella ricerca del potere e del profitto. Sullo sfondo una natura lussureggiante che si espande, nasce, muore e si trasforma. Con i suoi colori è la vera protagonista, c’è stata, c’è e ci sarà; a differenza dell’uomo.

Come sono nati i brani dell’album? Da un testo o dalla musica?
I brani nascono prima sotto forma di musica e solo dopo aggiungiamo un testo. Normalmente abbiamo un’idea generale di ciò di cui la canzone dovrà parlare ma preferiamo partire da riff e accordi.

State programmando un tour?
Stiamo cercando di capire cosa sarà possibile fare nei prossimi mesi, purtroppo negli ultimi anni è stato difficile organizzare live e tour. Abbiamo intenzione di suonare live il prima possibile ma non abbiamo ancora nulla di definito tra le mani.

Quale sono le vostre aspettative da chi ascolterà l’album?
Speriamo che riescano a godersi la ricerca sonora che abbiamo condotto. Di certo chi ascolterà questo disco si troverà davanti un sound complesso, strutture intricate ed elementi progressivi che dovranno essere digeriti ad ogni ascolto. Crediamo che chiunque possa trovare qualcosa di intrigante in questo album e nella nostra musica.

Come definite il genere musicale dei Nanga Parbat?
Death Metal Progressivo. Ci collochiamo in un filone musicale in grande espansione e alle volte è difficile districarsi in tutte le nuove definizioni e in tutti i nuovi generi che nascono, almeno in questo cerchiamo di ricadere in una tassonomia classica del metal, senza inventare nomi o gimmick inutili.

Chiudete l’intervista come volete, un messaggio per ascoltare il vostro album.
Ora più che mai, in questo periodo di ripresa è necessario sostenere le band emergenti, i giovani artisti e le realtà nuove. Dare un ascolto, un like, un follow e seguire una band non costa nulla. Provateci!!!

FABIO LOFFREDO

Band:
Flavio Cicconi: Chitarra
Giulio Galati: Batteria
Andrea Pedruzzi: Voce
Enrico Sandri: Basso
Edoardo Sterpetti: Chitarra ed Orchestrazionit

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