ZEPHIRO – “CRISALIDE” LA METAMORFOSI E IL CICLO DELLA VITA

Crisalide” è il nuovo bellissimo singolo degli Zephiro, pregiata band new wave romana dal respiro internazionale. Un brano che – per chi lavora in radio da tanti anni come la sottoscritta – è senz’altro molto radiofonico e brillante e nello stesso tempo “ufficializza”, possiamo dire, l’uscita del nuovo album dal titolo “Baikonur” previsto per il prossimo febbraio 2022 per kuTso Noise Home / Artist First.

“Crisalide” ed il senso di impotenza di fronte al ciclo ripetitivo e mai uguale della vita.

Crisalide come metamorfosi, come cambiamento e mutazione, come metafora del nostro vivere e del ciclo della vita, dei cambiamenti fulcro e centro del nostro esistere.  Così la band “Siamo tutti parte dello spazio collocati nel tempo come un susseguirsi di stadi incompleti in continua mutazione. Percepiamo ed elaboriamo in maniera distorta quello che avviene intorno a noi”.  Tutto si trasforma, del resto ed “i déjà vu sono solo illusioni di un mondo in cui nulla è identico a prima”.
Atmosfere, eccellenze, trasformazioni, un tratteggio filosofico profondo: assolutamente un “Panta rei” – aggiungiamo noi – nella famosa frase di Eraclito del “tutto scorre” con la metafora del fiume: non puoi entrare due volte nello stesso fiume; gli eraclitei del resto esprimono l’eterno divenire della realtà, paragonando proprio il divenire a un fiume che solo apparentemente resta uguale, rimane uno, lo stesso.  Interessantissimo il tratteggio e l’idea del testo.

Meraviglioso sound anni ’80:

Sapori e atmosfere anni ’80, dicevamo. Un nuovo, significativo brano pubblicato dagli Zephiro dopo le anticipazioni di “Kublai Khan”, “Amelia”, “Cosmorandagio” e “Berlinauta”, brani inclusi nel nuovo progetto artistico, il disco “Baikonur”, secondo album della band romana che prende spunto e ispirazione dalla base di lancio sovietica da cui partirono le missioni spaziali, durante la guerra fredda.

La bellezza e l’emozione della musica degli Zephiro è iniziatica, è finale intuizione, unione mistica, raffinatezza persuasiva. 
La band capitolina, conosciamoli meglio:
Gli Zephiro sono una band di Roma attiva dal 2002, capitanata da Claudio Todesco. Sound e sfumature anni ’80, elettronica, post-punk britannico con liriche in italiano ma anche in giapponese, straordinaria ricerca e passione. Nel 2006 pubblicano il primo album autoprodotto “Immagina un Giorno”. Nel 2012 pubblicano l’EP “Kawaita Me” con due tracce in giapponese. Una pregiata carriera alle spalle, molto intensi dal punto di vista dei live con più di 300 date all’attivo, quattro Japan Tour, tre date a New York e due a Buenos Aires.

Grande apprezzamento e popolarità, talento. Vincono concorsi prestigiosi come Un Palco per il MEI, Rock Targato Italia e Videofestival Live.
Aprono i concerti di artisti blasonati come Max Gazzè, Negrita, Carl Palmer, Garbo, Diaframma, Neon e Riccardo Sinigallia.  Oltre al Giappone, amano l’Islanda e la scelgono come set naturale per due videoclip legati all’album “Baikonur” . Gli Zephiro sono Claudio Todesco alla voce e al basso, Claudio Desideri e alla batteria Leonardo Sentinelli, inoltre dal 2019 ritorna nella formazione Francesco Chini alla voce e al basso.
Li abbiamo raggiunti e intervistati per Tuttock:

Parliamo di “Crisalide”, il vostro nuovo singolo uscito il 12 gennaio scorso. Come nasce l’idea narrativa e creativa?
Claudio Todesco, chitarrista e uno dei fondatori “Ritengo che Crisalide sia il brano musicalmente più immediato del nuovo album. Come spesso è accaduto nasce da un’improvvisazione in studio poi sviluppata e metabolizzata. In seguito le sue melodie ci hanno portato sul tema della ciclicità mai eguale ma infinita della vita. Il ritornello dice incessantemente: ”Tutto si trasforma, non è un déjà vu questa mutazione”. Quindi i déjà vu non sono altro che illusioni perché nulla si ripeterà in maniera identica”

“Crisalide” è uno dei brani più radiofonici della vostra band, singolo che ufficializza l’uscita del nuovo album “Baikonur”, previsto per il prossimo 25 febbraio 2022. Qual è il filo conduttore e l’idea comune che accompagna tutto l’album?
Leonardo Sentinelli, batterista “Il filo conduttore non è stato per nulla pianificato ma è arrivato in maniera totalmente naturale ed è senza dubbio il tema del viaggio affrontato nelle più svariate forme: dall’esplorazione, alla fuga, all’impresa e al percorso interiore. Proprio per questo abbiamo scelto come titolo “Baikonur” che non è altro che il cosmodromo sovietico da cui partirono le missioni spaziali durante la guerra fredda. La copertina non è altro che il punto di vista dalla base di lancio verso la luna. Direi il modo migliore per intraprendere un viaggio. Ho cercato da batterista di individuare per ogni brano il giusto incedere e portamento accompagnando l’ascoltatore in questo percorso sonoro. Immedesimarsi nella situazione descritta per creare il ritmo giusto è stato veramente stimolante”

