GHOST – Impera
“Costruiamo il nostro impero dalle ceneri del precedente”, così gli svedesi GHOST, vincitori di due GRAMMY, annunciano l’arrivo di IMPERA, il quinto album in studio della band. IMPERA viene preceduto dalla pubblicazione del primo singolo “Call Me Little Sunshine”, sublime e ossessivo, ora disponibile su tutte le piattaforme digitali e nella sua fantasmagorica interpretazione visiva realizzata dall’iconico regista Matt Mahurin che vede la partecipazione di Ruby Modine. L’album include anche “Hunter’s Moon”, il quarto singolo consecutivo dei Ghost a raggiungere la #1 su Active Rock Radio, che ha accompagnato i titoli di coda di “Halloween Kills” e pubblicato il 21 gennaio su vinile 7” in edizione limitata. In IMPERA i Ghost si ritrovano centinaia di anni avanti rispetto all’Europa del 14° secolo segnata dalla Peste Nera in cui era ambientato il precedente album Prequelle, nominato ai GRAMMY come Best Rock Album nel 2018. Il risultato è il lavoro più ambizioso e incisivo della band finora: durante il ciclo di IMPERA, l’impero sorge e tramonta, aspiranti messia si autocelebrano, profezie vengono annunciate mentre nei cieli si affollano corpi celesti, divini e creati dall’uomo… Le tematiche attualissime si stagliano su melodie ipnotiche e oscuramente colorate, rendendo quello di IMPERA un ascolto senza precedenti, ma sempre e inequivocabilmente associabile ai Ghost.
Dopo una intro strumentale molto ben costruita come Imperium, la band di Papa Emeritus si lancia in una melodica metallara Kaisarion, progressione ritmica pazzesca che si presta a fare scoppiare pogo forsennati. Diversamente poliedrica, Spillways strizza sfacciatamente l’occhio al versante AOR, ma ti porta a una Call me little sunshine che risulta decisamente piaciona con un’architettura roboante di drummin su sui viaggiano le chitarre e i cori liturgici posti nelle navate. Cupa e sinistra Hunter’s moon incede con scura determinazione tra vallate impervie infilandosi nel canyon di potenza di Watcher in the sky, passando da un metal melodic all’hard-rock senza alcun imbarazzo. Il disco continua a essere decisamente gradevole all’ascolto e non stanca minimamente, fra fiati, archi, organo, che si aggiungono alla trama, l’intro strumetale Dominion presenta come una marcia trionfale di guerra la minacciosa Twenties, pezzo folgorante che si stempera nella power ballad Darkness at the heart of my love.
A questo punto la vena ispirante pare essersi esaurita e le ultime tre tracce del disco passano senza lasciare particolari segni, ma nel complesso l’album risulta di ottimo livello, molto ben fatto e costruito. Le trame sono ricche e potenti, i suoni viaggiano tra melodic e hard-rock, tra momenti potenti e altri più cupi, l’atmosfera rimane sempre carica di pathos e la coreografia dei Ghost non deve fare passare in secondo piano la qualità musicale, che rimane di ottimo livello.
MAURIZIO DONINI
Tracklist:
Imperium
Kaisarion
Spillways
Call Me Little Sunshine
Hunter’s Moon
Watcher In The Sky
Dominion
Twenties
Darkness At The Heart Of My Love
Grift Wood
Bite Of Passage
Respite On The Spital Fields
Credits:
Pubblicazione: 11 marzo 2022
Label: Loma Vista Recordings
Prodotto da Klas Åhlund
Mixato da Andy Wallace
VOTO
Band:
Tobias Forge – Papa Emeritus IV – voce
Nameless Ghoul Aether (Chris Catalyst) – chitarra ritmica
Nameless Ghoul Alpha (Per Eriksson) – chitarra solista
Nameless Ghoul Water (Cos Sylvan) – basso
Nameless Ghoulette (Laura Scarborought) – tastiera, cori
Nameless Ghoulette (Mad Gallica) – tastiera, tamburello e cori
Nameless Ghoul (Hyden Scott) – batteria
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CEO & Founder di TuttoRock - Supervisore Informatico, Redattore della sezione Europa in un quotidiano, Opinionist in vari blog, dopo varie esperienze in numerose webzine musicali, stanco dei recinti mentali e di genere, ho deciso di fondare un luogo ove riunire Musica, Arte, Cultura, Idee.