Parliamo di uno dei singoli precedenti che mi hanno più colpita durante la trasmissione su Radio Roma: “Amelia”. Qual è l’idea narrativa?
Claudio Todesco “La mia personale passione per il viaggio e le storie legate a questo tema mi hanno portato ad approfondire un personaggio del calibro di Amelia Earhart purtroppo non molto celebre in Italia. Soprattutto in questo periodo pandemico sognare tornando alla scoperta di diverse terre e culture ci aiuterà. L’idea narrativa a mio parere è molto cinematografica e descrittiva c’è il momento del volo, il momento dell’avaria e poi dell’incidente, e il momento del dialogo sarcastico tra il governo americano ed Amelia stessa. Quest’ultimo ripercorre solo una delle tante teorie mai provate sulla sua tragica scomparsa”

E’ anche un omaggio al coraggio e all’indipendenza delle donne?
Claudio Todesco “Amelia sicuramente è una figura simbolica per le lotte di emancipazione delle donne, soprattutto in un periodo come gli anni ’30 dove esser un’aviatrice era veramente raro. Ma non c’è solo questo, lei si è spinta oltre e per un soffio non ha terminato il giro del globo col suo bimotore. A noi non interessa questo mero dato tecnico legato al risultato finale ma il coraggio e la dedizione costante a perseguire un sogno. Forse in senso lato ha rappresentato il sogno di molte donne di quell’epoca che avrebbero desiderato la possibilità di dimostrare il proprio valore”

Siete una band di forte ispirazione new wave con le sonorità e la ricerca degli anni ’80, dai suoni e sapori evocativi, dal gusto della musica elettronica. Come vi siete incontrati, ormai tanti anni fa? 
Leonardo Sentinelli “La band già esisteva dal 2002 al mio ingresso in formazione di 10 anni fa. Sono entrato in un progetto in crescita e dopo un provino in sala prove ci siamo trovati umanamente ed artisticamente. Le sonorità ‘80 che ricreiamo personalmente le ho vissute dagli ascolti dei miei genitori ed in parte da band che le hanno rivisitate come White Lies, 1975 ed Interpol, invece per gli altri componenti erano insite poiché entrate nel proprio background durante l’adolescenza”

Quali sono gli artisti di riferimento, tuoi Claudio e del resto della band?
Claudio Todesco “Leonardo li ha anticipati prima, per quanto riguarda noi direi l’impareggiabile arte di arrangiare dei Tears For Fears, il mondo unico dei Talk Talk, l’espressività dei The Sound, poi se andiamo sul mainstream non si possono non citare The Cure e Depeche Mode.

Quale eredità ci lascia la ricerca e la profondità della musica anni ’80, della new wave, della musica elettronica, del punk e del post-punk?
Claudio Todesco “E’ una domanda complessa; direi la ricerca dell’essenziale, il minimalismo, il tentativo di sperimentare nuovi suoni con l’aiuto di una ancora primordiale elettronica. Quest’ultima ha il paradossale merito di non esser riuscita a replicare i suoni acustici per limiti tecnici creandone però di nuovi altrettanto interessanti ed evocativi. Punk e post-punk restano generi più chitarristici ma pur sempre scarni ed essenziali”

Manca oggi la sperimentazione musicale, artistica? Oppure c’è ma è più di “nicchia”?
Claudio Todesco “Credo che sia difficile rendersi conto di cosa stia accadendo in tempo reale. Sicuramente generi che percepiamo a malapena si delineeranno in futuro. Un aspetto è ben chiaro però: siamo bombardati da input e informazioni, inseguiamo follower e like, quindi lasciarsi andare verso originalità e sperimentazione è veramente ardua”

Progetti prossimi, oltre ai live? Dopo tanta sofferenza i luoghi di cultura finalmente sono riaperti e anche la musica, una delle categorie più colpite, sembra ripartire pur con sofferenza (e molti concerti, spostati ancora):
Leonardo Sentinelli  “Ora siamo concentrati sulla promozione dei singoli che anticipano l’album, stiamo traendo beneficio da tutto questo lavoro. Per i live probabilmente aspetteremo il release party dell’uscita del nuovo album nel 2022. In questo periodo pandemico credo che la musica sia stato il settore più colpito anche perché già prima non è che se la passasse proprio bene. Molte situazioni hanno avuto modo di resettare e ripartire, ovviamente c’è chi non vi è riuscito e qui la differenza l’avrebbe dovuta fare la politica, le Istituzioni”

La musica è stata resiliente, resistente o entrambe le cose?
Claudio Todesco “Spero vivamente entrambe perché mi auguro abbia assorbito il colpo ma senza ritornare al passato, quindi trovando un nuovo stato di esistenza migliore del precedente”.

Alessandra Paparelli